Per un futuro senza rifiuti

Appuntamento il 30 novembre con la quinta edizione di Ecoforum veneto che consentirà di fare il punto sul tema della gestione dei rifiuti nel Veneto a partire dai dati raccolti da ARPAV ed elaborati da Legambiente.

Attraverso tavoli tematici, presentazioni di esempi virtuosi e best practice si discuterà su come arrivare a raggiungere l’obiettivo entro il 2030 di far diventare il Veneto completamente “rifiuti free”.

Per conoscere meglio questo fenomeno così rilevante per la qualità ambientale del nostro futuro abbiamo intervistato Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto che promuove l’evento del 30 novembre e che, dati i tempi, sarà online.

Ormai siamo alla quinta edizione del forum, senza voler svelare dati e classifiche, anticipaci qualcosa circa il trend della differenziazione dei rifiuti e il posizionamento del Veneto su scala nazionale

“La nostra regione conferma il livello di eccellenza nella differenziazione dei rifiuti e nella capacità di riutilizzo delle materie prime seconde. Bisogna però ammettere che siamo ancora una regione a due velocità. Se una buona parte dei comuni, 163 su 571, raggiunge la qualifica di rifiuti free, una fetta consistente purtroppo non fa la sua parte e con valori ancora troppo bassi di rifiuto secco sul totale, abbassa la media ad un dato inferiore all’obbiettivo del Piano regionale rifiuti”

Una domanda di attualità: cosa comporta, soprattutto per i cittadini, affrontare una crisi pandemica sotto il profilo di una corretta selezione degli scarti domestici?

“Sicuramente aumenta il livello di complessità e in taluni casi può presentare elementi di conflitto fra disposizione sanitarie riferite a persone positive al virus, per non parlare delle RSA, e le norme di una corretta diversificazione dei rifiuti. Ma al contempo è anche occasione per ribadire alcuni concetti a noi cari, quali preferire oggetti riutilizzabili e non usa e getta (leggi mascherine) e ridurre il più impossibile gli imballaggi”

A proposito dei cittadini, cosa si può fare per incentivare la raccolta differenziata e più in generale la piena responsabilizzazione nei confronti del ciclo dei rifiuti?

“Superare il sistema di tariffazione basato sui meri numeri di abitanti e spazio occupato e preferire un sistema puntuale, già positivamente sperimentato in alcune zone del paese, che colpisca la frazione secca secondo il principio della correlazione della tassa con la quantità effettiva del rifiuto indifferenziato”.

Deve essere rinnovato il Piano regionale della gestione dei rifiuti scaduto quest’anno. Cosa possiamo chiedere ai nostri amministratori?

“Il Piano è un elemento essenziale per la programmazione delle linee guida regionali in materia. Pone obbiettivi, definisce le dotazioni impiantistiche necessarie, fissa i parametri dell’ecotassa. Ci aspettiamo una coerenza con il percorso già intrapreso e un ambizioso rilancio verso traguardi sfidanti”.

Cosa possiamo chiedere ai gestori ambientali, a coloro, soggetti pubblici e privati, che fanno del ciclo dei rifiuti il loro business?

“Di migliorare i metodi di raccolta, di valorizzare sempre più le materie prime seconde, di aprire centri di riuso, di offrire altri servizi collaterali, di contribuire alla diffusione della cultura dell’economia circolare”.

Come giudica Legambiente l’attuale stato tecnologico degli impianti per lo smaltimento ed il riciclo dei rifiuti nella nostra Regione?

“Senz’altro lo possiamo definire adeguato con diversi casi di eccellenza, specialmente nel trevigiano e padovano. I maggiori margini di miglioramento stanno negli impianti per il recupero e nelle piattaforme di avvio al riutilizzo”.

Cosa sono i decreti “end of waste” e perché sono importanti?

“Li possiamo definire come la dichiarazione/certificazione per un prodotto di cessazione di essere un rifiuto. Praticamente ritorna ad essere materia prima per altri prodotti, o meglio diventa materia prima seconda. E’ la sintesi dell’economia circolare”.

Dieci anni per arrivare ad una situazione di rifiuti free. Cosa intendiamo esattamente con questa locuzione e, soprattutto, ce la faremo?

“Per essere considerato un Comune rifiuti free si devono raggiungere due parametri: la raccolta differenziata deve essere almeno pari al 65% del totale e la produzione di rifiuto secco inferiore a 75 kg per abitante. Ad oggi circa la metà dei comuni hanno raggiunto questo traguardo. A loro chiediamo un ulteriore sforzo di miglioramento ed agli altri di dimostrare di non essere peggiori e fare un salto in avanti in questa classifica. C’è una solo risposta possibile: ce la dobbiamo fare!”

Mauro Dal Santo, Redazione Ecopolis