#StopWar #NOalricattodelGAS

Legambiente si oppone fortemente al conflitto in corso e auspica che l’attuale crisi umanitaria ed energetica ci serva da lezione.

 

«Anche noi da #pacifisti e #ambientalisti abbracciamo il popolo ucraino e tutti i popoli ostaggio della guerra e ci opponiamo, senza se e senza ma, a questa ennesima assurda guerra, all’ennesima guerra che si poteva evitare se l’Europa e l’Italia non fossero, come sono, sotto ricatto, il ricatto del gas che compriamo dalla Russia. Non abbiamo fatto e non facciamo abbastanza anche per questa folle dipendenza dalle fonti fossili.

Come se non bastasse, oggi, invece di spingere l’acceleratore sulla transazione ecologica basata sulle fonti rinnovabili, pulite, democratiche, gratuite,  il governo italiano paventa la riapertura delle centrali a carbone lo stesso carbone che arriva dalla Russia. E come se non bastasse, l’Europa sbandiera il gas e il nucleare come fonti sostenibili. Le fonti fossili non possono essere sostenibili, perché aggravano la crisi climatica e perché alimentano conflitti e tensioni a livello mondiale. E non può essere sostenibile il nucleare perché non è una tecnologia sicura. Proprio in questi giorni con l’attacco dei russi alla centrale più grande d’Europa e le bombe intorno alla centrale di Chernobyl, assistiamo alla minaccia di una tragedia nucleare che potrebbe avere conseguenze incalcolabili.

Diciamo No a tutte le guerre e questo No deve partire da un vera politica del disarmo. Liberiamo il popolo ucraino e liberiamoci dalle fonti fossili. Diciamo sì alla Democrazia energetica, sicura, pulita. Diciamo si alla pace. ADESSO!»
Queste le parole con cui Serena Carpentieri, la nostra vicedirettrice, ha espresso la nostra posizione sul conflitto in #Ucraina alla manifestazione di sabato 5 marzo a Roma.

Quello che sta accadendo in queste ore in Ucraina è motivo di vera angoscia. Purtroppo il modo in cui questa guerra si interseca con la politica energetica europea, fatta di investimenti massicci sul gas fossile, ci spinge per l’ennesima volta a dire che “avevamo ragione noi”.
Però, a volte, come in questo caso, l’avere ragione lascia l’amaro in bocca. Perché, purtroppo, avevamo ragione quando dicevamo al governo italiano e alle istituzioni europee che continuare a investire sulle fossili, oltre ad aggravare l’attuale condizione climatica, avrebbe creato delle dipendenze troppo forti da paesi la cui democrazia è a rischio o un concetto discutibile, Russia in primis.

Con i se e con i ma non si fa la storia, ma lasciatecelo dire, se oggi l’Unione Europea avesse una maggiore capacità di autoprodurre la propria energia tramite fonti rinnovabili, e non fosse così dipendente dal gas fossile, probabilmente avremmo uno strumento in più per fare pressione sulla Russia e tutelare la popolazione ucraina, oggi vittima dei bombardamenti russi. Invece siamo dipendenti per circa il 40% dalle importazioni di gas dalla Russia, e l’instabilità degli ultimi mesi la stiamo pagando con un aumento impressionante dei costi delle bollette del gas e dell’elettricità.

Per quanto l’attuale conflitto non sia unicamente e direttamente imputabile a ragioni di carattere energetico, sicuramente la posizione scomoda in cui si trova l’Europa, caratterizzata da un costante bisogno di gas fossile e schiacciata tra il mercato russo e quello statunitense, non ci permette di prendere decisioni in maniera indipendente e esercitare quel ruolo di mediazione e dialogo che avremmo potuto e dovuto giocare, fornendo a chi oggi minaccia la pace degli importanti strumenti di ricatto.

Come Legambiente, dunque, ci opponiamo fortemente al conflitto in corso e auspichiamo che l’attuale crisi umanitaria ed energetica ci serva da lezione per aumentare gli investimenti sulle fonti rinnovabili, ovvero su energia ecologicamente ed eticamente pulita.
Ci teniamo, infine, ad esprimere la nostra vicinanza alla popolazione ucraina auspicando un immediato stop alla guerra e ritorno alla pace.

Saremo presenti nei presidi e nelle manifestazioni per la pace che si stanno moltiplicando sui territori e animeremo anche i social network con una mobilitazione virtuale per chiedere di fermare questa ennesima terribile guerra.

Legambiente
Foto di Cash Macanaya

Link utili:
Rete Pace e Disarmo – Ucraina oltre l’emergenza

Rete Pace e Disarmo