Rete di Circoli per l’acqua bene comune

Legambiente ribadisce la necessità di una gestione delle risorse pubbliche e dei beni comuni ad esclusivo servizio dei territori.

 

 

Da tempo i circoli della cintura urbana di Padova avevano voglia di fare rete su un tema locale comune, su qualcosa che unisse i territori e le istanze ambientaliste.

L’occasione è arrivata con il rinnovo delle cariche degli Organi Direttivi di E.T.R.A. ed il contemporaneo passaggio del comune di Saonara anche per la gestione idrica (quella dei rifiuti lo era già da anni) alla multiutility che opera nel bacino del fiume Brenta servendo 68 comuni e più di 600.000 abitanti. E così i circoli padovani Mediobrenta, Alta Padovana, Selvazzano e Saonara a cui si è unito il circolo dell’Altipiano dei 7 Comuni, tutti serviti da E.T.R.A., hanno istituito un tavolo di lavoro permanente per monitorare le attività dell’Ente con uno stimolo continuo a perseguire obiettivi quali una rete idrica sempre più efficiente, una qualità dell’acqua sempre migliore, una gestione trasparente che usi tutte le risorse esclusivamente per il ciclo dell’acqua che, ricordiamo, è bene comune per eccellenza.

La prima iniziativa concreta è stata quella, a metà del mese di luglio, di emettere un comunicato stampa in cui si precisavano alcuni dati emersi dal bilancio 2020 e si ribadivano i punti cardine della rotta da seguire per una corretta gestione della risorsa acqua.

Innanzitutto è stato fortemente ridimensionato il dato degli investimenti effettuati nello scorso esercizio che la multiutility nella sua presentazione aveva enfatizzato in 88 milioni, sottolineando che ben 54 di questi sono stati investiti in reti idriche acquistate dalla Regione Veneto che risultano essere al di fuori dell’area operativa di Etra. Quindi la gestione caratteristica risulta aver effettuato 34 milioni di investimenti, esattamente quanto stabilito dal Piano d’Ambito. Rovesciando il ragionamento del management di ETRA si potrebbe anche dire che del gap di ritardo accumulato nel 2019, quando sono stati effettuati solo il 42 % degli investimenti programmati, nulla è stato recuperato. Quindi non c’è niente di cui esaltarsi.

Il comunicato stampa, inoltre, richiama a tenere separata la gestione dell’acqua da quella dei rifiuti, altrimenti si rischia di avere una coperta corta, insufficiente al raggiungimento di obbiettivi irrinunciabili quali il potenziamento dei depuratori, dopo che sono emerse varie criticità ambientali delle acque del Brenta da ultime documentate anche dai risultati della campagna Operazione Fiumi di Legambiente Veneto, la riduzione delle perdite nella rete distributiva che oggi si attesta complessivamente sul 37% con punte del 70% nell’Altopiano e il contemporaneo completamento degli allacci di tutte le abitazioni, ancora una volta con particolare riguardo a quelle di montagna che risultano essere le meno servite, ed infine, ma non meno importante, la messa in sicurezza della falda e dei pozzi di prelievo ancor oggi ricadenti in acque inquinate. L’aumento delle bollette previsto nel quadriennio 2020-2023, mediamente superiore al 5% annuo, quindi un sacrificio non indifferente per le famiglie, può essere accettato esclusivamente se i risultati di esercizio rimarranno interamente all’interno della gestione idrica. La raccomandazione, quindi, rivolta ai Sindaci dei Comuni soci di ETRA è quella di esprimersi chiaramente in questo senso e di rifiutare la logica, purtroppo utilizzata negli ultimi anni, della distribuzione degli utili che possono essere utilizzati dagli Enti Locali per le spese correnti. Infine il comunicato richiama ad appianare i contrasti fra lo staff tecnico e la governance dell’Ente, unico modo di garantire i migliori risultati possibili all’interno di una gestione veramente democratica che voglia ribadire il concetto, già ampiamente affermato dal noto referendum, di “acqua bene comune”.

Il lavoro di rete non si è limitato alla stesura del documento, ma ha continuato con una fitta interlocuzione con le associazioni ed i portatori di interesse che eleggono i membri del Comitato Consultivo degli Utenti di ETRA al fine di nominare al suo interno un rappresentante di Legambiente. La mediazione intercorsa in questi mesi estivi ha dato esito positivo ed ha individuato in Franco Sarto, presidente del Circolo Alta Padovana, il nostro rappresentante. L’elezione dovrebbe essere formalizzata nel mese di settembre e rappresenterà un altro tassello del compito che i cinque circoli si sono dati: lavorare perché i servizi come acqua, ma anche rifiuti, siano davvero pubblici e controllati dai territori.

Mauro Dal Santo, Redazione Ecopolis
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