Prima che inizi la campagna elettorale, Ivo Rossi – da Sindaco – ha una straordinaria opportunità per dimostrare che quello che prometterà da candidato sul consumo di suolo non sono solo parole.
Infatti il prossimo 21 marzo si terrà la Conferenza di servizi*, riunione di Regione, Provincia e Comune per l’approvazione del PAT (Piano di Assetto Territoriale) by-passando il Consiglio Comunale. Parliamo del PAT di Padova, adottato il 7 aprile 2009.
Il nuovo PAT doveva essere attuato con successivi Piani degli Interventi (P.I.) quinquennali, ma è rimasto nei cassetti per quasi cinque anni.
Nel frattempo il Comune ha continuato a dare attuazione al vecchio PRG. Si sono quindi approvate lottizzazioni, con notevole consumo di suolo agricolo, e si è applicato lo strumento della perequazione edilizia in aree un tempo destinate a verde pubblico (molte delle quali di fatto ancora utilizzate a fini agricoli).
Legambiente ha riscontrato nel PAT delle vistose contraddizioni rispetto alla disciplina urbanistica regionale, in particolare rispetto al DGR 3650/2008 che fornisce le modalità per calcolare la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) che è possibile trasformare ad altro uso. Secondo la Regione, la SAU va calcolata indipendentemente dall’eventuale diversa destinazione d’uso prevista dal PRG, e dà la formula per il calcolo percentuale di SAU trasformabile, che per Padova è dello 0.65%.
Il PAT di Padova riporta a nostro avviso due errori: intanto la percentuale dello 0,65% non è applicata alla superficie SAU ma all’intera superficie del Comune, cosicché la superficie agricola trasformabile, indicata nella relazione di piano e nelle norme, è di 667.944 m2 invece di 181.142 (ben 48,7 ettari in più!). Inoltre non è stato utilizzato detto limite ai fini di una revisione delle previsioni dello stesso Piano Regolatore, là dove queste consentivano l’edificazione in aree ancora di fatto destinate all’agricoltura.
A tutto ciò si aggiunge il sovradimensionamento della capacità insediativa del PAT, quantificata in 4,6 milioni di metri cubi (2,6 come residuo del vecchio PRG e 2 milioni come nuova previsione del PAT), per far fronte a un aumento di popolazione previsto in oltre 24.000 abitanti nel periodo 2010-2020. In realtà i dati statistici ci dicono che dal 2009 al 2013 gli abitanti sono diminuiti: si è passati da 212.989 a 209.679 (tornando ai valori del 2001, quando gli abitanti erano 209.290).
Legambiente ha formalmente segnalato gli errori al Comune e richiesto la correzione, mentre il sovradimensionamento è stato oggetto di numerosi articoli di stampa. Le richieste di modifica del PAT sono state reiterate in questi giorni al sindaco reggente, ma l’unica concessione è stata il congelamento dei 2 milioni di metri cubi previsti dal PAT, mentre non vi è alcuna volontà di rimettere in discussione le attuali previsioni di espansione del PRG, che consumano i residui spazi verdi della città.
Certo che, dopo cinque anni in cui il Comune ha fatto lo struzzo negando l’ingiustificato consumo di suolo prodotto dal PAT, l’improvvisa accelerazione per approvare il piano in Conferenza dei Servizi è inaccettabile.
Chiediamo che in seno alla Conferenza di Servizi decisoria sul PAT, Comune, Provincia e Regione, qualora decidano di approvare il piano, lo facciano dopo aver coinvolto il Consiglio Comunale, e comunque ponendo le seguenti condizioni:
– vengano corretti gli errori nel calcolo della SAU e della SAU trasformabile;
– venga drasticamente rivista la capacità insediativa del PAT, in base a previsioni di crescita demografica più aggiornate e credibili;
– nelle more dell’adeguamento del PAT alle suddette condizioni, sia bloccata qualsiasi trasformazione urbanistica delle aree di perequazione per le quali non sia già stato approvato un piano urbanistico attuativo, al fine di una loro eventuale riconversione ad usi agricoli o a verde pubblico sulla base del nuovo dimensionamento del PAT.
Solo così avremo la garanzia che, qualunque sia la coalizione che vincerà le elezioni, il PAT sarà riportato in Consiglio Comunale al fine di ridurre al minimo il consumo di suolo agricolo e di salvaguardare le aree verdi interne alla città.
Lorenzo Cabrelle – Legambiente Padova
E’ una iniziativa della campagna #rossifaccesognà (a 40 gg dalla fine del mandato, ci aspettiamo qualcosa di significativamente ambientalista, leggi anche qui).
* Approvare il PAT in seno alla Conferenza dei Servizi è stata una scelta compiuta dal Comune, per altro prevista ai sensi della Legge Regionale 11, per accelerare i tempi del Piano: l’approvazione non passa in Consiglio Comunale, ma ogni decisione e conseguente approvazione viene compiuta all’interno di una conferenza fra i tre soggetti copianificatori: Sindaco, Presidente Provincia e Regione.
sono totalmente d’accordo sulla revisione del piano di edificazione. Troppo suolo è già stato consumato; quanti metri cubi di costruito e invenduto ci sono nel nostro comune? Quanto suolo dissipato. Il lavoro per le imprese edilizie è nella ristrutturazione e nella riqualificazione, senza dissipazione del territorio.
E’ notizia di oggi che SEL ha raggiunto l’accordo programmatico con Ivo Rossi, candidato Sindaco.
Ci chiediamo se fra i punti qualificanti che Sel ha “imposto” al candidato unitario ci sia anche la rivisitazione del PAT-PRG, alla Conferenza di Servizio di venerdì 21 marzo; che, se non rivisti, faranno calare su Padova 4,6 milioni di mc di cemento.
E’ una domanda vera, rispetto alla quale ci aspettiamo risposte precise da un partito che nel suo nome ha la parola ecologia e che, nella sua autonomia da movimenti e dall’associazionismo ambientalista, può aver legittimamente preso strade differenti rispetto alle battaglie che noi conduciamo per lo stop al consumo di suolo.
dal Mattino di Padova, lunedì 17 marzo 2014 (pag. 11): “Ma perché la maggioranza consiliare non intende accogliere le richieste degli ambientalisti? «Il Pat», risponde Gianni Berno, capogruppo del Partito democratico, «comprende anche il Piano degli interventi sulle singole proprietà. Mettendo in discussione la destinazione di ogni singolo lotto, si rischia di innescare un contenzioso infinito che vanifica il meccanismo della perequazione, attraverso il quale Comune riesce a ottenere le aree verdi. Insomma, il pericolo è il blocco totale degli interventi per i prossimi anni»