Il PP1, o ex Gasometro, è un’area strategica nel cuore della città, preziosa per immobiliaristi e società finanziarie che da oltre un decennio vanno all’assalto del bene più raro ed esauribile, anzi quasi esaurito: le aree libere interne ai centri edificati.
E più alta è la densità edilizia, più popolata è l’area, più diventa appetibile per chi vuole investire.
Ma quest’area fra la ferrovia e il centro storico, fra il centro direzionale e gli affreschi di Giotto, che la crisi edilizia, ovvero l’assenza di domanda, ha bloccato per anni, ha davvero questa vocazione?
Siamo certi che gli abitanti di Padova anelino ad essere invasi da altri 100.000 metri cubi di cemento, dall’aumento del traffico in via Gozzi e Trieste, dall’impermeabilizzazione di altri almeno 36000 mq di superficie?
Le operazioni urbanistico-immobiliari non hanno come obiettivo il bene della città e dei suoi abitanti. In esse prevale sempre un calcolo economico miope e riservato a pochi investitori.
Si chiama speculazione edilizia.
Agli abitanti resterebbero, in fin dei conti, le malattie derivanti dallo smog, lo stress di vivere in un luogo congestionato e i tanti soldi pubblici spesi sia per la bonifica dell’area (circa 12 milioni) sia per risolvere i problemi del traffico.
Ne vale la pena? O meglio, è questo il pubblico interesse?
Oggi le città per avere una prospettiva devono essere belle, salubri, dotate di spazi aperti e di servizi.
La sostenibilità dei centri urbani viene misurata anche in termini di produzione di ossigeno, capacità di abbattimento dell’anidride carbonica e delle polveri, servizi e benessere ambientale.
Ecco perché le città più sostenibili e dove si vive meglio sono quelle dotate di molto verde. Lo dimostrano città europee di prim’ordine come Copenaghen, Stoccolma, Oslo.
Più in generale tutte le città europee sono dotate di polmoni verdi che mitigano i fattori negativi derivanti dai grandi agglomerati urbani, basti pensare a Londra con i suoi numerosi parchi urbani, e questo è un elemento non negoziabile, quindi non cedibile alla speculazione edilizia.
Si svolgono oramai convegni di livello internazionale sull’utilizzo del bosco urbano per disinquinare da CO2 e polveri le città.
E Padova? Perché anche i cittadini di Padova non possono godere di tutto ciò? SI, nuova forza politica nazioanle, a livello locale ha già assunto questa come propria battaglia. Faranno altrettanto altre forze politiche cittadine?
Ecco perché quest’area, che apparteneva alla collettività (perché l’ex gasometro era un’area pubblica!), deve tornare ai cittadini e diventare un grande Parco Urbano, un bosco nel cuore della città, dove piantare 1000 alberi che producano ossigeno e assorbano 3000 Kg di CO2, che lascino passare la luce e l’aria, che mitighino l’isola di calore, che facciano fronte ai cambiamenti climatici e creino bellezza e ristoro.
Questa è davvero economia a lungo termine, capace di generare benessere materiale, insieme e grazie al benessere dell’anima.
Luisa Calimani – Città Amica
Brava Luisa!
Luisa,
hai tutto il mio appoggio
L’importante è non fare come hai fatto sulla nuova piazza di Noventa Padovana: 10 alberi su 8000 mq ed un desolante lastricato di marmo
Un’idea da sostene e portare avanti con determinazione !