E’ noto quanto l’area della Golena di San Prosdocimo, detta anche San Massimo, sia storicamente, da secoli, votata all’attività portuale e alla navigazione fluviale, prima ancora della realizzazione delle mura cinquecentesche (Porti “Ognissanti” e “del Sale”).
La tradizione popolare indica il sito come luogo di sbarco di San Prosdocimo, patrono di Padova, proto-vescovo della cristianità locale, che sarebbe arrivato via acqua. Purtroppo nel ‘900 l’area golenale, l’interno del Castelnuovo e la spianata interna alle mura, divennero luogo di discarica e di trattamento rifiuti cittadini.
I barconi attraccavano e portavano via il cosiddetto umido trasportandolo nelle zone di campagna, lungo i corsi d’acqua, per l’orticoltura.
Nel 1956 l’area golenale venne trasformata ulteriormente, sotto la gestione dell’allora azienda municipalizzata AMNIUP del Comune di Padova, in un piazzale per la gestione degli automezzi della nettezza urbana, con tanto di capannoni addossati alle mura.
La Golena San Prosdocimo fu così rialzata e consolidata artificiosamente con strati di materiali appositamente portati dalle imprese e lo sfregio delle caratteristiche naturali proprie di tal sito, storico, monumentale e ambientale, a tutt’oggi non è stato completamente riparato.
Gli Amissi del Piovego, presenti in sito dal 1984, grazie alla convezione comunale voluta dall’amministrazione del Sindaco Settimo Gottardo, rilevano che, ad oggi, la golena non è ancora stata riportata a “pelo d’acqua” rispetto il livello del Piovego, come è nella sua naturalità e che oltre al mancato completamento dello sbancamento del terreno artificioso, non sono stati rimossi nemmeno i grossi sassi che delimitano la marezana sul Piovego.
Sono sassi, questi, sott’acqua, che impediscono il corretto accostamento delle imbarcazioni e quindi limitano l’utilizzazione del sito anche per il turismo di tipo fluviale nonchè la pratica sportiva ricreativa e quella tradizionale della voga alla veneta.
Per gli Amissi del Piovego impedire il normale accosto per l’imbarco e sbarco vuol dire limitare il diritto alla navigazione lungo il corso del fiume e la sua fruizione pubblica, attraverso il naturale accesso dall’acqua, all’area comunale di San Prosdocimo.
Deve quindi essere completato innanzitutto lo sbancamento fino al pelo d’acqua e devono essere rimossi tutti i sassi, artificiosamente e pericolosamente presenti, sotto il livello del Piovego.
Attualmente, in golena, tutte le imbarcazioni imbarcano o sbarcano i turisti fluviali e i vogatori alla veneta, grazie ad opportune assi in legno rimovibili, poggiate in alcuni casi precariamente su pali in acqua, necessarie per superare la distanza con la riva indotta proprio dalla presenza dei grossi sassi. Di questi attrezzamenti in legno per l’approdo, provvisori, ce ne sono diversi lungo le rive del corso d’acqua e risalgono anche a molti decenni fa, quando ancora navigavano i barconi carichi di carbone destinato al gasometro di Via Trieste.
Pertanto nessuna opera edilizia da considerasi abusiva è stata formalmente realizzata, in quanto si tratta di semplici attrezzature fluviali ad uso delle barche, tramandate da barcaro a barcaro, che una volta servivano quasi esclusivamente per il comune carico e scarico di materiali più che per l’imbarco e lo sbarco di persone.
Oggi possiamo ben dire che un tale approdo sia da ritenersi un servizio pubblico. Lo stesso Comune di Padova ne ha previsto l’uso attraverso delibera del consiglio comunale e la collocazione di un pontile pubblico sul posto.
Se la golena fosse completamente sbancata del terreno apportato dall’uomo e riportata alle condizioni di naturalità originaria, oltre a permettere una visione migliore del monumento “Mura veneziane cinquecentesche”, attualmente parzialmente sotterrato, non si renderebbero necessarie le costruzioni di nuovi pontili o banchine per facilitare l’accosto lungo tutta la riva. Quindi, in sostanza, un bel po’ di soldi pubblici risparmiati e una migliore visibilità e fruibilità della golena nel suo insieme e dell’esistente sistema difensivo veneziano cinquecentesco.
Maurizio Ulliana, Presidente Amissi del Piovego