Storia, bellezza e tecnologia

Una visita guidata al Complesso Beato Pellegrino restaurato dall’Università, mette in luce il rapporto tra il monumento e la tecnologia.

 

Lo scorso 20 ottobre, in occasione del “Festival dello sviluppo sostenibile 2022”, il Complesso Beato Pellegrino è stato protagonista di una visita guidata che ne ha messo in risalto le due anime: il valore storico-artistico e la componente tecnologica d’avanguardia.

La nuova sede del Polo umanistico viene inaugurata il primo ottobre 2019, dopo tre anni di lavori di costruzione e ristrutturazione. Il progetto, diretto da architetti del calibro di Paolo Portoghesi, interessa un’area particolarmente estesa ed è stato ideato con l’ottica di armonizzare il più possibile le costruzioni preesistenti con i nuovi edifici e di rendere la struttura sostenibile grazie a innovazioni tecnologiche

Beato Pellegrino è stato premiato dalla società GSE come primo edificio dell’Università di Padova “Gas-free” e si inserisce a pieno titolo negli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, in particolare nei punti 7, 9 e 13. Come affermato dalla direttrice delle biblioteche umanistiche, Luisa Buson, si tratta del “Più grande edificio pubblico in Veneto a sfruttare questo sistema”, esperimento ingegneristico di un progetto europeo, efficiente a tal punto da rendere le emissioni di Co2 minime nonostante i costi bassissimi e l’autosufficienza degli impianti. 

La prima parte della visita si è svolta tra i chiostri. La bibliotecaria Eliana Pasquali ha percorso le tappe fondamentali della storia del complesso: l’arrivo delle monache benedettine nel monastero in quella che oggi è Via Beato Pellegrino, la creazione di una casa di ricovero, poi divenuta sede dell’Ex Ospedale Geriatrico e, infine, l’acquisizione della struttura da parte dell’Università di Padova, nel 2005.

Oltre ai cenni storici sono state fornite alcune coordinate spaziali, per permettere ai visitatori di individuare gli edifici di nuova costruzione, tra cui la Coworking room, situata nel “Chiostro delle donne”. Questo spazio è dedicato allo studio di gruppo e, grazie alla sua collocazione ed estetica, diventa anello di congiunzione tra la Biblioteca, frutto della ristrutturazione della parte ottocentesca, e il nuovo edificio che ospita aule e uffici. L’intento di mantenere una coerenza stilistica tra gli edifici è visibile anche dalla struttura degli uffici dei professori, che ricordano le cellette delle monache del monastero.

La visita è poi proseguita all’interno del complesso, dove sono situati gli impianti elettrici e geotermici, e la parola è passata ai tecnici. 

Oltrepassata l’agorà, un altro richiamo all’antico, luogo di incontro per gli studenti e di effetto scenico impattante, i tecnici hanno mostrato i sotterranei, dove sono presenti due trasformatori Enel da 10000 Volt, che danno corrente ad una parte di Via Vendramini, oltre a tutto il complesso.

Tutte le luci della struttura sono a led e usufruiscono di sensori luminosi e sistemi tarati. In caso di mancanza di corrente ci sono altre due riserve energetiche, costituite da molteplici unità UPS e da un generatore di corrente da 1100 kW, che garantiscono costantemente il funzionamento degli impianti. Il sistema è interamente domotizzato e gestito da remoto, diventando in questo modo molto efficiente e meno dispendioso. 

Gli impianti geotermici sono costituiti, invece, da 64 pozzi a 124 metri sotto terra, dotati di sonde. Il sistema termico si basa sul mantenimento costante del calore, attraverso il quale l’aria esterna viene raffreddata in estate e riscaldata in inverno e si mantiene ad una temperatura costante di 21 gradi. In questo modo il range elettrico di consumo è di soli 3 gradi centigradi. Inoltre, per sfruttare al massimo l’energia, sul tetto sono installati, oltre a pannelli fotovoltaici, due macchine per il trattamento dell’aria, che recuperano l’aria interna alla struttura e addirittura il calore delle persone. Il complesso è dotato, infine, di ventilazione meccanica forzata, che  regola anche l’umidità, e di insonorizzazione acustica.

La visita si è conclusa con l’esposizione della mostra bibliografica temporanea, allestita in biblioteca e curata dalla bibliotecaria Eva Carraro.
I titoli proposti ripercorrono la storia dell’ambientalismo moderno e indagano il concetto di ecosostenibilità sia da un punto di vista scientifico che umanistico. Alcuni sono più teorici e didattici, adatti a lettori adulti, ma ci sono anche proposte di lettura più scorrevole e libri per l’infanzia. E di questa mostra scriveremo in un prossimo articolo.

Rebecca Filippini, volontaria Servizio Civile alla Biblioteca Beato Pellegrino