Il futuro è nelle CER

A che punto siamo con le CER, le Comunità energetiche rinnovabili? Qualcosa si muove, ma troppe le questioni ancora aperte, come indica l’assessore Ragona.

 

Nel 2019 la Commissione Europea ha emanato un pacchetto di misure legislative comunitarie nei settori dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili e del mercato interno dell’energia elettrica, il Clean Energy for all Europeans Package, che promuove un ruolo attivo dei cittadini e degli utenti in generale, mediante una maggiore consapevolezza e un coinvolgimento per realizzare la transizione energetica sostenibile: essi diventeranno prosumers , cioè produttori-consumatori di energia.

Uno degli strumenti che sta prendendo piede in questo ambito sono le cosiddette Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) (vedi schema allegato).

Alla base delle CER c’è un cambio di schema fondamentale del sistema energetico elettrico globale: piuttosto che produrre l’energia elettrica in grossi impianti e il successivo smistamento sul territorio della stessa attraverso reti (grid) ad alta tensione che implicano un grosso impatto ambientale delle centrali ed una significativa dispersione dell’energia durante il trasporto. Il nuovo paradigma prevede la generazione distribuita della elettricità realizzata dai prosumers attraverso impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili diffusi nel territorio e da una successiva condivisione del surplus di produzione attraverso le cosiddette smart-grids.

Nonostante le norme europee siano unanimemente ritenute come strategiche per la risoluzione dei problemi ecologici ed energetici che ci affliggono, ritardi burocratici e mancanza delle regole attuative hanno finora limitato lo sviluppo diffuso delle CER. Recentemente Legambiente si è mobilitata con un sit-in presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) per cercare di sbloccare l’empasse normativo.

Di fatto, il 28 novembre il MASE ha dato il via ad una Consultazione Pubblica sul decreto che normerà l’erogazione degli incentivi alle CER. La consultazione ha invitato cittadini, imprese, consumatori, e tutti gli attori istituzionali e gli interlocutori di riferimento in campo ambientale ad esprimere un parere entro il 12 Dicembre.

Anche la Regione Veneto si sta mobilitando in tal senso: la terza Commissione Consiliare Regionale sta esaminando il Progetto di Legge n.82 “Promozione dell’istituzione delle comunità energetiche e di autoconsumatori di energia rinnovabile che agiscono collettivamente sul territorio regionale”, che ha come obiettivo principale quello di favorire la promozione della figura giuridica delle CER e dei gruppi di autoconsumatori di energia.

Ma quali sono le prospettive reali di questo ambizioso piano? Per cercare di fare il punto abbiamo interpellato Andrea Ragona, assessore all’ Urbanistica, Mobilità e Viabilità, Ciclabilità ed Ambiente del Comune di Padova. Di fatto tale assessorato funzionerà da Coordinatore per lo sviluppo delle CER a Padova, in collaborazione con altri assessorati del Comune di Padova che avranno un forte impatto dallo sviluppo delle CER.

Il primo commento da parte dell’Assessore è che tuttora rimangono delle questioni aperte di natura normativa che presumibilmente saranno risolte una volta che la consultazione del MASE sarà ultimata. Ad esempio non sono ancora chiari i seguenti punti:

  • saranno cooperative o associazioni che gestiranno le CER ?

  • sarà più opportuno creare tante o poche CER e quali saranno le dimensioni ottimali ?

  • quanti KWh saranno destinabili ad ogni singolo utente della CER ?

  • le CER saranno fruibili anche da utenti del centro delle città? Nella fattispecie per Padova mancano ancora informazioni sulla localizzazione della cabina elettrica di distribuzione a cui gli utenti urbani potranno collegarsi.

Una cosa che l’Assessore ritiene essenziale precisare, è che le CER non possono essere delle soluzioni per l’attuale crisi energetica, ma che saranno implementabili sul medio/lungo termine (ad esempio 4-5 anni). Di fatto deve essere chiaro, per evitare delusioni per i potenziali utenti, che le CER rappresentano un’autentica rivoluzione che porterà da una generazione centralizzata dell’energia elettrica ad una distribuita e che il tutto richiede un tempo adeguato di maturazione. In altre parole, come dicevano i latini: Omnia tempus habent, vale a dire Ogni cosa ha il suo tempo. Ma mi piace anche citare un’altra frase di Publio Ovidio Nasone che i nostri politici dovrebbero ben meditare: Dum loquor, hora fugit: Mentre parlo, l’ora fugge.

Gaetano Granozzi, Redazione Ecopolis