Un Appello di 40 associazioni ambientaliste per la salvaguardia del territorio rurale e del paesaggio
Il tempo delle decisioni di avvicina. A breve verrà posta in discussione in Consiglio Comunale la delibera con cui si dovrà approvare o respingere la Variante al Piano degli Interventi che, per consentire la realizzazione di nuovo polo logistico a servizio della Grande Distribuzione Organizzata a Granze di Camin, prevede la destinazione a zona industriale/commerciale di ben 150.000 mq di aree naturali e terreni agricoli.
Dopo lo straordinario successo della manifestazione svoltasi a Granze di Camin il 5 novembre scorso con la partecipazione di più di cinquecento persone, una quarantina di associazioni ambientaliste, sostenute anche dal meteorologo Luca Mercalli, ha sottoscritto un “Appello al Sindaco ed al Consiglio Comunale” per far valere le ragioni dell’ambiente e del paesaggio e per denunciare il fatto che non si può continuare a distruggere le residue vitali risorse naturali e agricole in una città come Padova che è in testa alla classifica nazionale per consumo di suolo (49,76% dell’intero territorio comunale) e per i valori relativi all’inquinamento ambientale (PM 2,5 d’inverno e ozono d’estate). Non solo. La Variante richiesta dalla società Alì contrasta radicalmente con gli impegni programmatici dichiarati dall’amministrazione e con tutti gli strumenti della pianificazione territoriale ed urbanistica. Nel Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia tutta l’area viene individuata come uno dei principali corridoi della rete ecologica provinciale, mentre sia il Piano di Assetto Territoriale, sia il Piano degli Interventi di Padova la indicano come componente essenziale della cintura verde periurbana, risorsa fondamentale per gli equilibri ecosistemici di tutto l’organismo urbano, per la salute dei cittadini e per far fronte ai cambiamenti climatici in atto. Il Piano del Verde, recentemente approvato, la destina a Parco agro-paesaggistico, definendone con precisione le finalità, le caratteristiche ed i criteri di trasformabilità.
Il Rapporto Ambientale presentato dalla società Alì a sostegno della propria richiesta è risultato talmente inadeguato e fallace da indurre l’amministrazione, a seguito delle proteste degli abitanti, a commissionare un nuovo più serio studio ambientale. L’incarico conferito ad uno studio professionale esterno appare però orientato più all’individuazione di possibili compensazioni che ad un effettiva valutazione dell’opportunità di consentire o meno l’intervento richiesto.
A tal proposito è doveroso osservare che preliminare ad ogni possibile ipotesi di “compensazione ambientale” (che comunque non può tradursi in una “monetizzazione” del danno ambientale prodotto) è il fatto che l’intervento proposto risponda a dimostrati “motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”. Il tema della compensazione ambientale, consistente nella rinaturalizzazione di un’area di estensione uguale o superiore a quella cementificata in grado di fornire servizi ecosistemici analoghi a quelli dei suoli naturali, dovrebbe dunque essere affrontato nel caso di progetti quali quello del nuovo Polo Ospedaliero in zona San Lazzaro e non certo per il progetto di un insediamento commerciale ad esclusivo vantaggio di una società privata.
L’appello delle associazioni si conclude dunque con la richiesta di non autorizzare un intervento volto a favorire gli interessi economici di pochi a scapito della collettività: un intervento che distruggerebbe una superficie agricola e naturale pari a due volte il Prato della Valle. E’ infine importante sottolineare come un aspetto non secondario della mobilitazione in atto è costituito dall’aver avviato la formazione di una rete regionale di associazioni che, talvolta con successo come nei casi di Monteortone, di Bassano del Grappa e di Zevio nel veronese, si stanno battendo per la salvaguardia del paesaggio e contro il consumo di suolo. Una battaglia tanto più importante oggi che i dati forniti dall’ultimo Rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) testimoniano come nel Veneto negli anni successivi alla legge regionale 14/2017, che avrebbe dovuto contrastare il consumo di suolo, in realtà il consumo annuo di suolo anziché diminuire è aumentato, passando dai 500 ettari/anno a più di 700 ettari/anno.
Sergio Lironi, Presidente onorario Legambiente Padova
Al seguente link il testo dell’Appello al Sindaco di Padova. Rimane aperta la possibilità di sottoscriverlo da parte di singoli e associazioni.