Lastrichiamo di corpi il vostro mare per camminarci sopra.
Di fronte alla tragedia avvenuta nel mare di Cutro è difficile ordinare i pensieri e trovare le parole, anche perché non è la prima volta e nemmeno la seconda. Da troppo tempo accettiamo che il Mediterraneo sia un cimitero per chi cerca una vita migliore. È necessario che questo non accada mai più: l’umanità non può aspettare. E si potrebbe cominciare con le dimissioni del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi come chiesto dalla piazza di Padova sabato scorso.
Siamo senza parole ma in memoria dei troppi morti in viaggio verso il futuro approfittiamo delle parole di Erri De Luca:
Solo andata
Siamo gli innumerevoli
Raddoppia ogni casella di scacchiera
Lastrichiamo di corpi il vostro mare
Per camminarci sopra
Non potete contarci
Se contati aumentiamo
Figli dell’orizzonte
Che ci rovescia a sacco
Nessuna polizia può farci prepotenza
Più di quanto già siamo stati offesi
Faremo i servi, i figli che non fate
Le nostre vite, i vostri libri di avventura
Portiamo Omero e Dante
Il cieco e il pellegrino
L’odore che perdeste
L’uguaglianza che avete sottomesso
Da qualunque distanza
Arriveremo a milioni di passi
Noi siamo i piedi e vi reggiamo il peso
Spaliamo neve, pettiniamo prati
Battiamo tappeti
Raccogliamo il pomodoro e l’insulto
Noi siamo i piedi
E conosciamo il suolo passo a passo
Noi siamo il rosso e il nero della terra
Un oltremare di sandali sfondati
Il polline e la polvere
Nel vento di stasera
Uno di noi, a nome di tutti
Ha detto, “Non vi sbarazzerete di me
Va bene, muoio, ma in tre giorni
Resuscito e ritorno”.
poesia musicata da Mauro Durante e Daniele Durante ed eseguita dal Canzoniere Grecanico Salentino.
Redazione Ecopolis