Padova irrespirabile

144 giorni d’aria inquinata al di sopra dei limite di legge nel 2022, quasi un giorno su due. 27 giorni  in più del 2021, tre in più del 2020, 40 in più del 2019, 43 in più del 2018.

 

Negli ultimi cinque anni a Padova i giorni fuorilegge per Pm10 ed Ozono complessivamente sono stati: 144 nel 2022, 117 nel 2021, 141 nel 2020, 104 nel 2019, 101 nel 2018.
“L’Ozono, un inquinante che si manifesta nei mesi soleggiati – spiega Lucio Passi responsabile politiche antismog di Legambiente Padova – quest’anno  ha fatto registrare a Padova 77 giorni di superamenti del limite di legge, 60 nel 2021, 61 nel 2020, 40 nel 2019, 70 nel 2018. Per legge non possono essere più di 25 all’anno. Il 2022 è l’anno più inquinato degli ultimi 10 per quanto riguarda l’Ozono, a causa dell’estate torrida con pochissime piogge che avrebbero potuto disperderlo: una della tante conseguenze della crisi climatica in atto”.
“Per quanto riguarda il Pm10 nel 2022 i giorni di superamento del limite di legge sono stati 67 (media tra le 5 centraline Arpav in città), 57 nel 2021,80 nel 2020, 61 nel 2019, 60 nel 2018. Per legge non possono essere più di 35 all’anno. Nel 2022 il maggior numero di superamenti sono stati registrati nella centralina di  via Internato Ignoto: 75. Seguono quella all’Arcella e Granze di Camin con 70, infine Mandria e via Carli con 60 giorni fuorilegge”.

Pm10 ed Ozono negli ultimi 5 anni a Padova

ANNO

PM10

Superamenti annui del limite giornaliero-

50 microgrammi per metro cubo d’aria. Limite di legge annuale 35 giorni

OZONO

Superamenti annui del limite giornaliero – 120 microgrammi per metro cubo d’aria. Limite di legge annuale 25 giorni

2022

67

77

2021

57

60

2020

80

61

2019

61

40

2018

60

70

Fonte Arpav. Elaborazione Legambiente Padova. Media tra le 5 stazioni di rilevamento in città.

La gravissima situazione però riguarda l’intera Pianura Padana e l’accordo del bacino Padano ha previsto l’attuazione di alcune misure di contenimento di fronte all’aggravarsi della situazione certificata Arpav. “Per raggiungere il traguardo “aria pulita” – commenta il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro – servono certamente soluzioni multilivello stato-regioni-comuni, ma i sindaci giocano indiscutibilmente un ruolo decisivo e per questo chiediamo loro di superare la logica dei controlli e delle deroghe senza fare retromarce nell’applicazione delle ordinanze sindacali per la qualità dell’aria, invitandoli a mettere a sistema le ordinanze con le politiche anti-inquinamento partendo da piano comunale per la qualità dell’aria che raccolga misure e buone pratiche per tutti i settori emissivi presenti e che si aggiunga alle norme regionali, nazionali ed europee”.

È quindi indispensabile dotarsi degli strumenti di pianificazione quali Paesc e Pums, per delineare concretamente le strade scolastiche, le Low Emission Zone e le zone 30 km/h, per avviare decisi investimenti come il potenziamento del trasporto tramviario, la sicurezza delle reti ciclabili, l’aumento dei servizi di mobilità elettrica, sostenibile e condivisa con modalità free-floating e utili ad impostare le politiche di incentivo al trasporto pubblico locale e di implementazione delle infrastrutture per la mobilità elettrica.

Per dare il proprio contributo alla conoscenza della situazione è possibile compilare il questionario “Valuta l’aria” la seconda indagine sulla percezione dei cittadini della qualità dell’aria nel Bacino del Po organizzata dal Progetto LIFE PrepAIR, progetto co-finanziato dalla Commissione europea con la Regione Emilia-Romagna capofila, che unisce i territori del bacino padano e la Slovenia per contrastare l’inquinamento atmosferico con l’obiettivo di organizzare strumenti di pianificazione e governance condivisi a livello di bacino padano.
Per ogni questionario compilato LIFE PrepAIR attribuisce 500 punti che si possono incrementare partecipando ad un gioco dopo la compilazione del questionario. Al termine della rilevazione, i punti saranno convertiti in donazione alla creazione di un’area di bosco per insetti impollinatori e alla donazione di nuovi alveari.

Redazione Ecopolis