AUTONOMIA DIFFERENZIATA? NO, GRAZIE

È partita la raccolta firme per abrogare la legge che rischia di spaccare il Paese e Legambiente è tra i promotori del referendum

 

Con la legge sull’autonomia differenziata entrata in vigore il 13 luglio scorso, ogni Regione potrà richiedere la completa potestà legislativa sulle materie che desidera, così come ogni Intesa tra Stato e Regione avrà contenuti diversi a loro volta modificabili, cancellabili o rinnovabili a piacere. Si determinerà, quindi, una frammentazione pericolosa per l’unità del Paese e l’uguaglianza dei cittadini italiani.

Come per le altre materie che incidono sulle politiche sociali ed economiche, la frammentazione legislativa che procura questa legge sull’autonomia differenziata andrà ad incidere negativamente sulla salvaguardia ambientale, sul governo del territorio, sulle politiche per far fronte alla crisi climatica, alla transizione ecologica, energetica e produttiva. 

Le risorse naturali quali acqua, aria, suolo, foreste non hanno confini amministrativi e la loro salvaguardia va ad incidere anche sulla salute umana, come ha ben dimostrato l’esperienza della pandemia. 

Tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, nel 2022, è stata introdotta la tutela dell’ambiente nell’interesse delle future generazioni. Non possiamo quindi permetterci norme di salvaguardia, autorizzazioni alle emissioni, controlli ambientali diversi, esasperando i divari territoriali sull’accesso differenziato ai diritti e al godimento delle risorse e dei beni pubblici.  

Non è a rischio però solo l’azione unitaria necessaria per salvaguardare l’ambiente. La crisi climatica sta provocando diverse e vaste ripercussioni sociali, economico-produttive e ambientali, a livello locale, nazionale e internazionale. Avremo quindi bisogno di politiche e azioni coerenti di mitigazione e di adattamento, di competenza sovranazionale dell’Unione Europa, da quelle energetiche a quelle sulla mobilità, da quelle agricole a quelle sull’economia circolare, dall’uso del suolo alle azioni di adattamento per difenderci dagli eventi metereologici estremi.   

Per affrontare la transizione ecologica con equità ed efficacia abbiamo bisogno di un contesto legislativo unitario e solidale, ma la legge sull’autonomia differenziata non dà strumenti, è anacronistica. Di fronte alle sfide che abbiamo, a partire da quella climatica ed energetica, non possiamo farci guidare da vecchie logiche separatiste. Non è in gioco la contrapposizione tra Sud e Nord. È in gioco la possibilità di avere politiche unitarie ed efficaci per affrontare la transizione ecologica ed energetica, governare il territorio, salvaguardare l’ambiente e la salute, garantire l’accesso ai servizi essenziali, tra cui l’istruzione e la sanità, a tutti i cittadini. Per Legambiente quindi la questione è come realizziamo una corretta e trasparente autonomia dei poteri in un sistema unitario e organico che possa garantire l’unità nazionale, responsabilità e solidarietà, a garanzia di tutti i cittadini oltre che per il rilancio del Paese. In sintesi, l’abrogazione della legge Calderoli parla al futuro e alla democrazia del nostro Paese. 

L’abrogazione della legge è una bella sfida, prima di tutto culturale, per fermare un progetto che porta, così com’è stato determinato, a gravi conseguenze sociali, ambientali ed economiche per tutto il Paese. Legambiente insieme a molte altre realtà del terzo settore e del mondo politico e sindacale ha contribuito alla costituzione del Comitato nazionale per la raccolta firme al fine di richiedere un referendum abrogativo. C’è poco tempo, fino a metà settembre, per raccogliere le 500.000 firme necessarie. Oltre ai banchetti organizzati in tutte le piazze d’Italia, si potrà firmare online, mediante spid o CE, nel portale dedicato.

 

Redazione Ecopolis