Troppo cemento a Ponte San Nicolò?

ponte san nicolo_peepLegambiente ha invitato l’amministrazione di Ponte San Nicolò a programmare uno sviluppo urbanistico in modo attento, senza consumo di suolo.

L’auspicio è stato espresso nell’ambito del primo incontro sul Piano di Assetto Territoriale, che l’amministrazione locale ha organizzato il 15 febbraio scorso, una serata pubblica per illustrare i contenuti del documento preliminare adottato con delibera di giunta del 01/04/2015.

Dopo una presentazione a cura del vice sindaco nonché assessore alla pianificazione del territorio, la presentazione è stata condotta dai professionisti chiamati alla stesura del piano e si è sviluppata con particolare riguardo agli studi agronomico, geo litologico e urbanistico. È su quest’ultima parte che questo articolo intende soffermarsi. Si ipotizza un dimensionamento del piano in relazione allo sviluppo demografico, basato sull’andamento dell’ultimo decennio, che consiste nel consumo di una superficie agricola utilizzabile ampia più di 120.000 mq.

Questi dati ci portano ad una proiezione decisamente spinta dello “sviluppo” del territorio comunale, sia perché considera un lasso temporale che ridimensiona quello che di fatto si è dimostrato un sostanziale blocco della crescita della popolazione residente dell’ultimo quinquennio (saldo positivo di sole 200 unità), sia soprattutto perché “sfrutta” tutta la superficie agricola utilizzabile permessa dalla legge vigente.

Il nostro intervento ha voluto enfatizzare alcuni punti che a nostro avviso devono essere presi in considerazione per una seria programmazione urbanistica del prossimo decennio:

  • la proiezione demografica deve tener conto del recente trend che ha visto confermato il saldo sostanzialmente pari a zero fra nascite e morti e fortemente ridotto il saldo positivo del flusso migratorio;
  • ai fini della definizione delle necessità di edificazione va considerata tutta la superficie che il Piano Regolatore vigente classifica come edificabile ma sulla quale non è ancora stato costruito;
  • non si può prescindere da un censimento degli immobili sfitti e/o invenduti per capire quanto della prossima domanda abitativa potrà essere soddisfatta dal già costruito;
  • in ottemperanza a quanto previsto dalla legge 11/2004 che consente “l’utilizzo di nuove risorse territoriali solo quando non esistono alternative alla riorganizzazione e riqualificazione del tessuto insediativo” vanno privilegiati tutti quegli interventi di rigenerazione urbana che possono migliorare la qualità dell’esistente ancora una volta risparmiando suolo.

La risposta del professionista, basata sulla sua esperienza e sul confronto con altri comuni di dimensioni minori, ci è parsa piuttosto debole: la superficie agricola potenzialmente utilizzabile si può considerare “piuttosto modesta”; inoltre negli ultimi anni il mercato stesso è diventato primo difensore dal consumo di suolo. Tocca alla Giunta tirare le conclusioni del processo partecipativo circa la stesura del Piano. Va riconosciuto che il processo è stato articolato, ben distribuito su tutto il territorio comunale; sono stati somministrati dei questionari alle famiglie, raccolti, elaborati e resi pubblici.

Ci auguriamo che gli amministratori di ponte San Nicolò, i quali hanno dimostrato attenzione verso la fragilità del territorio legata ai recenti disastri ambientali, diano delle linee guida che seguono uno sviluppo sostenibile ed accettabile dal territorio stesso.

resoconto a cura di Mauro Dal Santo, redazione di ecopolis

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