La rigenerazione urbana sul grande schermo

locandina_scusate se esisto_corvialeE’ un tema avvincente sia per gli addetti ai lavori che per il grande pubblico. Nel film Scusate se esisto, l’arch. Bruno Serena si cala nel sogno di riqualificazione di un quartiere romano. Il lieto fine è ancora dietro l’angolo.

Prendete la coppia Paola Cortellesi e Raul Bova e mettetela in una commedia con un po’ di romanticismo, molti equivoci e identità taciute, colpi di scena, un’ironica sfida agli stereotipi di genere e un non scontato lieto fine: funzionerà.

Come funziona il sogno di poter cambiare una situazione invivibile attraverso un progetto di riqualificazione che, partendo dagli stessi abitanti del palazzone in questione, riesca a creare e condividere spazi per un’esperienza di comunità.

Scusate se esisto di Riccardo Milani, è un film che nel 2014 raccontava, romanzandola in una commedia leggera, l’esperienza dell’arch. Guendalina Salimei. Proponeva di trasformare il “Serpentone” del Corviale in un chilometro “verde” che recuperi le intenzioni della primissima progettazione di un enorme complesso abitativo di periferia.

Paola Cortellesi interpreta l’arch. Serena Bruno, giovane emigrata e tornata in Italia al prezzo di rinunciare a buona parte della propria identità professionale (e anche della propria dignità, almeno temporaneamente), fino alla presentazione di un progetto per riqualificare il controverso palazzone del Corviale. Un equivoco la convince a presentare il suo progetto sotto il nome di Bruno Serena: l’attenzione guadagnata fingendo di non essere una donna (con la complicità del personaggio di Raul Bova) la porta a difendere il progetto e gli abitanti del complesso dagli interessi speculativi che rischiano di snaturare una proposta nata per permettere il miglioramento delle condizioni abitative. Gli spunti comici e la carica ideale del percorso dei protagonisti portano lo spettatore a interrogarsi sulla storia del vero Corviale.

Questa è spiegata dall’arch. Andrea Giunti in una puntata di Vivere l’architettura, disponibile qui su YouTube. E’ l’utopia di una città in un edificio e rappresenta le delusioni e le aspirazioni grandi dell’architettura degli anni Sessanta e Settanta. Progettato dall’arch. Mario Fiorentino, può contenere 6.000 persone.

Il degrado che l’ha interessato è stato oggetto di attenzione fin dalle prime occupazioni abusive del piano destinato ai negozi e poi oggetto del progetto Salimei: col fallimento della ditta esecutrice dei lavori, la città-palazzo era rimasta completamente senza servizi.

Dal problema alla ricerca, a più riprese, di una soluzione: l’esigenza di riqualificare ma anche la voglia degli abitanti stessi di farsi protagonisti di un’attività di informazione http://www.corviale.com/, si arriva alla creazione di una rete di relazioni e opportunità.

Il più recente dei bandi risale a pochi mesi fa. Marzo-aprile 2016 è la scadenza prevista per il bando Rigenerare Corviale, un concorso internazionale di progettazione bandito dall’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale del Comune di Roma, promosso e finanziato dalla Regione Lazio. Gli esiti del concorso sono stati pubblicati lo scorso dicembre: il progetto vincitore è quello di Laura Peretti.

La vittoria già conquistata dal Serpentone è l’aver attirato nel tempo l’attenzione dei media e di un pubblico ampio sulle esigenze di una buona progettazione e dell’impatto enormemente positivo che una riqualificazione adeguata può avere.

Annalisa Scarpa, redazione di ecopolis