Dopo una lunga attesa e vari ritardi, finalmente il Comune di Padova ha annunciato lo stanziamento di un milione di euro per restaurare il Selvatico.
A duecento anni dall’inaugurazione del primo macello pubblico della città, 1821, finalmente si può garantire il futuro di questo edificio storico la cui storia inizia nel 1818, quando il Comune di Padova, a seguito della nuova cultura urbanistica francese che prevedeva di regolamentare e riorganizzare le funzioni della città, decise chiudere le vecchie beccherie edificate nel 1398, in epoca carrarese, in quella che oggi è via C. Battisti, causa di degrado del centro cittadino, e di concentrare l’attività della macellazione in un solo luogo.
Il progetto del nuovo Macello pubblico venne affidato a Giuseppe Jappelli, che da grande urbanista non riteneva igienico far passare per le vie d’acqua cittadine i residui della macellazione, per cui il macello fu dislocato nell’area delle mura cinquecentesche e del terrapieno sfruttando il tracciato triangolare della cortina, tra il canale di Santa Sofia e il Piovego. Inaugurato nel 1821 terminò la sua attività nel 1902, e in seguito, dal 13 novembre 1910, venne usato come sede della Regia Scuola Pietro Selvatico per le arti decorative e industriali, e ancora oggi è il simbolo dell’Istituto Scolastico Pietro Selvatico. Dal 1902 al 1970 l’edificio subì modifiche e ampliamenti compresa un’ala prefabbricata a est.
Nel 2017 inizia il periodo più buio, a causa del degrado e dei mancati adeguamenti la sede storica del liceo artistico viene chiusa, cosa che portò a un’immediata mobilitazione. Il timore di molti era che la scuola dovesse chiudere per sempre, anche perché, all’epoca non c’era nessun progetto di restauro. Proprio per questo in poco tempo nasce l’Associazione Amici del Selvatico, che in questi anni ha seguito e curato il percorso di recupero di questo luogo.
La necessità di intervenire per il recupero dell’istituto scolastico era ormai inderogabile, ma era una sfida urbanistica, architettonica e culturale. Bisognava intervenire su un manufatto architettonico storico, ma anche moderno, una scuola che è anche un museo. Il tutto costruito sulla cortina muraria cinquecentesca in un’area golenale, in un luogo interessato da altri interventi con cui non si poteva non vedere una possibile connessione.
Un qualsiasi intervento di recupero avrebbe dovuto considerare diversi temi: la tutela e la valorizzazione, la conservazione, il senso della storia e il rapporto con la città, ma allo stesso tempo si doveva garantire la funzionalità e il ruolo che questo luogo ha per la diffusione della cultura e dell’arte. Un intervento complesso, che si inseriva in un’area caratterizzata dalla presenza della cinta muraria cinquecentesca.
Grazie all’impegno della Fondazione Cariparo, della Provincia, del Comune e della Soprintendenza è iniziato il percorso di recupero, con la pubblicazione di un bando europeo per la progettazione che, dopo un lungo e tormentato iter, ha consegnato la proposta frutto di confronti e partecipazione e il 29 gennaio scorso è stato presentato a palazzo Santo Stefano, sede della Provincia di Padova, il progetto definitivo del restauro e adeguamento del Liceo Artistico Pietro Selvatico.
Il progetto dello studio di ingegneria Berlucchi, vincitore del bando, sembra rispondere alle diverse necessità e prevede: il restauro conservativo del corpo storico, la demolizione del corpo est, il rifacimento del fabbricato in riva al Piovego e la realizzazione di un auditorium aperto alla cittadinanza. La sistemazione delle nuove strutture, in particolare quelle all’interno del parco del Canale Piovego, permetterà di riqualificare l’area mettendola maggiormente in connessione con il verde esistente.
Rimane ancora aperto il problema finanziario. Il costo totale dell’intervento è di 6,4 milioni di euro: 3,9 milioni per sistemare l’edificio storico e altri 2,5 per il secondo lotto con il nuovo prefabbricato. Finora si erano impegnati solamente la Provincia e la Fondazione Cariparo con un importo di 2,5 milioni di euro ciascuno, ai quali vanno aggiunti 500 mila euro stanziati dalla Sovrintendenza. Ora arriva anche l’assegno da Palazzo Moroni che ha deciso di destinare un milione di euro per il progetto: mezzo milione di euro sarà reperito con l’imminente variazione di bilancio e gli altri 500 mila verranno inseriti come richiesta di finanziamento nel bando ministeriale sulla rigenerazione urbana.
Adesso si attende che tutto si realizzi, a maggio 2021 è prevista la consegna del progetto definitivo, a novembre 2021 la consegna del progetto esecutivo per l’avvio della procedura di affidamento dei lavori e nella prima metà del 2022 l’inizio degli stessi. I pronostici, però, non vedono gli studenti in aula prima del 2024.
Tiziana Mazzucato, responsabile Salvalarte Padova