UE, ARRIVA IL COMMISSARIO DELLE GENERAZIONI FUTURE

Ursula von der Leyen promette la nomina di un Commissario delle Generazioni Future. Ma in costa consiste questa figura, e in che modo si inserirà nelle politiche della UE?

Una questione è sorta nel Parlamento Europeo, una che è ora di particolare importanza: la promessa della linea politica di Ursula von der Leyen di nominare un/a commissario/a le cui responsabilità siano di “garantire equità intergenerazionale”. Questa promessa è nata come risposta alla crescente tendenza dei governi a fare solo piano a breve termine, non rispondendo alle crescenti problematiche politiche e ambientali che l’Europa sta affrontando.

L’introduzione di un Commissario delle Generazioni Future sarebbe un significante passo avanti su questa materia, e potrebbe essere un riferimento fondamentali su come delle istituzioni democratiche possono salvaguardare gli interessi delle generazioni future.

Sono già esistenti istituzioni con simili funzioni in tutto il mondo, e l’introduzione di questo particolare ruolo istituzionale è un passo da lungo atteso nella UE.

Le caratteristiche più lampanti di questo Commissario sono la durata e la forza del suo mandato. Per prima cosa, i diritti delle generazioni future devono essere definiti legalmente ed esecutivi, cosa che viene resa già molto chiara nell’articolo 3 del Trattato dell’Unione Europea, che sottolinea lo sviluppo sostenibile e la solidarietà tra le generazioni. Anche dalla Corte Europea dei Diritti Umani si prende ispirazione, dove è specificato che gli Stati Membri devono fare politica proteggendo i membri della società che più subiscono le crisi che possono presentarsi, anche se hanno uno svantaggio rappresentativo. Il Commissario dovrà premere per un linguaggio legale più esplicito e specifico, nelle future leggi europee. Le priorità principali sono evidenziare in questa Lettera di Missione alla Presidente von der Leyen.

Il ruolo di questo Commissario dovrà essere collaborativo: lavorerà gomito a gomito con altri Commissari responsabili delle aree dell’azione per il clima, diritti sociali, cultura ed educazione, economia, ambiente e politica di coesione. Questo garantirà azioni e normative scritte tenendo in considerazioni tutte le dimensioni della politica, che siano transizioni ecologiche o digitali, resilienza democratica e economia sostenibile.

Il Commissario delle Generazioni Future dovrà campionare un approccio a lungo termine che guardi al futuro, ed è fondamentale che distingua gli interessi delle generazioni future da quelli dei bambini e dei giovani di oggi. Questi ultimi vivono delle problematiche diverse che dovranno essere affrontate adeguatamente, come l’educazione e l’impiego, e che non hanno a che fare con le prospettive ampie delle generazioni future, che includono ad esempio il diritto di vivere in un pianeta ospitale.

Inserire un elemento di lungimiranza nel legiferare della UE è essenziale, ed ogni nuova proposta dovrà essere rigorosamente esaminata per assicurarsi che sia basata sulle più recenti fondamenta scientifiche e che sia allineata con le priorità a lungo termine. Tutto ciò servirà anche a testare la capacità di iniziativa di fronte a circostanze impreviste.

Un elemento essenziale per un vero futuro sostenibile è anche inserire nelle politiche a lungo termine le considerazioni quotidiane dei cittadini europei, e guadagnare la loro fiducia. Per questa ragione verrà istituita una piattaforma partecipativa dove i cittadini potranno dare il loro contributo alla Commissione tramite suggerimenti. Questa piattaforma dovrà aderire a stretti standard di partecipazione pubblica.

L’istituzione di un Commissario delle Generazioni Future è un passo molto azzardato ma necessario per risolvere le problematiche a lungo termine che l’Europa sta affrontando. Questa figura ha il potenziale di trasformare la governabilità della UE, assicurando che la rappresentazione degli interessi delle future generazioni frenino le tendenze dei politici alle norme a breve termine, e a ricostruire la fiducia del popolo per il sistema. Non si tratta solo di salvaguardia dell’oggi, ma di decisioni che puntino in avanti.

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Sofia Brendolin, redazione Ecopolis