Le mura che non dividono

flaminglips01-452x300Come si organizza un grande festival di musica indipendente in un’area monumentale? Può un evento culturale essere un modello di buona gestione? Golena San Prosdocimo, col Summer Student Festival lo dimostra, anche se la sua è una storia alquanto complessa: la mancanza di prospettive, tipica della crescita sfrenata degli anni ’80 dopo averla ridotta una discarica cittadina e l’aveva destinata al deposito automezzi della nettezza urbana. E’ stato solo grazie all’intuizione di pochi che al famoso sito fu restituito il suo valore monumentale.

Il 25 Marzo 2006 gli Amissi del Piovego in un convegno “Le mura di Padova come le mura di Lucca”, presentano la proposta di gestione del sistema difensivo cinquecentesco di Padova, sull’esempio della città toscana. Con Legambiente raccolgono 4.000 firme e le consegnano all’allora assessore all’Urbanistica, il Prof. Mariani. Le firme tuttavia spariscono nel nulla. Da qui si realizza che un’area così importante non poteva diventare un museo per il turismo di passaggio ma vivere giorno e notte. Gli Amissi, nel 1984, portano la voga alla veneta che è in piena continuità con la ultra millenaria storia portuale-fluviale del sito.

Le barche donano vivacità al luogo che viene sorvegliato dall’accesso dei vogatori. L’area è un riferimento per associazioni vicine al mondo dell’acqua o che fruiscono degli spazi aperti senza alterarli. L’ex cisterna diventa uno spazio didattico. Padova è una città dove le politiche di gestione degli spazi comuni non sono sempre state generose, tanto che gli studenti si rivolgono spesso alle vicine province per cercare nuovi offerte culturali e momenti di condivisione. Così l’associazione studenti universitari (ASU) propone, dieci anni fa,un festival nuovo, il Summer Student, con un’ottima proposta culturale con spazi per la condivisione. Quattro anni fa quando ASU trova nella Golena la cornice ideale per valorizzare il festival, viene affascinata dallo spazio tanto che gli studenti contattano gli Amissi, perchè in questa storia le istituzioni pubbliche sono assenti, ed inizia la collaborazione. Riuscire a coniugare una proposta di qualità con la rivalutazione di uno spazio cittadino è un obiettivo che è orgogliosa di perseguire.

Successivamente l’area, ripulita e restaurata a costo zero per il Comune, viene definita uno “spazio vuoto da riempire” dall’assessore Ivo Rossi-che giustifica così, nel 2010, l’installazione di un capannone da 1200 mq con sei bar al suo interno. Niente a che vedere con l’esperienza del Summer Student Festival. Solo aperitivi. Non si vedono le mura, il torrione. Masse di persone ne sono attirate, ma potrebbero essere lì, come ovunque. Torna il fantasma del solo civico 137 di Via San Massimo e della discarica. Di giorno alla luce del sole l’impatto dei capannoni in golena è devastante.

La tendenza ad autorizzare installazioni selvagge è ancora in corso. L’assessore alla cultura ha apprezzato la proposta di Asu, gli Amissi gratuitamente offrono la loro disponibilità per le visite e per le attività e chiedono che la programmazione rispecchi la peculiarità del posto. E’ possibile organizzare un grande festival di arti indipendenti del triveneto, in un’area monumentale. Andiamo in Golena, c’è un festival ed il posto è bellissimo.

Ringrazio Maurizio Ulliana  (Amissi del Piovevo) e Marina Molinari (ASU) per la loro generosa collaborazione.

Per il programma del Summer Student festival 2013 clicca qui

Luisa Caldon, Legambiente Padova

 

2 thoughts on “Le mura che non dividono

  1. Golena San Massimo, mi pare, e non San Prosdocimo. L’articolo dimentica la prima esperienza -metà anni ’80- del “Pietra Verde” e degli allora giovani dell’MGS (Movimento Giovanile Socialista) che l’hanno per primi ripulita e utilizzata a fini socio-culturali. L’articolo poi dimentica anche il personale impegno con “Collezione Estiva”, “Tempo Permettendo”, “Corto Padova”, “Corto Italia”, “Corto Europa” e altri titoli di manifestazioni/eventi, per proporre dal ’91 al ’99 il cinema di qualità all’aperto e negli ultimi tre anni del periodo indicato anche l’arte diffusa, il teatro, il rock indipendente e quella che forse è stata la prima rassegna jazz estiva all’aperto di Padova (Jazzin’).

  2. hai ragione, pensa che la trent’enne che lo ha scritto (l’articolo) ha pure dimenticato le 4 edizioni di Festambiente (96-99), la prima “relegata” nel solo ex Macello di via Cornaro, la seconda – grandiosa – chè si entrava da via Cornaro ed attraverso il parco e il ponte si arrivava fino in golena, le ultime due solo in Golena.
    Ah, ‘sti giovani ….

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