Marzo 2012: Legambiente di Saonara elabora un documento presentato a tutte le liste che si candidano per guidare il comune in cui pone alcune questioni ambientali, fra cui la stesura del P.A.T. – Piano di Assetto Territoriale – “da realizzare attraverso un reale processo partecipativo con l’apertura di un tavolo per l’ambiente composto da amministratori, cittadini, associazioni, che parta dalle reali esigenze di sviluppo del nostro comune, perché dal cemento non si torna indietro”.
L’idea parte da un concetto fondamentale: negli ultimi 60 anni l’opera dell’uomo, tesa ad un concetto di sviluppo esclusivamente antropocentrico, ha minato l’equilibrio con l’ambiente creando danni naturali che poi si sono inevitabilmente riversati contro noi stessi. Nasce quindi l’esigenza di rivedere il modello di sviluppo. Nel contempo serve riscoprire concetti come quello di bellezza del paesaggio che abbiamo perso nella corsa alla massimizzazione del possesso di beni.
Il documento riscuote un generale apprezzamento, anche da chi sarà poi chiamato a guidare il comune. Ma l’invito del documento rimarrà lettera morta, perché al di là di due incontri con l’Assessore all’Ambiente, richiesti da Legambiente, in nessun modo la nuova Amministrazione avvia un reale processo partecipativo chiudendo ogni dialogo ed arrivando senza colpo ferire alla serata del 28 febbraio quando vengono presentati già confezionati il P.A.T. e la relativa V.A.S. – Valutazione Ambientale Strategica – alla cittadinanza.
La presentazione appare piuttosto scarna, ma soprattutto non è seguita dal rilascio di alcuna documentazione, cosicché i cittadini non hanno la possibilità di sapere, approfondire e soprattutto di capire. La logica appare chiara, l’iter è tutto racchiuso all’interno della maggioranza, eletta con poco più del 20 % dei votanti; agli altri spetta solo il diritto di fare delle osservazioni, cosa ben diversa di partecipare alla elaborazione di un progetto. Osservazioni a cui verranno date delle risposte, ma che non potranno incidere in modo sostanziale sull’impianto stesso del P.A.T.
Ecco il processo partecipativo secondo la Giunta. Ci si aggrappa a ciò che è previsto dalla norma giuridica, al numero minimo di incontri con la cittadinanza previsti, insomma ancora una volta alla forma, non certo alla sostanza della Direttiva Europea 42 del 2001 che, in particolare nell’articolo 4, prevede che il “pubblico” deve disporre tempestivamente di un’effettiva opportunità di esprimere in termini congrui il proprio parere, sia sulla proposta di piano sul rapporto ambientale, prima dell’adozione del piano.
Fin qui ci siamo soffermati sul metodo, ma molto ci sarebbe da dire sul merito di quanto ci è stato presentato. Sappiamo che il Piano prevede la trasformazione massima consentita di S.A.U. – Superficie Agricola Utilizzabile – addirittura con l’incremento del 10% previsto in casi eccezionali. In mancanza di documentazione possiamo farci solo delle domande:
- qual è lo scenario previsto nei prossimi 10 anni che ha determinato questa scelta?
- su quali basi è stata fatta una previsione di crescita demografica che giustifichi un ulteriore consumo di suolo di 135.000 mq?
- è stata quantificata l’area che oggi ha i requisiti per essere edificata e che quindi già risponde ad eventuale richiesta di nuovi insediamenti?
- è stato fatto un censimento dell’offerta abitativa ad oggi disponibile?
- è stato valutato nel complesso l’impatto dell’incremento di 350.000 mq di zona industriale previsto dal P.A.T.I. – Piano di Assetto Territoriale Intercomunale?
- è stata considerata la possibilità di inserire nel P.A.T. un elemento di indirizzo che provi a modificare quanto previsto dal piano sovraordinato?
- è stata fatta un’attenta valutazione del rischio idrogeologico che inevitabilmente viene provocato da ulteriore cementificazione?
- è stata valutata la nostra proposta della costituzione di un parco di interesse locale (Legge Regionale 40/1984) lungo l’idrovia che valorizzi e tuteli l’intera area da progetti indesiderati ed impattanti?
- è stata considerata l’ipotesi di adesione al progetto di “parco agro paesaggistico” dell’area metropolitana?
- è stata definita la quota di perequazione a favore dell’Ente pubblico derivante da nuove urbanizzazioni?
E’ su tali questioni fondamentali che il Circolo Legambiente “La Sarmazza” ha promosso un gruppo di lavoro che rappresenta la larga maggioranza dell’elettorato del Comune per dare un fattivo contributo alla tutela e promozione del nostro territorio. Oltre a LEGAMBIENTE SAONARA vi hanno aderito la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico e le liste civiche Saonara nel cuore ed Un Nuovo orizzonte.
Il primo incontro si è svolto mercoledì 10 aprile; nelle prossime settimane vi aggiorneremo delle richieste ed osservazioni che saranno elaborate.
Mauro Dal Santo, Presidente Legambiente Saonara Vigonovo
ultima ora: venerdì 12 aprile si riunirà il Consiglio Comunale, con all’ordine del giorno l’importante questione dell’adozione del PAT. Legambiente, assieme a gran parte delle forze di opposizione rappresentate e non in consiglio comunale, ribadisce con forza la contrarietà a questa scelta dell’amministrazione e chiede il rinvio dell’adozione del PAT, contemporaneamente all’apertura di un tavolo di concertazione con la cittadinanza. Legambiente Saonara invita tutti i concittadini a partecipare ore 18,45 presso l’Auditorium di Villatora