Con zone 30 e moderazione del traffico Giarre rimane area agricolo-residenziale

palazen_moderazione_trafficoIl Comitato Giarre in più occasioni ha proposto all’Amministrazione comunale di Abano Terme tanti piccoli interventi per la sicurezza ciclopedonale nel rione (*), ritenendoli coerenti con un progetto complessivo e con una visione del quartiere.

Già nel 2010 scrivevamo che moderazione del traffico e zone 30 sono uno strumento fondamentale per la promozione di una convivenza pacifica tra traffico e vita locale nelle nostre strade di quartiere, uno spazio vitale per muoversi a piedi, andare a scuola, incontrarsi, fare la spesa.

Oggi, vista l’approvazione in Giunta (delibera GC n. 57 del 19/03/2018) dello “Studio di fattibilità tecnica ed economica” relativo alla mobilità ciclabile del quadrante Est di Abano Terme, chiediamo che l’approccio progettuale venga sviluppato prospettando una visione del quartiere non vincolata alla disponibilità economica nel breve periodo.

Pertanto crediamo che si debba parlare non solo di ciclabilità, ma di mobilità ciclopedonale, tema strettamente collegato alla riqualificazione urbana. Per questo nelle nostre osservazioni (scarica qui) sono anche presenti alcuni interventi relativi a parti o vie del quartiere (via dei Tigli, via Giarre, la piazza e l’area antistante la scuola e la chiesa).

Adottando quest’ottica, è più utile considerare il reticolo stradale del quartiere in termini di strade di attraversamento e di strade di quartiere.

Le strade di attraversamento corrispondono a via Santa Maria e via Giarre e Ponte della Fabbrica e via Roveri. Queste dovranno collegarsi coerentemente con il piano urbano di mobilità sostenibile (PUMS) dell’area metropolitana.

Tutti gli altri “assi stradali” sono da considerare strade di quartiere per le quali riteniamo si debbano valutare interventi diffusi di moderazione del traffico in modo da scoraggiare efficacemente il traffico di attraversamento.

Tra le buone pratiche per la moderazione del traffico evidenziamo i passaggi pedonali rialzati, le mini rotonde, il restringimento di carreggiata con l’eliminazione della linea di mezzeria ed allargamento della banchina con la linea bianca più rientrata; le zone 30, i  dossi di rallentamento, la fascia di rispetto pedonale, le restrizioni di accesso e la ridefinizione delle precedenze agli incroci.

Riteniamo inoltre necessario progettare un’apposita segnaletica particolarmente utile anche ai cicloturisti stranieri che a volte ritroviamo un po’ smarriti per le strade di Giarre non avendo informazioni adeguate per evitare le strade più trafficate e raggiungere l’anello dei Colli o le ciclabili dell’area metropolitana.

Dobbiamo però osservare che l’“Itinerario Cicloturistico I2 – Anello del Veneto” non può essere considerato una pista ciclabile, che è tale se garantisce condizioni di sicurezza a pedoni e ciclisti. Questi poveretti devono guardarsi le spalle per non essere investiti da macchine che generalmente non rispettano i limiti di velocità di 30/kmh e tantomeno la distanza di sicurezza.

Il Lungo Argine non deve restare una scorciatoia di attraversamento automobilistico per arrivare al quartiere o a Montegrotto. Per dare una alternativa a chi deve arrivare a Montegrotto si può anche valutare l’apertura del ponte di Mezzavia a senso unico per chi proviene da Padova.

In conclusione siamo convinti che Giarre debba conservare e valorizzare la natura di frazione agricolo-residenziale. Perciò questi interventi sono necessariamente collegati al Piano di assetto del territorio (PAT), che dovrà provvedere la risoluzione delle maggiori criticità della zona: lo spostamento al di fuori del quartiere della ditta di trasporti Pistorello; il ripristino a zona agricola dell’area ex piscine comunali di via Roveri e la rigenerazione dell’area ex primo Roc, coerente con la visione di un rione agricolo residenziale e che in ogni caso escluda ulteriore aumenti di volumi residenziali o commerciali.

Luciano Babetto, Presidente Comitato Giarre

*Per chi conosce poco Abano ed il suo territorio, Giarre è tutta quell’area compresa fra la ferrovia e il canale Battaglia, a sud di Padova (dopo Armistizio e via Molin) e prima di arrivare a Mezzavia. Per semplificare è dove sorge la Fidia, dove c’è la stazione ferroviaria di Abano, ma soprattutto una zona che tiene assieme paesaggio veneto agricolo con parti residenziali.