Il dibattito è dilagato e si è aperto un confronto sulla visione del bene culturale e monumentale. Di seguito il commento dei consiglieri comunali Colonnello e Pillitteri che hanno lanciato la proposta.
«A Padova manca un monumento dedicato ad una donna, un monumento che ripari ad un maltolto storico e che celebri al tempo stesso un’attualità dove le donne sono sempre più protagoniste. In questi giorni si è acceso un dibattito culturalmente alto su Prato della Valle e sulla possibilità di aggiungere una statua dedicata ad una donna illustre della nostra città.
Vogliamo innanzi tutto ringraziare tutte e tutti coloro che si sono espressi sul tema fino ad ora: l’attenzione dimostrata alla mozione fa emergere quanto le cittadine ed i cittadini di Padova siano affezionati alla propria città e vogliano contribuire per migliorarla.
Sosteniamo tale dibattito chiarendo alcuni punti che, nel sovrapporsi di titoli, critiche e proposte, forse necessitano di essere ulteriormente messi in luce.
Innanzi tutto: perché scrivere questa mozione. Da decenni si discute l’importanza della rappresentazione delle donne e di come la sua mancanza sia passata attraverso la loro esclusione, oltre che dai luoghi di potere, anche dai monumenti pubblici e dalla toponomastica. A Padova la Commissione Pari Opportunità ha già concretizzato l’innovativa proposta di dedicare a figure femminili le rotatorie della città, per dare nuovo corso alla toponomastica cittadina.
La nostra mozione propone di erigere un monumento visibile e centrale dedicato ad una delle figure più prominenti della nostra storia, celebrando il suo nome e al tempo stesso la nuova stagione di uguaglianza di genere che stiamo costruendo.
In secondo luogo: le modalità. Il testo affida agli organismi competenti la decisione di dove e come erigere tale monumento, ma suggerisce un luogo e un volto. Quello di Prato della Valle e di Elena Cornaro. Per quanto attiene quest’ultima, il nome è sorto spontaneo in quanto siamo entrati nell’ottocentesimo anno della Storia della nostra Università, il primo ateneo dove una donna, Elena Cornaro appunto, ha avuto l’opportunità di laurearsi.
Prato della Valle invece sembra il luogo più adatto per ospitare un monumento femminile. Le 78 statue presenti raffigurano infatti soltanto uomini, simbolo al tempo stesso della gloria del nostro passato, ma anche di una rimozione – storicamente motivata – della storia delle donne. Non vogliamo nessuna cancel culture: come tutte le padovane e i padovani amiamo il Prato e la sua storia. Intendiamo tuttavia quel luogo come una scommessa aperta per il futuro, dove la cultura del passato possa dialogare con quella del presente e, rispettando le volontà illuministiche dello stesso Memmo, generare progresso e civilizzazione.
È utile ribadire inoltre che non abbiamo mai chiesto lo spostamento della statua privata di Elena Cornaro presente al palazzo del Bo, né che se ne realizzi una copia. Chiediamo invece una sua nuova statua, da realizzare nelle modalità che verranno ritenute consone dagli organismi competenti. Anche sul luogo non siamo intransigenti. Se non sarà possibile modificare gli stalli vuoti, potrà essere trovata una collocazione più consona, preferibilmente in Prato o, eventualmente, altrove nel Centro cittadino.
Gli interventi susseguiti in questi giorni, anche di personalità autorevoli, hanno toccato molti aspetti culturali importanti. Ci sembra che, per quanto esistano varie sensibilità relativamente alla gestione dei beni monumentali, tutte le opinioni siano concordi nell’ affermare che serva un monumento (o più monumenti) dedicato ad una donna storicamente vissuta.
Il parere espresso dal Soprintendente ci lascia sperare che l’obiettivo non sia poi così distante. Apprezziamo moltissimo la sua idea di aprire una consultazione popolare nel merito. Siamo aperti alle proposte, purché Padova abbia finalmente la possibilità di veder riconosciuto nella sua storia anche il contributo delle tante donne che hanno reso grande la nostra città.
La nostra mozione non vuole essere un punto divisivo, ma un punto di partenza per una discussione collettiva che riconosca nella contemporaneità e a futura memoria, l’esigenza di rappresentare un pieno protagonismo femminile. Facciamo di Padova un luogo avanzato e innovativo di questa battaglia che ha certo bisogno di tante azioni concrete e incisive nel campo del lavoro e del welfare ma anche, perché no, di simboli».
Margherita Colonnello, Simone Pillitteri, Consiglieri comunali