Nell’estate dello scorso anno, su richiesta della ditta “In’S Mercato S.p.a.”, è stata approvata la delimitazione d’ambito d’intervento del Piano Urbanistico Attuativo (PUA) per l’insediamento di un nuovo supermercato in via Facciolati (angolo via Pertile), dove attualmente ci sono le ex serre Mazzucato.
Il piano urbanistico prevede una potenzialità di 5100 metri cubi ad uso commerciale e di 5568 mc ad uso residenziale e la realizzazione di un parcheggio di 2900 mq, da assoggettare ad uso pubblico con modalità che saranno definite nella convenzione.
I vincoli imposti sicuramente tendono a salvaguardare l’interesse pubblico, ma il particolare contesto in cui l’intervento si pone fa sollevare più di una perplessità sulla bontà dell’operazione. Via Facciolati, soprattutto nel tratto che va dall’innesto su via Gattamelata fino al semaforo di S. Osvaldo, è gravata da un carico urbanistico che la rende troppo congestionata: esistono già due supermercati (peraltro il primo, all’inizio della via, è della stessa In’S), due farmacie, un ufficio postale, un ospedale e numerosi negozi. Non si sentiva certo bisogno di ulteriore cemento e, soprattutto, non si sentiva bisogno di un altro supermercato dato che, oltre ai due già esistenti, ve n’è un altro a 200 metri di distanza, alla fine di via Lovarini. Quattro supermercati in un raggio di 200 metri sembrano francamente troppi.
Il primo motivo di perplessità è quindi quello della concentrazione di troppe strutture di media distribuzione in una sola strada. Se ci si allontana dalla via Facciolati il numero di questi esercizi si abbatte in modo evidente: nel grosso cuneo urbanizzato compreso tra la via Crescini, la circonvallazione interna ed il canale Scaricatore ci sono, ad esempio, due soli supermercati mentre, dopo la realizzazione dell’intervento, nell’intera tratta di via Facciolati se ne conteranno addirittura sei.
Non si può non rilevare, a questo punto, che la distribuzione commerciale all’interno della città non è omogenea, per cui ci troviamo in presenza di zone congestionate e di zone desertificate. È questo un problema a cui la programmazione urbanistica e quella commerciale dovrebbero trovare rimedio.
Il secondo motivo di perplessità è quello relativo alla pericolosità di via Facciolati, che nel 2014 si trova al primo posto tra le vie più trafficate di Padova per numero di incidenti che hanno coinvolto ciclisti (21 casi). Sono 4000 le biciclette che percorrono giornalmente via Facciolati e le due esigue piste ciclabili unidirezionali, ricavate sui marciapiedi tra le alberature e la carreggiata stradale, non garantiscono la sicurezza dei ciclisti, soprattutto in corrispondenza degli incroci stradali e degli accessi carrai. Un nuovo supermercato dotato di un ampio parcheggio pubblico – che sarà sicuramente anche a servizio dell’ospedale Sant’Antonio – comporterà un incremento del traffico e delle immissioni delle auto sulla via e quindi un aumento del rischio per ciclisti e pedoni.
Ancorché l’obbligo sussista solo per le grandi strutture di vendita, ogni intervento significativo che riguarda le direttrici di penetrazione della città – e via Facciolati è tra le più importanti – dovrebbe essere oggetto di un attento studio di impatto viabilistico, atto a verificarne la sostenibilità nei confronti della circolazione stradale ed a minimizzare i rischi di incidente.
Bene farebbe il comune a dotarsi di una normativa in tal senso, magari utilizzando la Variante al Piano degli Interventi di recente adottata. In ogni caso l’aspetto viabilistico dovrà essere opportunamente affrontato nella predisposizione del Piano Attuativo, ponendo a carico della ditta proponente l’esecuzione degli interventi necessari a ridurre i rischi di incidente e, possibilmente, la congestione stradale.
Si ribadisce comunque che la sola risposta efficace, anche per quanto riguarda la qualità dell’aria, è quella di ridurre sensibilmente il traffico di attraversamento della città, con l’introduzione di quelle misure che Legambiente da sempre sollecita: potenziamento del trasporto pubblico e disincentivi all’uso del mezzo privato quali il “road pricing”, con pagamento del biglietto di accesso alle auto.
Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova
… perplessità razionali, concrete, nonché legittime … altrettanto concreto e altrettanto legittimo è il fatto che a mettere a disposizione le risorse economiche per realizzare il complesso e quindi anche il parcheggio da assoggettare ad uso pubblico non è chi espone queste perplessità: questo è il problema …
Il quesito è sempre il solito: nella trasformazione della città deve prevalere l’interesse privato o quello pubblico? e a quest’ultimo chi deve provvedere?