Più cemento, meno vivibilità. Ecco la sintesi per descrivere quanto negative siano le conseguenze che il PAT di Selvazzano, recentemente adottato dall’Amministrazione, potranno comportare per la città.
Eppure secondo la legge regionale 11/2004 che lo istituisce il PAT, Piano di Assetto Territoriale comunale, serve a correggere e migliorare le previsioni dei Piani Regolatori vigenti (generalmente molto gonfiati rispetto alle reali necessità di edificazione) per la “… promozione e realizzazione di uno sviluppo sostenibile …”.
L’Amministrazione di Selvazzano, interpretando il concetto di sviluppo sostenibile come “sviluppo infinito”, ha elaborato un PAT assolutamente sovradimensionato rispetto alle necessità.
Le stime di crescita ISTAT prevedono un incremento di 1.740 abitanti in 10 anni, con una soglia di saturazione a 27.000 abitanti, a fronte di una popolazione attuale di 22.500. Il volume necessario si attesterebbe pertanto a 350.000 mc, ben al di sotto dei 750.000 mc indicati nell’attuale PRG.
Guarda caso la nuova volumetria finale risulta invece calcolata in 1.100.000 mc che sembra essere l’esatto valore del vecchio PRG aggiornato alle nuove esigenze. Motivazioni? “Obiettivi strategici” e delle non meglio precisate “dinamiche demografiche”.
Si prevede inoltre un maggiore incremento, sovrastimato rispetto l’ISTAT, di 5.500 nuovi abitanti che porterebbero i residenti a 28.000 circa e quindi sensibilmente al di sopra della Soglia di Saturazione indicata.
A quanto indicato dobbiamo aggiungere:
- la trasformazione ad aree edificabili dei terreni agricoli lungo via Don Bosco (tra Tencarola e Selvazzano);
- l’aumento delle aree per ulteriori nuovi centri commerciali;
- l’ampliamento del 35 % delle zone industriali esistenti;
- le nuove strade di accesso da e per il Grande Raccordo Anulare;
E’ chiaro pertanto che si sia persa un’irripetibile, ottima occasione per rendere Selvazzano una città più verde e maggiormente vivibile. Al contrario, è un assalto al territorio senza precedenti, una vera colata di cemento e asfalto che produrrà una serie di danni ecologici irreversibili.
La fragilità del territorio di Selvazzano è sotto gli occhi di tutti, ma l’Amministrazione continua ad immaginare uno sviluppo urbano della città degno dei peggiori anni ’50.
In aggiunta a tutto ciò, attorno a Selvazzano, comune fino a poco tempo fa a vocazione sostanzialmente verde, sono in atto una serie di aggressioni esterne piuttosto importanti:
- il Grande Raccordo Anulare di Padova che attraverserà Feriole;
- la nuova grande lottizzazione di via Monte Rua (Padova) ovvero un’area verde, alla confluenza fra il Brentella ed il Bacchiglione, che da sempre svolge funzione di bacino di assorbimento delle piene;
- l’edificazione dei nuovi centri commerciali previsti tra Padova ed Abano;
- la ripresa del nefasto progetto di mega centro commerciale nelle aree dell’ex seminario.
Tutto ciò finisce per causare nel nostro territorio varie criticità che un PAT, così predisposto, ovviamente non contribuisce a risolvere nè mitigare. Anzi.
- fine del piccolo commercio, attraverso i negozi di quartiere, causa l’inesauribile proliferare dei centri commerciali;
- trasformazione dell’abitato in zone dormitorio maggiormente aggredibili dalla microcriminalità;
- peggioramento della qualità dell’aria dovuto al traffico indotto dalla nuova viabilità;
- peggioramento della viabilità, già oggi abbondantemente concentrata nel tratto via dei Colli – via Padova;
- riduzione dei corridoi ecologici, soprattutto a Tencarola e a Caselle, necessari per il passaggio dei pochi animali rimasti;
- impermeabilizzazione di ulteriori vaste aree del territorio, con maggior pericolo di alluvioni ed esondazioni della rete fluviale minore, tutt’ora inadeguata
Per tentare di limitare tali danni Legambiente Selvazzano ha presentato una serie di Osservazioni (come previsto dalla legge) che potessero contribuire a trovare soluzioni. Osservazioni che non sono state accolte dall’Amministrazione.
A questo punto non ci rimane che informare i cittadini, nella speranza di creare quanta più consapevolezza e conoscenza diffusa, in merito gli effetti del PAT così come viene presentato.
Chiediamo il rispetto da parte dell’Amministrazione dell’art. 5 della legge 11/2004 che impone “… l’utilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistano alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo esistente …”. Il rispetto di tale norma, della quale non vi è traccia nei calcoli dimensionali del PAT, diventa per noi fondamentale in quanto potrebbe da sola soddisfare il fabbisogno abitativo dei prossimi 10 anni a Selvazzano.
E sappiamo tutti quanto il nostro territorio risulti ricco di nuovi edifici invenduti o da recuperare.
Paolo Cestaro, Presidente Legambiente Selvazzano – Circolo “I Ponti e la Selva”