Project financing, messa in sicurezza idraulica dell’area, costi del campus e degli espropri, problemi di mobilità. Sono alcuni dei temi analizzati nel nuovo dossier di Legambiente (VEDI ALLEGATO) sulla costruzione del nuovo ospedale, sulla base dei quali vengono messi in fila i fortissimi dubbi che gravano sull’opportunità e sulle modalità di realizzazione dell’opera, a cui si aggiunge la cruciale domanda su che fine farà l’area dell’attuale ospedale: verrà riconsegnata alla città o servirà solo per fare cassa?
Il nuovo ospedale dovrebbe essere costruito tramite project financing ad iniziativa privata ma l’esecuzione delle opere attraverso il progetto di finanza comporta fortissime criticità – evidenziate persino dall’apposita commissione Regionale – che consistono nella privatizzazione dei ricavi e nella socializzazione dei costi a discapito dell’interesse pubblico.
I costi per l’esproprio dei terreni, per gli adeguamenti della rete infrastrutturale e per la messa in sicurezza idraulica dell’area, che restano a carico della finanza pubblica, portano il costo dell’opera a una cifra di quasi 700 milioni, di cui non è chiaro quanti sarebbero a carico del privati.
Importo a cui dovrebbero aggiungersi i necessari interventi sulla mobilità pubblica, dove esistono solo linee guida che parlano di ipotetiche linee del tram (e se arrivassero i soldi per l’ospedale ma non per il tram?), di collegamenti a una tangenziale già sovraccarica nelle ore di punta.
Ma i dubbi sui costi non finiscono qui. Infatti nello studio di fattibilità manca il campus universitario, che dovrà essere eventualmente previsto a spese dell’Università di Padova. Lo studio di fattibilità non ha quindi fatto nessuna valutazione sulla compatibilità del campus. Ad esempio, è sufficiente l’area? Chi lo pagherà? Quanto costerà? È possibile tenere separato servizio sanitario dalla didattica e dalla ricerca?
Infine, la grande questione della dismissione dell’ospedale attuale: l’accordo del 2 luglio 2013 prevede la verifica della “concreta fattibilità sotto il profilo delle fonti di finanziamento e della sostenibilità economico-finanziaria, anche attraverso un approfondimento del tema relativo ai flussi di cassa che potrebbero derivare da “una adeguata destinazione, valorizzazione ed alienazione della struttura sanitaria esistente”. Puro burocratese che significa: come fare cassa col vecchio ospedale?
Ma è possibile pensare di far cassa in una zona strategica per la città, consegnandola ai privati per non restituirla a tutti i padovani?
Sulla scorta di queste numerose incognite Legambiente chiede al Comune di:
1) contrastare nel modo più deciso le ipotesi di Project Financing per la realizzazione del nuovo ospedale;
2) tutelare l’area dell’attuale ospedale, aprendo una discussione con la città sul futuro dell’area;
3) facilitare la trasparenza, mettendo on line un sito dedicato a raccogliere tutti i singoli atti (passati e futuri) riguardanti l’iter verso l’ospedale;
4) massimo rigore contro l’illegalità, dato l’imponente valore dell’opera pari a quasi 700 milioni di euro: una cifra troppo importante per non temere che gli appalti e subappalti non corrano il rischio di tangenti o infiltrazioni criminali, come purtroppo spesso accade in tutte le aree del nostro Paese e come ci ricorda la recente inchiesta aperta sulla realizzazione del Mose.
Andrea Ragona – Presidente Legambiente Padova
Lucio Passi – Portavoce Legambiente Padova
Non si dirà mai abbastanza quanto è buono questo documento e il dossier allegato.
Prezioso, lucido,non contaminato dal piccolo cabotaggio politico cittadino.Ergo:una rarità.
Gianni