A pochi mesi dal bicentenario della creazione del prototipo della bicicletta Comune-info, rivista online che si occupa della “rivoluzione ogni giorno”, raccoglie in un libro-quaderno (acquistabile a un prezzo simbolico qui) i suoi articoli più importanti sul tema della mobilità sostenibile.
L’obbiettivo è quello di raccontare storie su chi pensa e vive in modo diverso la propria città e la trasforma con le scelte quotidiane individuali.
Si tratta di un libro utile in particolare per la città di Padova che, come raccontiamo nell’apertura di questo numero (qui), continua a essere tra le città italiane più inquinate proprio a causa del massiccio utilizzo delle automobili. Ma è anche un libro importante in cui, in maniera plastica, si mostra che quando parliamo di bicicletta non intendiamo solamente il mezzo a due ruote, ma qualcosa che ci fa ripensare alla radice lo spazio della città e ci porta a ragionare su nuove forme di partecipazione e di tessitura di comunità locali. Un simbolo a cui non sono estranee neanche le questioni di genere. In sintesi: «la bici è una matita, ridisegna le città», come scrive bene Marco Boschini in questo libro a più autori.
È proprio questa capacità della bici di trattare i temi più diversi che il libro, muovendosi nel tempo e nello spazio, riesce a restituire al lettore. Dalla Critical Mass, che ripensa, nella San Francisco del 1992, forme e mezzi dell’agire politico, alle buone pratiche per una mobilità sostenibile in una città difficile come Roma, dove hanno luogo la Ciclofficina Gazometro del quartiere Ostiense e il movimento Bike to school, in cui genitori e figli si organizzano per andare a scuola con la bici.
Sono presenti nel libro anche riflessioni su come ripensare lo spazio urbano: dalle Zone 30, con l’articolo già ripreso dal nostro giornale, alle piste ciclabili ottenute negli spazi delle ferrovie abbandonate in Germania. Non mancano, infine, storie e ragionamenti sulle scelte individuali: da uno stimolante articolo sul nesso tra sharing economy e mobilità sostenibile, ai vari racconti di persone che hanno rinunciato, senza eroismo ma con tanta voglia di “perdersi per ritrovarsi”, a vecchi modi di spostarsi per cercarne di nuovi.
Il testo vuole mettere l’accento proprio sulla responsabilità personale perché, come recita il titolo dell’ultimo articolo, “le polveri sottili siamo noi”. In attesa delle necessarie politiche che vadano finalmente nella direzione della conversione ecologica delle nostre città, sta prima di tutto a noi cominciare la trasformazione con le nostre piccole scelte individuali quotidiane. Scelte che possono servire anche per sostenere le belle realtà locali che muovono in questa direzione: a Padova esiste, ad esempio, la Ciclofficina della Mente Comune che, in occasione dell’anno nuovo, ha stampato per autofinanziarsi un calendario a tema bici. Da possedere per cominciare un nuovo anno di mobilità sostenibile.
Luca Cirese – Redazione Ecopolis