Aspettando la pista ciclabile promessa

Per vivere meglio in era di transizione ecologica le piste ciclabili sono fondamentali. La proposta del Comitato ambientalista Vivere bene a San Bellino.

 

Passando per via del Giglio – quella via stretta e alberata che costeggia il lato ovest di parco Morandi-  un pomeriggio di un giorno qualsiasi della settimana ha meravigliato anche me la quantità di persone che transitavano sulla ciclopedonale. C’era chi correva e chi andava in bicicletta, c’erano coppie di anziani a passeggio, bimbi in bici che precedevano il genitore, signore col cane. Tutti a godersi quel percorso ombreggiato, rasserenante. A volte lanciavano uno sguardo alla casetta coperta d’edera e in rovina o al pozzo che incontravano sul percorso o agli ortolani che, privilegiati, avevano accesso al cancello d’entrata al parco anche da quel lato. A volte sul percorso qualcuno doveva farsi da parte: o passava il ciclista o il signore col cane; o passava il bimbo in bici o la coppia di vecchietti. Uno dei due doveva cedere il passo. Mi sono detto che quel percorso può essere migliorato: messo un fondo drenante per evitare che si inondi nei giorni di pioggia, che riempia le scarpe di fango e allargato un pochino per permettere un transito più agile e non tentare i ciclisti ad andare contromano sulla strada, mettendo in pericolo la loro e la altrui incolumità. E certo la gente ha diritto a transitare in tranquillità e in sicurezza e non tutti vanno in palestra o ai colli per passare qualche ora nel pomeriggio: si accontentano di una passeggiata.

A me però, sensibile all’ambiente dai tempi della mia giovinezza e oggi attivista convinto, il destino di quel tratto di questa piccola storica via preoccupa. Infatti, proprio su via del Giglio, angolo via Guardi, è sorta l’edificazione di 12 appartamenti, che fra l’altro si è anche presa parte del marciapiede con un muretto in cemento. Poco più in là, accanto a un magnifico spazio verde privato, svetta il cartello della prospettata costruzione di 12 bifamiliari: il cosi detto PUA dei padri rogazionisti. Dove andranno tutte quelle auto in più se non sulla piccola via del Giglio? Non verrà fatta pressione perché venga allargata, togliendo così un pezzo di parco, l’alberatura, la casetta e infine il carattere di questa piccola via, cancellandolo? Paure infondate, mie e di tutti i firmatari della petizione? Speriamo, ma sta di fatto che al momento la variabile che prevede l’allargamento della strada e la demolizione della casetta non è stata tolta. Per questo temiamo, nonostante le rassicurazioni a voce da parte degli assessori competenti. E più avanti, sulla stessa via si aprono i 60.000 m del terreno di proprietà degli eredi Morandi  – i discendenti degli ex-proprietari dell’omonima fornace e della casetta oggi in rovina, una delle tante, dove vivevano i mattonieri. Sicuramente anche loro chiederanno di costruire.

Tuttavia, c’è una nota positiva in questo sogno collettivo all’insegna della mobilità alternativa: il finanziamento ottenuto del proseguo del corridoio ciclo-pedonale via Zize – via Induno con allacciamento al parco Morandi. Durante l’anno “Padova capitale del volontariato” due gruppetti di ciclisti, 24 in tutto per le limitazioni dettate dal Covid, hanno provato due possibili alternative per l’arrivo al parco che, in estrema sintesi, possono riassumersi così: percorrendo tutta via Guardi una virava a destra costeggiando lo spazio adiacente alle case su via Schiavone, l’altra virava a sinistra inserendosi su via del Giglio. In quell’occasione, il vice-sindaco si è dimostrato sensibile al tema e si impegnato a prolungare il corridoio fino al parco. E così sarà. Gli chiediamo che il progetto si traduca presto in realtà, e che, delle due varianti, prediliga il passaggio per via del Giglio, usando parte di quei fondi per migliorare anche quella ciclopedonale. Il bel sogno da via Vianello e da San Bellino al Brenta si fa più vicino.

Antonio Huaroto. coordinatore del Comitato vivere bene a San Bellino