Che succede al Basso Isonzo? La notizia che l’Ira potrebbe dare il via alla costruzione di 10 palazzine preoccupa, ma le alternative esistono e se ne discuterà in assemblea il prossimo 14 luglio.
La notizia che l’IRA (Istituti Riuniti di Assistenza) starebbe per avviare già il prossimo mese i lavori preliminari per la lottizzazione dei terreni posseduti nel Parco del Basso Isonzo sta suscitando un acceso dibattito tra cittadini e amministratori. Una lottizzazione, lo ricordiamo, progettata nel 2009 e frutto di una “perequazione urbanistica”, che prevede la costruzione di dieci palazzine per un complesso di cento alloggi e 30.020 mc, su di un’area di 37.000 mq (ne abbiamo parlato qui), nel cuore di quello che si era pensato potesse divenire il più grande parco urbano di Padova.
Contro il progetto dell’IRA recentemente è intervenuta anche la Consulta di Quartiere 5b approvando una dura mozione di denuncia con la quale si appella all’Amministrazione Comunale affinché impedisca un ulteriore consumo di suolo in un’area di così alto valore ambientale ed ecologico, individuando possibili soluzioni alternative da mettere in pratica il prima possibile. Una mozione a cui hanno successivamente aderito numerose altre Consulte di Quartiere e diverse associazioni ambientaliste*, con cui si è chiesto e ottenuto anche l’organizzazione di un’assemblea, con la presenza del Sindaco, degli assessori interessati e dell’IRA, fissata per martedì 14 luglio alle 18, al Parco dei Girasoli in via Bainsizza.
Considerata l’assurdità del progetto di nuova edificazione in questo contesto urbano, tanto più dopo la pandemia di questi mesi a cui sembrava che anche la nostra Amministrazione avesse reagito sostenendo la necessità di un radicale cambiamento del modo di concepire le città e il territorio, noi pensiamo che possano e debbano essere esplorate ed intraprese strade diverse.
Una prima possibilità è che il Comune, magari anche con il sostegno di un crowdfunding aperto a cittadini, fondazioni, enti benefici ed istituti finanziari, acquisti l’area dall’IRA. Il valore di mercato dell’area si aggira attualmente attorno ai tre milioni di euro, e se è vero che oggi la casse del Comune sono vuote, è anche vero che sembra imminente un provvedimento governativo di rifinanziamento o di eliminazione dei vincoli relativi all’accensione di mutui. E comunque per il prossimo futuro continuano ad annunciarsi importanti flussi finanziari da parte della Comunità Europea per programmi finalizzati alla salute dei cittadini e alla riconversione ecologica del territorio (Fondo di stabilità Europeo, Recovery Fund – Next Generation, Green Deal, nuova PAC). Fondi che però richiedono la presentazione di progetti incisivi e di ampio respiro.
Una seconda ipotesi è quella già da tempo proposta all’IRA dall’Assessorato all’Urbanistica, che comporterebbe il trasferimento di almeno il 70% della volumetria edificabile dell’IRA in altre aree concesse in permuta da parte del Comune, a patto che siano aree dismesse o comunque aree già urbanizzate e destinate all’edificazione. In questo caso è auspicabile che l’IRA predisponga a sua volta dei progetti coerenti con le sue finalità istituzionali, e in tal senso si suggerisce una nuova modalità di affrontare la problematica della cura degli anziani, come da diversi anni si sperimenta in numerosi paesi europei e negli Stati Uniti, come la diffusione dei “Senior cohousing”.
Nell’area del Basso Isonzo esistono tutte le risorse per immaginare ed elaborare un progetto complesso, fondato in primo luogo sulla sperimentazione di nuove forme di agricoltura urbana e finalizzato all’ecologia e all’alimentazione sostenibile, partendo dalle realtà che già operano con successo: un progetto che possa intercettare nuovi finanziamenti, che potrebbero essere stanziati nel prossimo futuro anche a livello europeo. E’ pertanto auspicabile istituire un “tavolo di progettazione” che coinvolga l’equipe di Stefano Boeri (incaricato della redazione del nuovo Piano degli Interventi), i tecnici del Comune, le aziende operanti in zona, le associazioni ambientaliste e di categoria, la Fondazione Cariparo, la Banca Etica, per dare finalmente vita al Parco Agricolo del Basso Isonzo.
Sintesi a cura della redazione di Ecopolis, da un contributo (qui testo integrale) di Sergio Lironi – Presidente onorario di Legambiente Padova
* Le prima realtà che hanno deciso di sostenere la Mozione per il Basso Isonzo della Consulta 5B: Legambiente Padova / Cooperativa Terre del Fiume / Ca’ Sana / Italia Nostra / coop. i dodici mesi – Osteria di Fuori Porta / AIAB Veneto /Cooperativa El Tamiso / PaAM- Ass. Parco Agropaesagistico di Padova / Comitato Difesa Alberi E Territorio / Gruppo Scout Pablo Neruda / Circolo Wigwam Il Presidio / Comitato Iris / Associazione Studenti Universitari – ASU Padova / Il Sindacato degli Studenti – LINK Padova / GIT Padova di Banca Etica / Lipu / Rete architetti Città Amica / Studenti Per – UDU Padova / Rete degli Studenti Medi Padova / Associazione per la pace
Mozione per il Basso Isonzo IRA Basso Isonzo – 14
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