Ex Caserma Prandina. Legambiente Padova chiede l’intervento del Soprintendente SABAP-Ve-Met Vincenzo Tiné
Dal giugno 2018 il Comune di Padova ha prima ricevuto in consegna dall’Agenzia del demanio e, successivamente acquisito in via definitiva la proprietà di una consistente parte (circa 35.mila mq) dell’ex Caserma Prandina, con l’esplicita finalità, stabilita dalla legge 542 del 10 luglio 1971, di destinarla a parco pubblico.
In realtà il Comune già nel dicembre 2018, in occasione delle festività natalizie, ha attrezzato a parcheggio “in via provvisoria” gran parte delle aree scoperte dell’area acquisita. Una destinazione “provvisoria” che in realtà nei mesi e negli anni successivi è di fatto divenuta permanente, mentre nel contempo nulla si è fatto per recuperare e restaurare gli stabili soggetti a vincolo monumentale o anche solo per metterli in sicurezza arrestandone il degrado ed il possibile crollo.
Le destinazione a parcheggio, ormai non più provvisoria bensì stabile da oltre quattro anni, genera un grave danno all’immagine dei luoghi impedendone altresì la fruizione da parte dei cittadini e risulta – a nostro giudizio – in netto contrasto sia con i vincoli di tutela relativi all’area stabiliti con apposito decreto della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Veneto – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, sia con la specifica destinazione a verde pubblico da sempre definita dai piani regolatori di Padova.
In particolare il Provvedimento del 19 gennaio 2017 della Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Veneto, chiamata ad esprimersi sulla sussistenza dell’interesse culturale di alcuni stabili ottocenteschi presenti nell’area, ha in realtà esteso il vincolo di cui al titolo I del Decreto Legislativo 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) a tutto il complesso immobiliare ceduto al Comune, in quanto lo stesso presenta «…l’interesse culturale di cui all’articolo 10, comma 1 del D.lgs. 42/2204, sia perché parte di un compendio di origine medievale posto in un’area ricompresa tra il perimetro della cinta muraria più antica di età comunale ed i bastioni del sistema fortificato veneziano, area da salvaguardare integralmente in quanto testimonianza rilevante ed irrinunciabile del rapporto morfologico storicamente attestato tra gli insediamenti urbani ed il sistema fortificato, sia per le caratteristiche intrinseche dei manufatti…».
A motivazione del Provvedimento l’approfondita relazione accompagnatoria osserva come il complesso immobiliare in questione «… situato lungo via Orsini, antica “Strada delle Mura di San Prosdocimo”, sorge in quella che era la porzione occidentale dei vicini complessi monastici di San Benedetto Vecchio e di San Benedetto Novello, in entrambi i casi anticamente adibita a brolo, come documentato nella Pianta della Città di Padova di Giovanni Valle (1784) e nel Catasto Napoleonico. Tuttora infatti, lungo il lato orientale del complesso, si trovano i monasteri sopra citati».
Il vincolo di tutela posto dalla Commissione Regionale ben documenta come l’area dell’ex Caserma Prandina sia un luogo fortemente caratterizzato dalla propria storia, dalle regole morfologiche che nei secoli ne hanno condizionato le trasformazioni e le relazioni con altre emergenze urbane (il fiume e le riviere, la cinta muraria medioevale prima e cinquecentesca poi, i borghi sorti ad ovest del Tronco Maestro, i complessi monastici…). Un luogo con una propria vocazione, che non può essere cancellata o snaturata, ma che andrà reinterpretata alla luce delle esigenze contemporanee e potenziata con l’inserimento di attività e funzioni appropriate, coerenti con un più generale progetto di rigenerazione ecologica, sociale e paesaggistica di tutto l’organismo urbano… funzioni che certamente non possono includere quelle di un megaparcheggio pensato a servizio delle attività commerciali del centro.
Ciò premesso, ricordato come gli articoli 20 e 21 del citato Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio stabiliscano che i beni culturali sottoposti a vincolo non possono essere adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico e l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere è subordinata ad autorizzazione del soprintendente, Le chiediamo se sia mai stata avanzata una istanza da parte del Comune per la realizzazione dell’attuale parcheggio e nel caso se detta autorizzazione sia mai stata concessa.
Ove ciò non sia avvenuto, considerato che, dopo quattro anni e senza che sia mai stato definito alcun futuro limite temporale, la destinazione a parcheggio di gran parte dell’area dell’ex caserma Prandina appare tutt’altro che temporanea, Le chiediamo di voler intervenire presso l’Amministrazione Comunale affinché predisponga quanto prima, anche attraverso apposito concorso pubblico, il progetto di sistemazione complessiva dell’area a parco urbano, escludendo ogni ipotesi di suo utilizzo a parcheggio, provvedendo però nel contempo in tempi certi e con urgenza alla messa in sicurezza degli stabili vincolati e all’eliminazione dell’attuale parcheggio “provvisorio” in quanto deturpa un luogo di grande rilevanza per la storia e l’immagine della nostra città. Interventi necessari anche al fine di avviare un processo di conoscenza, di riscoperta del valore storico, naturalistico e simbolico dei luoghi, di graduale riappropriazione e utilizzo degli spazi da parte dei cittadini, preliminare all’elaborazione partecipata di un vero e proprio organico progetto di recupero e rigenerazione urbana.
Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente Padova
Sandro Ginestri, Presidente Legambiente Padova