Il dossier sul progetto del nuovo polo logistico Alì a Granze di Camin vuole essere un contributo al dibattito cittadino.
Sta entrando sempre più nel vivo il dibattito sul progetto del nuovo polo logistico che i supermercati Alì vorrebbero costruire a Granze di Camin, allargando la Zona Industriale di Padova. Un progetto che, se approvato, comporterebbe la cancellazione di una superficie agricola di 15 ettari, grande quasi due volte il Prato della Valle.
Nei quotidiani locali in questi giorni sono apparse notizie di tentativi per trovare una possibile compensazione dell’impatto ambientale del nuovo polo logistico, con ipotesi alle volte fantasiose come ad esempio il finanziamento di nuove piste ciclabili, la realizzazione di parcheggi drenanti o ancora la piantumazione di alberi, arbusti e rampicanti.
Speriamo di fare cosa utile pubblicando allora un dossier preparato dal Comitato Cittadini Granze di Camin assieme al Circolo Wigwam il Presidio a Legambiente Padova, che fa il punto sui motivi per cui il Consiglio Comunale di Padova non dovrebbe approvare questo progetto. Ne riportiamo di seguito una breve presentazione, mentre il testo completo è scaricabile qui: Il nuovo Hub logistico della società Alì.
Quelle di Granze e di Camin sono già oggi due comunità accerchiate dal cemento, dove la formazione della zona Industriale avvenuta a partire dagli anni cinquanta ha comportato la distruzione di milioni di metri quadri di terreni rurali e dove solo il 22% del territorio è rimasto a destinazione naturale o agricola. Tutto il Comune di Padova d’altronde non se la passa bene sul fronte del consumo di suolo: con il 49,6% della superficie artificializzata il nostro comune risulta al quinto posto a livello nazionale tra i comuni con più di 100mila abitanti, per percentuale di suolo consumato. Un valore purtroppo destinato ad aumentare quando verrà costruito il nuovo ospedale di San Lazzaro e saranno realizzate le molte lottizzazioni approvate dalle precedenti amministrazioni ma che solo ora stanno per essere avviate.
La proposta di Variante al Piano degli Interventi che consentirebbe la realizzazione del progetto di Alì è in contrasto con la pianificazione urbanistica a diversi livelli, da quello regionale che prevede di ripristinare il prevalente uso agrario della aree agricole periurbane, a quello provinciale che nell’area oggetto dell’intervento individua un “corridoio ecologico principale”. Vi è poi è soprattutto il Piano degli Interventi elaborato dall’architetto Stefano Boeri e recentemente approvato dal Comune di Padova ispirato dalla volontà di azzerare il consumo di suolo per contrastare i cambiamenti climatici, e per favorire la rigenerazione urbana, il recupero e la riqualificazione degli ambiti degradati e dismessi. Se il progetto della società Alì dovesse essere accettato, sarebbe destinato a stravolgere il disegno della nuova città ecologica immaginata nel Piano degli Interventi ed aprirebbe le porte ad altre analoghe richieste che difficilmente potrebbero allora essere respinte.
Infine va segnalato che nel Piano del Verde comunale, le aree che Alì vorrebbe cementificare fanno parte integrante di un ambito destinato a costituire elemento essenziale per l’attuazione del più generale progetto di Parco AgroPaesaggistico.
Per contro, uno dei principali argomenti adottati dalla società Alì a sostegno del proprio progetto, ossia le possibili ricadute occupazionali con l’assunzione di nuovi addetti di polo logistico, appare alquanto discutibile. Va ricordato infatti come la crescente presenza di supermercati e ipermercati della grande distribuzione abbia pesantemente contribuito a mettere in crisi il commercio di prossimità, facendo sì che a Padova, secondo i dati forniti da Confcommercio, negli ultimi dieci anni gli esercizi commerciali al dettaglio di prodotti alimentari siano diminuiti del 20%, con conseguente grave diminuzione di posti di lavoro.
Legambiente Padova