Il Consiglio Regionale Veneto ha prolungato la validità del piano faunistico-venatorio regionale al 9 febbraio 2017. Il piano era stato approvato nel 2007 con validità fino al 2012 (la durata massima stabilita dalla legge regionale).
Nel 2014 era già stato prorogato fino al Febbraio 2016.
E adesso un’altra proroga!!
Tutto il territorio agro-silvo-pastorale nazionale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria. I piani sono predisposti dalle Province d’accordo con la Regione.
I piani faunistico-venatori determinano aspetti importanti del territorio, incluso le oasi di protezione, le zone di ripopolazione e cattura, l’identificazione dei valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna, i programmi di miglioramento ambientale volti a favorire la riproduzione naturale e la sosta della fauna selvatica, i criteri per l’assegnazione del contributo ai proprietari e conduttori di fondi rustici ai fini dell’utilizzo degli stessi nella gestione programmata della caccia.
Ma se i piani faunistico-venatori hanno, secondo la legge Regionale, una durata quinquennale, come è possibile che ci stiamo trascinando dietro un piano faunistico-venatorio del 2007 (con dati del 2004)?! E soprattutto, con quale coraggio si vuole prorogarlo ancora fino al 9 febbraio 2017?!
I cacciatori veneti nel 2016 stanno andando a caccia secondo un piano faunistico venatorio regionale deciso nel 2007 sulla base di dati che fotografano la situazione del Veneto nel lontano 2004! Nel frattempo il Veneto è diventato quello che è: la groviera d’Italia, quella dell’autostrada A31 Rovigo – Piovene Rocchette, della Superstrada Pedemontana Veneta e di tutte le massacranti “grandi opere”. La Regione che detiene il primo posto in Italia (in termini di m3 per abitante e m3 per km2) per centri commerciali, ipermercati, supermercati, capannoni, case, ecc.
Ma non è finita! Andrea Zanoni, Consigliere regionale e Vicepresidente della Commissione Ambiente, fa notare i cittadini proprietari di terreni agricoli non potranno richiedere di vietarci la caccia. La legge nazionale sulla caccia, e quella regionale, prevedono la possibilità di vietare la caccia su domanda dei conduttori e proprietari. Questo diritto viene però garantito dalle leggi solo ed esclusivamente durante una breve finestra temporale di trenta giorni dalla pubblicazione del piano faunistico-venatorio” sul bollettino ufficiale della regione Veneto.
Questo sacrosanto diritto dei cittadini veneti viene quindi negato per ben 5 anni, ovvero da quando il piano è scaduto nel 2012.
Si tratta dell’ennesimo regalo alla minoranza venatoria. Che rappresenta, è bene ricordarlo, lo 0,85 % della popolazione (42.000 cacciatori su 4.937.854 veneti). Questo mentre l’istituto Eurispes rileva che il 78,8 % dei cittadini si dichiara contrario alla caccia, mentre soltanto un quinto della popolazione (21,2%) si trova ad essere d’accordo con tale pratica, contro il 24,4% dello scorso anno (-3,2 %).
L’appello è rivolto a tutte le associazioni di protezione ambientale e ai proprietari e conduttori di fondi agricoli di scrivere alle autorità per chiedere di annullare il prolungamento del Piano faunistico venatorio e, in subordine, di introdurre l’emendamento presentato dal Consigliere Zanoni di poter richiedere il divieto di caccia nei propri terreni, anche in caso di proroga del Piano faunistico venatorio. L’indirizzario e il testo per il mailbombing possono essere trovati a questo link.
Ente Nazionale Protezione Animali – Padova
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Veneto
Coordinamento Protezionista Padovano