Sabato mattina alla ex Fornace Carotta il mondo del Volontariato e del non profit padovano si è dato appuntamento per iniziare a riflettere e confrontarsi (evento fb qui) a partire da alcune problematiche molto concrete sulle quali è quotidianamente impegnato: il sociale e le sue fragilità, la cultura e l’inclusione, l’ambiente e lo sport di base, la sussidiarietà e partecipazione.
Inizierà un percorso, pubblico e partecipato, che “consenta di arrivare con credibilità e forza ad interloquire con l’Amministrazione comunale di oggi e di domani”. Si va ad istituire una sorta di tavolo delle associazioni per rispondere alla domanda “qual è il ruolo del volontariato?
Emanuele Alecci, Presidente del CSV che ha fortemente voluto questo appuntamento, in questi giorni, sui giornali, nel web e sui social lo ha ribadito più volte: “il compito che ci dobbiamo porre è duplice: individuare domande, prima ancora che offrire risposte, che pongano la questione sociale come questione centrale guardando, non solo all’orizzonte temporale delle prossime elezioni, bensì al futuro della città di Padova nei prossimi anni. Inoltre abbiamo il dovere di offrire, anche alla politica, una “vision globalizzata” del volontariato, partendo dall’idea che noi abbiamo di noi stessi, un mondo variegato, composito che, dall’ambiente agli anziani, dai disabili allo sport concorre a rendere la nostra città una Padova migliore, più solidale, in grado di accogliere chi partecipa, a vario titolo ed in vario modo, alla sua crescita umana oltre che economica”.
A seguire ci sarà un mese di gruppi di lavoro di ulteriore approfondimento su priorità, cosa serve per risolverle e cosa è in grado di offrire il volontariato a questa città. Ad aprile un confronto con i candidati sindaco chiamati a confrontarsi con la “visione di città” così come emerge dal mondo associativo.
Perché il Volontariato non è indifferente a chi siede a Palazzo Moroni: dall’Amministrazione dipendono molte delle scelte che segnano la nostra quotidianità: dall’impegno per il Bene comune alla cura delle fragilità, dall’offerta scolastica alla qualità all’offerta culturale, dalla cura del verde alla qualità del trasporto pubblico, dall’attenzione alla salute pubblica all’accoglienza.
A Padova il Terzo settore ha alle spalle una grande tradizione, di servizio ed interventi, ma anche di sperimentazione ed innovazione: è la città di monsignor Nervo, dove è nata Banca Etica e Fairtrade Italia, del Cuamm ed oggi ha una miriade di associazioni fortemente radicate, nella quale (molti) anni fa si organizzava Civitas, tanto in anticipo coi tempi da dover poi emigrare in altri lidi. Per questo si scommette – a ragione veduta – che le 700 associazioni abbiamo molto da dire, oggi a chi si candidata a sindaco e domani a chi governerà.
Nei giorni scorsi Claudio Malfitano sul Mattino ha raccolto alcune riflessioni di Alecci che aiutano a capire lo spirito con cui il volontariato si dà appuntamento: «Siamo per un protagonismo. Non siamo più nel periodo in cui possiamo accettare una logica lobbistica. Chiederemo conto a chi verrà eletto dei suoi impegni. Mettiamo a disposizione un laboratorio che sarà una sorta di centro studi per la città. Verificheremo i nostri temi con i futuri amministratori».
“E il tema immigrazione?” Lo ha incalzato Malfitano. «Serve una città accogliente. Alzare muri non porta a nulla. C’è il lavoro quotidiano di tante associazioni per l’inclusione sociale. Vogliamo che i politici vengano a vederlo».
E quando gli viene ricordato che è arrivata la crisi e che “oggi il Comune ha meno risorse” Alecci chiarisce «Il nostro impegno è dare indicazioni sostenibili. Non chiediamo soldi ma attenzione».
Sabato mattina saranno proposte alcune parole chiave e i temi con l’intento di stimolare, avviare e facilitare la discussione che proseguirà fino ad aprile.
Si partirà dal ribadire il valore del principio di sussidiarietà, come richiamato dall’art. 118 della Costituzione italiana, intesa come garanzia alla società civile di essere libera di operare come parte attiva, in pieno spirito di collaborazione con le Istituzioni e non come semplice lasciar fare laddove mancano risorse o l’intenzione ad intervenire. E a partire da questo modo di intendere la sussidiarietà che il mondo del volontariato si pone e propone al fianco delle istituzioni perché si formi una società più aperta, disponibile e matura nei confronti degli altri, in particolare delle fasce più deboli.
Un altro tema guida sarà l’inclusione, intesa come processo volto a garantire ad ogni persona, con le sue unicità, la partecipazione alla vita sociale e civile. Fenomeno complesso che rigetta la standardizzazione, si intende praticabile se poggia su almeno tre pilastri. Il primo è garantire l’accesso alla cultura; ma occorre anche permettere la partecipazione alla vita della comunità nel rispetto delle esigenze dei vari gruppi di persone. Inoltre bisogna ampliare le possibilità di contribuire alla produzione e distribuzione culturale.
Altro stimolo sarà quello della sostenibilità ambientale. Il presupposto proposto sarà che esista una interconnessione fra la crisi ambientale, sociale ed economica, ragion per cui solo affrontandole insieme si può pensare di trovare una soluzione. I programmi da co-progettare insieme (istituzioni, attori del sociale e dell’economico) per garantire salute e qualità del vivere dovranno riguardare la rigenerazione urbana, l’incremento del sistema del verde e la promozione dell’agricoltura urbana el’accesso ad una mobilità sostenibile. Tutti ambiti che, se sviluppati, possono ingenerare nuove economie e lavoro.
Ecopolis seguirà il percorso del volontariato padovano, così come continuerà a dare spazio alle proposte che le singole associazioni stanno facendo a chi si candida a Sindaco.
Andrea Nicolello Rossi, direttore di ecopolis
… di quale volontariato si parla in questo articolo? Di quello che corrisponde al significato del termine e che quindi viene svolto con risorse proprie?