Il processo di elaborazione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (Pums) giunge alla fase delle osservazioni da parte dei cittadini e delle associazioni – che hanno tempo fino al 6 aprile per presentarle – fase quanto mai necessaria soprattutto alla luce di un percorso che è stato tutto il contrario di quel reale processo partecipativo su cui si era impegnata l’Amministrazione.
Adottato dalla Giunta il 14 gennaio scorso, dopo oltre tre anni di lavori sostanzialmente a porte chiuse, il Pums è uno strumento fondamentale per il futuro della Città e dei Comuni contermini, perché delinea l’organizzazione della mobilità urbana e territoriale, aspetto fondamentale per la sostenibilità ambientale del territorio.
A preoccupare Legambiente non è solo il mancato percorso partecipativo, ma anche il contenuto del Piano stesso e per questo ha predisposto una serie di osservazioni che intende sottoporre alla città, in attesa della loro presentazione ufficiale.
Il Piano nonostante alcuni apprezzabili interventi su scala urbana, prefigura risultati piuttosto modesti e deludenti in termini di riduzione del traffico veicolare privato e conseguentemente del miglioramento della qualità dell’aria e della vita urbana. Il Pums di Padova, infatti, prevede che nel 2030 vi possa essere una diminuzione consistente delle emissioni, facendo però quasi unicamente affidamento ad un auspicato radicale rinnovamento, anche elettrico, dei mezzi privati e pubblici. Non viene quindi data la giusta importanza al trasferimento di una quota consistente degli spostamenti complessivi dalla motorizzazione privata al trasporto pubblico ed alla mobilità ciclabile e pedonale. Per ragionare sulle cifre, lo Scenario di Piano (che definisce gli obiettivi al 2030) prevede una diminuzione degli spostamenti in auto nell’area metropolitana solo del 6% a fronte di una spesa aggiuntiva di circa 680 milioni per nuove infrastrutture. Se questi finanziamenti non fossero reperiti (Scenario di riferimento), gli spostamenti auto anziché diminuire aumenterebbero del 4,8%.
Considerata l’ingente somma che si prevede di stanziare, difficilmente ottenibile interamente da finanziamenti straordinari di Stato o Regione, sarebbe auspicabile indicare da quali entrate alternative poter attingere per gli interventi strutturali previsti. Su questo punto Legambiente propone che il Pums preveda la possibilità di introdurre forme differenziate e flessibili di pedaggio per l’ingresso in città e nell’area metropolitana, a seconda, ad esempio, del carico inquinante dei mezzi, non solo per disincentivare l’uso, ma anche per reperire risorse finalizzate al potenziamento del trasporto pubblico.
Nel caso non fosse possibile disporre della totalità del budget previsto, il Piano dovrebbe definire quali provvedimenti alternativi porre in atto. Su scala urbana le priorità d’intervento, identificate anche dal Pums, sono senza dubbio la realizzazione del Bici Masterplan e l’implementazione delle 20 linee della Bicipolitana, già approvata dalla Giunta, delle zone a “basse emissioni, caratterizzate anche dal limite dei 30 km/h, e l’attuazione di una politica della sosta che disincentivi l’ingresso e la penetrazione delle auto in città. Appare quindi del tutto contraddittoria l’indicazione contenuta nel Pums di destinare permanentemente l’area dell’ex caserma Prandina a parcheggio, sia pure con un numero di stalli da precisare.
Su scala metropolitana invece il Pums propone consistenti investimenti per le infrastrutture finalizzate al potenziamento del trasporto pubblico (nuove linee tranviarie, Bus Rapid Transit, nuove stazioni ferroviarie), su cui però pesano l’incertezza delle fonti di finanziamento e i tempi lunghi di realizzazione. Pertanto secondo Legambiente nuovi parcheggi scambiatori extraurbani connessi alle linee di forza del trasporto pubblico, potenziate e rese più efficienti, possono essere intanto soluzioni valide per il breve-medio periodo.
Legambiente chiede perciò all’Amministrazione Comunale di attivare dei momenti di confronto sulle osservazioni che riceverà per permettere alla città di contribuire in maniera propositiva al Piano, che dovrà auspicabilmente essere rivisto in molte sue parti per essere realmente un tassello fondamentale nel progetto di rendere Padova e la sua cintura metropolitana un territorio vivibile e salubre.
Tutti i cittadini e le realtà che volessero sottoporre all’attenzione di Legambiente Padova le loro proposte e migliorie al Pums, possono scrivere a circolo@legambientepadova.it
Francesco Tosato – redazione Ecopolis