Fabbrica dei veleni: rimpallo di responsabilità, servono fondi e sicurezza

Nei mesi scorsi vi è stato il secondo asporto di parte dei rifiuti pericolosi contenuti all’interno dei capannoni della ex C&C di Pernumia, la cosiddetta “fabbrica dei veleni”. A fronte di alcune migliaia di tonnellate asportate, ne restano ancora 44mila all’interno di strutture ormai fatiscenti.

Ma oltre alla pericolosità del sito in sé stesso, ora che sono finiti i lavori, l’area è tornata in stato di completo abbandono,come lo era in passato, e questo ripropone ulteriori rischi legati alla sicurezza: ingressi non autorizzati, atti vandalici alle strutture, abbandono di altri rifiuti di origine incerta e potenzialmente pericolosi. La recinzione infatti presenta dei varchi facilmente transitabili e un enorme graffito testimonia che l’area è frequentata abitualmente; all’interno vi sono devastazioni di ogni tipo e segni evidenti di furti di rame; e in ogni caso, per chi si avvicina all’area, non c’è nessuna segnaletica che ne indichi la pericolosità.

Per cercare di evitare o quanto meno di arginare ulteriori situazioni di rischio, il Comitato SOS C&C e l’Associazione LaVespa di Battaglia Terme hanno promosso una petizione per chiedere al Sindaco di Pernumia, nella sua veste di responsabile della salute pubblica, delle adeguate misure di prevenzione. Chiediamo a tutti i cittadini che conoscono il problema, che ne sono vittime o che condividono le nostre preoccupazioni, di inviare una lettera (fac-simile qui) al Sindaco di Pernumia (indirizzo mail: comune@comune-pernumia.it) e per conoscenza all’assessore regionale Roberto Marcato (indirizzo mail: roberto.marcato@consiglioveneto.it) che, in un recente incontro con le Associazioni, ha dimostrato interesse al problema. Per farlo in modo semplice è sufficiente compilare il form on-line (raggiungibile qui) predisposto dall’Associazione La Vespa.

Intanto, il 18 maggio scorso, Moreno Morello di Striscia La Notizia è tornato per la terza volta a Pernumia per documentare che la fabbrica dei veleni è ancora lì, con tutto il suo carico di morte: “Pensavo di trovare un parco, invece…”, ha esordito nel suo servizio. Non solo in 14 anni non si è riusciti a risolvere il problema, ma il tempo che passa peggiora la situazione: i capannoni rischiano il collasso strutturale, dal tetto piove dentro e si formano pozzanghere di percolato che non si sa dove finisca, anche perché le analisi delle falde sottostanti non sono mai state eseguite nonostante siano state previste e finanziate dal 2009, e il vicino canale Vigenzone è a rischio esondazione ad ogni piena.

Ma a chi spetta intervenire? La Regione Veneto ha inserito la ex C&C nell’elenco dei siti inquinati e da bonificare di interesse regionale, per cui è la Regione la principale protagonista. Finora ha messo in campo 2.200.000 euro, utilizzati per due asporti parziali di materiale (circa il 13%), ma molti di questi soldi se ne sono andati in burocrazia e spese accessorie, circa 750.000 euro. Servono circa 10 milioni di euro, anche dilazionabili in più anni, ma pare che proprio non ci siano. A nostro avviso però, se dovesse succedere il peggio, come un incendio o un’alluvione, i danni sarebbero ben più ingenti del costo del totale asporto! Conviene quindi intervenire prima che si verifichi un disastro annunciato.

Associazione La Vespa – www.lavespa.org
Comitato SOS C&C – www.comitatososcec.altervista.org