UN BOSCO DI ULIVI CRESCE IN PALAZZO DELLA RAGIONE

“Ex It”, istallazione dell’artista Yoko Ono, ci parla di morte e resurrezione perché l’orrore e il dolore vanno accolti e trasformati

 

Un bosco di ulivi cresce all’interno del Salone: cento alberi che nascono da altrettante casse di legno chiaro, delle metaforiche bare da cui risorge la vita. Si tratta di una visione emozionante, che lascia sorpresi ma non attoniti, quella che balza agli occhi del visitatore del Palazzo della Ragione. Una visione arricchita dal cinguettio di uccelli invisibili: un suono di serenità e speranza.  E’ “Ex It”, l’installazione di Yoko Ono, l’artista giapponese, già moglie di John Lennon, che nel 1996, visitando la nostra città, e proprio la meravigliosa sala affrescata patrimonio dell’UNESCO in Piazza delle Erbe, ebbe l’ispirazione di quest’opera che ci parla di morte e risurrezione, di guerra e di pace, di distruzione e resilienza. Al termine della mostra le casse verranno bruciate, ma per volere della stessa artista, gli alberi di ulivo dovranno essere piantati a terra e l’Amministrazione comunale ha scelto di portarli in un luogo altrettanto evocativo, ad Arquà, nella casa del Petrarca.

Il ricordo di Yoko Ono: «Ebbi l’occasione di visitare Padova, in Italia. Mi accompagnarono in un antico palazzo in pietra, costruito molti secoli fa: Palazzo della Ragione, edificato nel 1218. Senza darmi spiegazioni, un uomo mi fece salire al secondo piano. Davanti a me si apriva ora un enorme spazio, simile a una sala da ballo. Improvvisamente, nella mia visione, scorsi molte persone allineate in fila nella stanza. Cosa stava succedendo? In quel momento, la persona che mi aveva portato lì mi spiegò che quella era una stanza dove venivano effettuate le esecuzioni. Non era una sala da ballo. Vidi molte, molte bare di uomini, donne e bambini che riempivano la stanza. Alla fine, da ognuna delle bare spuntarono degli alberi. Gli alberi divennero una foresta. Uccelli cantavano tutt’intorno… e io cominciai a piangere. È così che è nata quest’opera. È la memoria di ogni razza, di ogni Paese. È la memoria del genocidio: il dolore, l’orrore e la salvezza. I morti volevano che ricordassimo, credo. Le nostre lacrime aiuteranno a guarire la memoria».

Jon Hendricks, curatore della mostra presente all’inaugurazione dell’installazione, è anche uno dei primi curatori e critici del movimento artistico Fluxus, fondamentale per il cambiamento radicale nella comprensione dell’arte in diverse parti del mondo a partire dagli anni Sessanta. I manifesti di Fluxus, le numerose opere d’arte e le istruzioni su come realizzarle circolarono tra gli artisti negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, in una rete coordinata in gran parte dal fondatore del movimento, l’architetto e designer George Maciunas (Jurgis Mačiūnas), un emigrato lituano. Nato a New York, il movimento si rivolgeva contro il sistema artistico rigido, elitario e “eccessivamente auto-importante” delle scuole d’arte, dei musei e dei concerti di musica “seria”, che rifiutavano qualsiasi tipo di leggerezza, spontaneità e gioco. Yoko Ono iniziò il suo percorso artistico proprio insieme agli artisti di  Fluxus. Racconta in un’intervista il curatore: «Questa installazione sarà importante ancora per molto tempo. Forse la gente la assocerà a disastri naturali, forse allo stato attuale del mondo, forse alle guerre. Yoko non vuole dichiarare e dettare esplicitamente cosa la gente debba vedere in questa installazione. Come in tutte le sue opere, c’è molto spazio per l’immaginazione dello spettatore».

Ex It è realizzata dall’assessorato alla cultura con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e il sostegno della Camera di commercio di Padova, del Consorzio di promozione turistica di Padova, di AcegasApsAmga, con la collaborazione del Sindacato di Polizia FSP. 

“Ex It”, a cura di Jon Hendricks,  è visitabile da martedì a domenica, fino al 5 gennaio 2025, biglietto d’ingresso al Palazzo della Ragione: intero, 8 euro; ridotto, 6 euro; speciali scuole, 3 euro.

Angela Bigi, Redazione Ecopolis