Rimangono novanta giorni di tempo, fino al 20 marzo prossimo, perché la giunta del Parco Regionale dei Colli Euganei, in accordo con i sindaci del luogo, decida se modificare o meno i confini del Parco.
È quello che richiede l’articolo 70 collegato con la legge di bilancio con cui è stata impedita un mese fa, dopo l’opposizione di moltissimi comuni e realtà coinvolti (ne abbiamo parlato qui).
Si tratta però di un confuso e pericoloso tentativo per smantellare il Parco Regionale: la sua applicazione inoltre cancella le fondamentali norme del Piano Ambientale ottenute dopo lungo lavoro dieci anni fa. I vari motivi che i consiglieri regionali portano avanti per modificare la legge istitutiva infatti non convincono.
Parlano innanzitutto della proliferazione incontrollata dei cinghiali: un problema che anche noi riteniamo grave, perché produce sia danni economici, nella coltivazione delle colture, sia rischi per la sicurezza delle persone. Ma non serve affatto ridurre l’area del Parco per questo scopo, come mostrano gli abbattimenti già in corso ad opera del personale del parco o di persone autorizzate: e si tratta di abbattimenti che si possono svolgere anche nei “cocuzzoli” dove gli animali risiedono per la maggior parte del tempo e che si trovano al di fuori delle “aree contigue”, spazi del Parco si vogliono introdurre anche per permettervi la caccia.
È proprio per per creare queste aree, riducendo il parco solo ai “cocuzzoli”, che i consiglieri vogliono adeguare la legge istitutiva del Parco Regionale dei Colli Euganei alla Legge Quadro nazionale sulle aree protette. Un adeguamento, come l’idea di “aree contigue”, che condividiamo: le “aree contigue” però dovranno essere al di fuori degli attuali limiti del parco, per promuovere, in accordo con le amministrazioni, lo sviluppo di un turismo sostenibile e di prodotti di qualità. Potrà essere poi un’occasione per mettere mano all’Ente preposto ai parchi per valutarne i limiti e ripensarne l’organizzazione, ottenendo così non solo una riduzione dei costi ma soprattutto una maggiore efficienza nella tutela del territorio del Parco e della sua promozione economica.
Riteniamo in conclusione che ridurre dei confini del Parco sia oggi una scelta grossolana e anacronistica: non solo perché il paesaggio euganeo è riconosciuto come unitario e dunque come bene irripetibile a livello nazionale e internazionale, ma anche perché il territorio, negli ultimi trent’anni, ha acquisito un particolare valore aggiunto. Non bisogna infine dimenticare le comunità e le imprese che nell’area del Parco hanno investito, generando ricchezza e tracciando la strada per lo sviluppo futuro.
Per tutti questi motivi invitiamo i sindaci dei comuni del Parco ad assumere una posizione unitaria per il mantenimento dell’area attuale del Parco e a richiedere il ritiro del confuso e pericoloso articolo 70 di un mese fa. Riteniamo necessario anche che i sindaci richiedano al Consiglio regionale di avviare l’esame dei disegni di legge della Giunta regionale – n. 143/2016 e n. 201/2016 – sulla valorizzazione delle aree naturali protette, tra cui il Parco in questione, e sulla gestione dei cinghiali. Un problema su cui devono anche sollecitare la Giunta Regionale al fine di ottenere un piano d’azione contro la proliferazione degli animali.
Coordinamento Associazioni ambientaliste del Parco dei Colli Euganei
scarica qui la lettera appello ai Sindaci