Le memorie della Padova Carrarese, un bagliore vivo del passato

castello carrareseLa mostra Memorie civiche Padova Carrarese, allestita a Palazzo Zuckerman fino al 29 luglio, nella rievocazione della magnificenza della signoria Carrarese, offre piccoli ma significativi scorci di una Padova di molti anni fa, oggi profondamente mutata.

Frammenti di passato che anche ora ci sorprendono e che ci suggeriscono più di qualche riflessione.

L’esposizione racconta un legame decisivo per Padova, quello con la dinastia dei Carraresi, che ha contribuito a ridisegnarne l’assetto architettonico e urbanistico e che ha saputo innescare processi politici, economici e culturali che hanno regalato alla città una stagione di ricchezza e di splendore.  Nel XIV secolo attorno alla raffinata corte signorile e allo Studio di Padova gravitavano personalità eccellenti nei vari ambiti del sapere e della tecnica. Nei cantieri delle chiese e dei palazzi lavoravano pittori come Guariento, Giusto de’ Menabuoi, Altichiero da Zevio, Jacopo da Verona, scultori come Andriolo de Santi e Rinaldino di Francia, abili intagliatori di legno e esperti orefici.

A questa produzione artistica di altissima qualità non è per nulla estranea la celebrazione del potere attraverso le immagini: i ritratti dei principi Carraresi compaiono negli splendidi affreschi trecenteschi che decorano chiese e cappelle gentilizie, come nelle medaglie celebrative ispirate al gusto per l’antichità romana. Analogamente stemmi araldici e imprese o simboli personali si ritrovano impressi, accanto alle immagini dei santi protettori di Padova, nelle preziose monete coniate a Padova nella seconda metà del ‘300.

Testimonianze materiali scritte, miniate, incise, scolpite o dipinte, originali o riprodotte, presentate nel piccolo ma denso percorso espositivo di Palazzo Zuckeman, aiutano a ricostruire ciò che ha rappresentato la vicenda politica e culturale dei Carraresi per Padova nel XIV secolo, un’epopea cominciata nel 1318 con la nomina di capitano generale a Giacomo da Carrara in risposta alle mire espansionistiche degli Scaligeri di Verona. Questo splendido periodo terminò nel 1405, quando i Veneziani sconfissero ed eliminarono fisicamente gli uomini della dinastia dei da Carrara e, giunti in città, cancellarono tutto ciò che poteva ricordare l’epoca della signoria Carrarese.

Il grande merito della mostra Memorie civiche Padova Carrarese è quello di riproporre in una comoda vetrina minuscoli frammenti di un patrimonio materiale e culturale distrutto o disgregato a causa di vicissitudini politiche e militari e di ricomporlo idealmente in una lettura complessiva della città e delle sue trasformazioni, sia pure per sommi capi. Disegni, perizie, pitture e stampe di epoche successiva, realizzate fra gli altri da Marino Urbani e da Pierre Chevalier, ci restituiscono come istantanee, immagini dei luoghi simbolo legati all’epopea Carrarese, ora non più esistenti o radicalmente trasformati (il Castello, la Reggia Carrarese).

Altri tesori esposti, meno “visibili” rispetto alle vestigia monumentali e pittoriche, sono i codici miniati appartenuti un tempo alle biblioteche disperse di Francesco il Vecchio e a Francesco il Giovane da Carrara, o i rarissimi documenti superstiti prodotti dalla “piccola ma efficiente cancelleria” sorta attorno ai signori da Carrara.

Una visita alla mostra di palazzo Zuckerman costituisce una interessante tappa di un lungo e affascinante percorso sulle tracce dei Carraresi a Padova. Un percorso che includerà come “soste” le imprescindibili perlustrazioni al Castello Carrarese – magari approfittando del ricco programma di eventi estivi che sta ospitando – e all’interno degli otto complessi monumentali affrescati trecenteschi che hanno reso Padova urbs picta , una “città dipinta” unica al mondo e in quanto tale candidata a entrare nei luoghi dichiarati patrimonio mondiale dall’UNESCO.

Silvia Rampazzo – redazione ecopolis