Disallestito il 27 giugno, prorogato sine die nell’anima. È il IMP-International Month of Photojournalism, Festival Internazionale di Fotogiornalismo.
Il festival internazionale del fotogiornalismo non è un festival. E’ una carrellata di sconcezze, di immagini raccapriccianti, di urla di dolore e disperazione fissate da una macchina fotografica e appese al muro per essere guardate e soppesate, giudicate e “ingurgitate” da un pubblico carnivoro. Forse è per questo che la serie di mostre fotografiche ospitate a Padova, organizzate da IRFOSS , è partita proprio dall’Ex Macello, per poi dipanarsi tra tante sedi cittadine. C’era anche il bel Palazzo Angeli, però, ad ospitare gli scatti di un fotografo di guerra, Giulio Piscitelli, con i suoi giovani feriti incastonati in dittico insieme alle pallottole e alle schegge che li avevano colpiti, mentre giocavano o cercavano di scappare inermi dal fuoco incrociato. Ma poi realizzi che loro almeno sono curati in un letto pulito di un ospedale afgano organizzato da Gino Strada e dagli “angeli” di Emergency. E prendi fiato.
Così, piano piano, ti rendi finalmente conto che queste immagini strazianti sono un gesto d’amore, di amore grande verso un’umanità ferita dalle guerre, dai giochi dei potenti, dagli interessi economici e finto-religiosi, da cui non resta fuori nemmeno la nostra amata Patria. E allora vorresti abbracciare questi fotoreporter per il lavoro che svolgono ogni giorno nonostante il pericolo, per denunciare e farci sentire meno indifferenti. E ringrazi chi ha portato queste fotografie a Padova, il direttore artistico Riccardo Bononi e il suo gruppo di lavoro, il Comune, l’Università di Padova, gli sponsor, i supporter e la squadra di volontari, che hanno reso la nostra città, per un mese, il crocevia di mostre, incontri e workshop di livello internazionale. È difficile fare una scelta, ma fissiamo qui due storie, che ci parlano di ambiente e delle tante forme dell’amore: un tributo ai temi che ci sono cari.
Fausto Podavini ci racconta le vite delle persone che vivono nella valle del fiume Omo, in Etiopia, dove i grandi investimenti dei paesi europei e della Cina stanno drammaticamente trasformando uno dei luoghi più importanti per la sua peculiare biodiversità, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1980. Una grande costruzione di dighe, in primis la Gibe III, investimenti esteri per nuove fabbriche di cotone e zucchero, stanno cambiando radicalmente sia l’ambiente naturalistico che la vita quotidiana della popolazione locale. La valle dell’Omo rischia di diventare un pool di risorse per il resto del mondo ma non per la propria popolazione.
Antonio Faccilongo, invece, entra nell’anima di queste “mogli e madri di guerra” con Habibi, il racconto di una storia d’amore ambientata nel mezzo di uno dei conflitti contemporanei più lunghi e complicati, la guerra israelo-palestinese. Le mogli dei prigionieri politici palestinesi, che scontano lunghe condanne nelle carceri israeliane, per concepire nuovi figli, sono ricorse al contrabbando. DI cosa? Della carica riproduttiva dei loro mariti. Le visite coniugali sono negate. Il contatto fisico è vietato, eppure…Ai bambini dei i è concesso un incontro di 10 minuti alla fine di ogni visita, nella quale possono abbracciare i loro padri. In questa occasione, i prigionieri riescono a passare delle provette di fortuna con il loro liquido seminale.. Le vite delle loro mogli, sospese in un’eterna attesa del ritorno dei loro mariti, in questo modo, trovano una nuova ragione. Le donne continuano ad essere amate. Habibi, che in arabo significa “ti amo“, mostra l’impatto del conflitto sulle famiglie palestinesi, cercando di comprendere una realtà nascosta dietro la guerra.
Tony Gentile, racconta il quotidiano della Sicilia e immortala per sempre l’amicizia di Falcone e Borsellino, il processo a Buscetta, la rabbia della società civile e dello Stato contro la straripante violenza della mafia.
I fotogrammi esposti ricostruiscono un piccolo frammento di storia del nostro Paese con la speranza dichiarata di tramandare alle nuove generazioni una conoscenza che dovrebbe essere corredo fondamentale di conoscenza e di crescita.
E’ davvero riduttivo citare solo tre fotografi, il mondo di IMP è tanto grande. Un orgoglio per Padova averlo accolto. Imp Festival | International Month of Photojournalism per guardare e ripassare.
Angela Bigi, redazione Ecopolis