Lo scorso 20 dicembre, la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio ha notificato ai comuni di Battaglia Terme, Montegrotto Terme e Due Carrare il procedimento per l’imposizione di misure prescrittive di tutela indiretta del Castello del Catajo, per un raggio di circa un chilometro dall’antico maniero (ne abbiamo parlato anche qui).
L’effetto più eclatante è lo stop all’edificazione del più grande centro commerciale della Provincia che era previsto a Due Carrare in prossimità del casello autostradale “Terme Euganee”. Il vincolo, una volta concluso l’iter, diventerà definitivo e dovrà essere recepito dagli strumenti di attuazione urbanistico-edilizi dei Comuni interessati.
La volontà della Soprintendenza non è altro che una riconferma dei dinieghi, di sostanza e non di forma, ricevuti dal progetto in passato. La Regione già nel 1995 si era detta contraria al cambio di destinazione da agricola a commerciale, affermando testualmente: “Francamente non dovrebbero spendersi molte parole per contestare tale scelta, che non è minimamente motivata; i motivi di contrarietà sono comunque: a) di ordine urbanistico perché non sembra ammissibile aggredire – senza giustificazioni una viabilità di livello nazionale (A13) e una variante alla SS 16 ancora da realizzare (si riferisce alla complanare n.d.r.); b) di ordine ambientale in quanto si tratta di un’area tuttora agricola, in diretto rapporto con le storiche emergenze del “Catajo” e della “Mincana”; c) di ordine viabilistico perché non si vede quale sia il bacino di utenza dal centro, a meno di creare altri pendolarismi esasperati…”. Questo ancora nel 1995.
Un ulteriore lampante diniego era arrivato dalla Commissione Provinciale VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che nel 2014 aveva espresso giudizio contrario per un progetto peraltro molto più piccolo dell’attuale (documento qui). Per l’aspetto ambientale e paesaggistico, la Provincia aveva inoltre richiesto un parere al Ministero dei Beni Culturali, che già allora si era espresso negativamente. A onor di cronaca aggiungiamo che l’iter di VIA si è concluso con l’archiviazione del procedimento (documento di archiviazione qui).
Il vincolo attuale non fa altro quindi che confermare un orientamento già manifestato da parte degli organi preposti (in base alla stessa Costituzione) alla tutela dell’ambiente, del paesaggio e dei Beni Culturali.
Certo è presto per cantare vittoria, bisognerà attendere la conclusione del procedimento e c’è l’incognita di un ricorso di Deda contro tale provvedimento, ma il segnale è assolutamente incoraggiante ed è quello che tutti speravamo per una vicenda annosa e intricata: un aiuto concreto da parte del Ministero dei Beni Culturali.
Tutti contenti allora? In realtà non ci sono state pubbliche esternazioni di giubilo da parte del sindaco Davide Moro, contrariamente ai colleghi di Battaglia Terme e Montegrotto Terme che hanno manifestato grande soddisfazione per una norma che diventa un ostacolo insuperabile alla realizzazione del mega centro commerciale.
Eppure la Soprintendenza con questo vincolo “toglie le castagne dal fuoco” al municipio di Due Carrare, che si era sempre dichiarato “obbligato” a normare un’area con destinazione commerciale consolidata da sentenze giudiziarie. Ebbene la norma è arrivata, e direttamente dallo Stato!
Il Comune dovrebbe con tutte le forze appoggiare in modo concreto il provvedimento sospendendo l’iter dell’accordo di programma finché il provvedimento della Soprintendenza non abbia la sua versione definitiva come chiede il segretario regionale del PD Luigi Bisato (Il Mattino 11/1/2018), oppure, come richiesto dalle minoranze consiliari, annullare l’adozione di un accordo di programma che non potrà più essere realizzato. Sarebbe un modo di mostrare finalmente che il Sindaco, come il suo ruolo gli impone, si muove verso l’interesse della collettività e non verso i privati interessi di Deda.
Christianne Bergamin, Annachiara Capuzzo, Francesco Miazzi, Gianni Sandon
Comitato La nostra Terra – Coordinamento associazioni ambientaliste Parco Colli
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