Legambiente rappresenta, tra le molte cose, un’occasione di cittadinanza attiva a favore dei beni comuni. Una prima opportunità, la più immediata, è iscriversi, per dare forza ad un progetto. La seconda è diventare volontari, ad es. di Salvalarte.
Ecco la preziosa testimonianza di Francesca, studentessa universitaria fuorisede, che ci svela come sia possibile scoprire universi di storie, saperi e memorie. Per poi restituirle in un percorso di arricchimento reciproco. Chi desidera unirsi a noi?
Leggere, curiosare, visitare sono attività che coinvolgono e appassionano chi le pratica. Capita spesso però di sentir enumerare i monumenti visti in alcune città, i musei o le mostre come fossero bollini di una tessera del “buon cittadino”, il tutto riconosciuto oggettivamente e distaccatamente come Memoria muta.
Si perde di vista in questo modo un rapporto più proficuo con i luoghi e le opere, ossia le produzioni, che hanno creato la storia delle nostre città e di coloro che le ha attraversate. Coloro che abitano nella città e ne conoscono il passato, possono restituire voce e significato a mura, dipinti e ingranaggi, aiutandoci a rileggerli nel contesto storico in cui hanno preso forma.
Salvalarte dal 1998 si dedica a monumenti ancora poco conosciuti e non valorizzati come meritano perché ritenuti meno significativi rispetto ad altri. Essi, invece, costituiscono importanti nodi della rete che ci permette di ripercorrere parte della Storia che ci ha preceduti non solo attraverso grandi nomi e opere importanti, ma anche grazie a piccole storie e a frammenti di pitture o costruzioni. Nel tempo alcuni eventi hanno compromesso l’integrità di questi monumenti, tuttavia alcune persone, mosse da grande volontà, hanno limitato i danni, provvedendo alla loro conservazione, protezione e restauro.
Tra queste persone ci sono i volontari di Salvalarte che oggi si documentano sulla storia della propria città per poterla spiegare con trasporto e intento di condivisione a chi desideri esserne reso parte. Questa condivisione si realizza attraverso un positivo scambio di opinioni e di notizie tra volontari e visitatori, con un considerevole guadagno per entrambi, in termini di approfondimento culturale.
Chiunque può diventare volontario Salvalarte, purchè sia animato dalla curiosità, dalla passione per la bellezza e per la storia di una città o di un piccolo borgo. Potrà curare la sua formazione prendendo visione di appositi sussidi, esplorando la città con occhi nuovi e soprattutto ascoltando le vive voci di volontari e visitatori.
In questo gruppo di volontari, molto composito e propositivo, vi sono alcuni studenti universitari. Ci auguriamo che molti di loro si aggreghino in futuro: potranno così interagire con l’arte e l’architettura applicate al tessuto culturale e sociale della città in cui abitano, talora anche per un periodo limitato, da fuorisede. Infatti è importante considerare lo condizione di fuori sede come un’opportunità unica per inserirsi in una realtà fattiva e in uno scambio relazionale utile sia per la propria formazione personale, sia per coltivare una passione nel tempo libero.
In questo modo si evita di vivere il periodo formativo, qualunque esso sia, come un percorso avulso dalla realtà circostante, estraneo al dialogo con i propri concittadini, eredi di una società, di una tradizione e di una memoria storica.
Quindi questo è un invito ad uscire da casa e dalle aule studio, ad evitare di vivere questa città solo come un dormitorio, ad iniziare invece ad intrecciare relazioni alla ricerca di percorso, dinamico e sorprendente, di collaborazione nella gestione di beni comuni. Beni tangibili nella loro materialità e, nello stesso tempo, carichi di significati immateriali, capaci di avvincere in modo sempre diverso chi vi si accosti, anche grazie al lavoro dei volontari culturali.
Uno scambio continuo tra coloro che vivono la città è strategico per la salvaguardia di quelle testimonianze fragili. Permette di sostenere e divulgare una storia che ci riguarda tutti e sulla quale è possibile coltivare rapporti e costruire professionalità specifiche, composite e nuove per il futuro.
Francesca Andreotta, volontario Salvalarte