Battaglia: arenato il progetto per parco ex INPS e Villa Selvatico

Villa-Selvatico_BattagliaUn territorio ricco di valori e di potenzialità, ma anche di problemi, quello a sud del comune di Battaglia Terme. Vi si trovano, tra le tante cose, la collina di Sant’Elena con villa Selvatico, le valli Selvatiche e il grande complesso termale  ex INPS.

Tutta quest’area era stata fino ai primi del 900 di un’unica proprietà, e in questo luogo si erano svolte anche le vicende storiche legate alla tradizione termale di Battaglia Terme (la grotta naturale del colle della Stufa, il “Grand Hotel” vicino al canale, ecc.).

Dagli anni ‘60, col passaggio della villa e dei terreni circostanti dagli storici proprietari a una immobiliare, sono partiti i progetti di assalto a quest’area e da allora questi tentativi non hanno mai smesso di essere al centro di battaglie e di polemiche anche asprissime tra le istituzioni, i privati e i cittadini.

Ai problemi della villa e del suo contesto si sono aggiunti quelli della chiusura, a partire dagli anni ’90, dello stabilimento termale dell’INPS: un complesso di oltre 400 posti letto, immerso in un ampio parco e confinante con l’area della villa, nato negli anni ‘30  e appunto fino ai primi anni ‘90 un vero modello di gestione sanitaria. Alla chiusura è seguito un progressivo abbandono e degrado del complesso, e, anche in quel caso, molte sono state le polemiche e i tentativi, tutti falliti, di riqualificazione e conversione.

Di recente, un paio d’anni fa, c’è stata una svolta di estremo interesse: la villa e le valli, dopo un susseguirsi di vicende, sono ritornate nelle mani di un unico proprietario. Il quale aveva avanzato un vero e proprio progetto di riqualificazione comprendente, oltre alla villa e al territorio delle Valli,  anche il complesso INPS, dal 2002 diventato al 90% di proprietà della Regione (e per il restante 10% del comune di Battaglia), con l’obiettivo di riprendere una attività turistico-termale che potesse ridare vita alla zona e agli edifici.

Un progetto che a noi era parso degno di attenzione, sicuramente condivisibile nell’impostazione di fondo; certo ancora con qualche aspetto discutibile e preoccupante relativo agli interventi previsti nelle Valli, ma comunque un buon inizio.

Difficile, anzi per noi impossibile, riassumere le vicende relative alla successiva gestione di questo progetto, sempre confinato all’interno dei vari uffici tecnici e professionali, tra continue modifiche e rifacimenti, senza mai un momento di illustrazione e di confronto con la cittadinanza, senza il minimo coinvolgimento del mondo delle associazioni; in definitiva un metodo progettuale e di approccio alla città totalmente carente di una qualsivoglia ottica di partecipazione pubblica. Un’altra occasione sprecata, si direbbe.

Ora su tutta la vicenda sembra calato un silenzio tombale.

Cosa pensare? È tutto arenato o si tratta di intoppi burocratici più o meno superabili? Quello che dispiace è il muro nei confronti dei cittadini, che a quanto pare non hanno nessun diritto nemmeno di essere informati su un progetto che riguarda una zona così ampia e importante del loro territorio. Noi crediamo sia giunto il momento di una gestione più aperta di tutta questa vicenda. Dal confronto ne guadagnerebbero tutti, sia il privato, che persegue il suo legittimo interesse e che ha il merito di aver voluto in qualche modo affrontare la vicenda, sia il pubblico che ha il diritto di sapere cosa ne sarà di quello che fino a non molto tempo fa era anche demanio pubblico e che per molto tempo ha dato lustro al territorio.

Ci chiediamo: possibile che una occasione storica come questa venga gestita come una secondaria pratica edilizia? È una buona occasione, non lasciamocela scappare.

Gianni Sandon – Comitato Difesa Colli Euganei