“C8HF15O2 – Formula di un disastro invisibile”. Alla Pangea sabato 30 settembre ore 18 vernice della mostra fotografica e presentazione del volume di Federico Bevilacqua
Una decina di anni fa alcuni studi effettuati dal Ministero dell’Ambiente e da IRSA-CNR portarono alla luce quello che si rivelò uno dei più grandi casi di inquinamento dell’acqua a livello continentale da sostanze perfluoroalchiliche genericamente chiamate PFAS.
Le indagini rilevarono concentrazioni molto elevate di PFOA (Acido perfluorootanoico – C8HF15O2), uno dei composti più pericolosi, per il bacino idrografico Agno-Chiampo.
I dati pubblicati furono sconcertanti: una superficie terrena interessata di circa 700.000 chilometri quadrati tra le province di Vicenza, Verona e Padova ed una falda paragonabile per estensione al lago di Garda e classificata come la seconda più grande d’Europa. La popolazione direttamente coinvolta pari a 350.000 persone, con una proiezione a circa 800.000 in virtù dello spostamento della falda stessa.
Le fotografie esposte rappresentano un estratto di una ricerca editoriale di più ampio respiro contenuta nel volume ” C8HF15O2 – Formula di un disastro invisibile” edito da Penisola Edizioni.
Un viaggio di qualche anno, oltre il muro dell’omertà, che ci avvicina alle persone che continuano a lottare per ottenere giustizia, per affermare il “principio di precauzione” cardine della legislazione ambientale e il diritto all’acqua come bene pubblico.
Uno studio che restituisce un’anatomia del dissesto ecologico e dello sconforto sociale che hanno animato un vasto movimento di associazioni, cittadini, professionisti, mediante azioni di protesta come di proposta. E con un’attenzione responsabile tesa sulle future generazioni, affinché un tale disastro invisibile non si ripeta più.
Una mappa per orientarsi nell’articolato sviluppo di uno tra i casi più eclatanti di inquinamento industriale in Italia, considerato tra le più grandi contaminazioni dell’acqua nella storia d’Europa.
Appuntamento sabato 30 settembre ore 18.00, Via San Martino e Solferino 106, libreria Pangea.
L’interesse di Federico Bevilacqua per la fotografia si sviluppa inizialmente attraverso la fruizione di libri e mostre con preferenza quasi immediata per il bianco nero. I primi anni della sua esperienza fotografica sono dedicati alla sperimentazione e al perfezionamento delle tecniche di sviluppo e stampa analogica e inizia a cimentarsi nel reportage, rivolgendo l’attenzione prevalentemente all’individuo in vari contesti sociali: l’ambiente urbano, la strada, la metropolitana e, più recentemente, alle problematiche ambientali.
Fonte principale della sua ispirazione fotografica sono i luoghi, le persone e le situazioni sociali per raccontare sia la condizione umana che l’impatto
sull’ambiente, passando nel tempo da forme di reportage tradizionali ad approcci più contemporanei e concettuali.
Giandomenico Tono, libraio Pangea