Federalismo stradale in Veneto: un obbiettivo o un falso mito?

La mobilità in Veneto sempre difficile con una viabilità che punta ai pedaggi e il trasporto pubblico sempre più negletto.

 

Era il 2001, e il Veneto si prese circa 2.000 chilometri di strade statali in precedenza gestite da ANAS Spa. La gestione fu affidata a una società costituita ad hoc, la Veneto Strade Spa. Dopo una decina d’anni e di difficoltà crescenti per le manutenzioni ordinarie e straordinarie di questo patrimonio pubblico, si pensò risolutivo restituirlo in parte allo Stato.

Il 23 febbraio 2018, la Regione Veneto ha sottoscritto la restituzione per 725 chilometri di ex strade statali, come hanno fatto anche alcune altre regioni a statuto ordinario. A distanza di 5 anni, però, siamo ancora in attesa che questa triste e illuminante vicenda si concluda. Triste perché dimostra che nonostante una oculata gestione di Veneto Strade Spa si decide di limitare orizzonte e spesa per queste strade non a pagamento. Illuminante perché, da un lato, con lautonomia differenziata si rivendicano 23 competenze da trasferire alle Regioni, dall’altro, alla primissima occasione si cedono pezzi di un federalismo già esistente, in questo caso quello stradale.

Potrebbe sembrare un comportamento incomprensibile ma non lo è, perché è noto che le uniche deleghe dei trasporti che interessano sono quelle che in termini tecnici chiamiamo commerciali: insomma, dove la rimessa dei pedaggi paga il servizio. Si vedano, ad esempio, la vicenda della navigazione sul lago di Garda o come ci si è mossi con i chilometri di nuove strade, tutte a pagamento e alcune perfettamente inutili, costose, faraoniche rispetto al traffico reale, come la Valdastico sud o la Pedemontana Veneta.

Peccato che quando si parla del diritto alla mobilità questo si regga su strade e Trasporto Pubblico Locale, anche ferroviario, indegno per i cittadini veneti.

Forse sarebbe buona cosa, invece di continuare a proporre sempre nuove strade a pagamento o impianti e caroselli sciistici in ogni dove della nostra Regione, prendersi cura del ricco patrimonio esistente. In definitiva una sola grande opera: la manutenzione pianificata e costante delle strade non a pagamento.

La Giunta Regionale del Veneto, nonostante alle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 manchino poco più di 1.000 giorni, non accelera il passaggio decisivo per la risoluzione della rete stradale principale veneta. Peraltro, la folle corsa a nuove strade al servizio degli impianti sciistici in tutte le Alpi è la dimostrazione dell’assurdità della condotta umana dove tra poco si dovrà scegliere se usare la poca acqua disponibile per dissetare l’uomo o creare neve artificiale per il lucro di pochi gestori di impianti sciistici.

Comunque la si guardi questa situazione è l’emblema che nell’attesa di avere le 23 deleghe previste dal Titolo V (art.116 terzo comma della Costituzione) cediamo pezzi di gestione federalista in cambio della promessa di finanziamenti per la manutenzione straordinaria e nuove opere stradali.

Dopo quanto capitato con la cessione della gestione delle tratte ferroviarie Rovigo-Verona e Rovigo-Chioggia questo è un altro fulgido esempio che parole e fatti non sono sempre coincidenti nella pratica quotidiana.

Ilario Simonaggio, Cgil Veneto