Il fronte del NO parla di referendum inutile perché affronterebbe una questione puramente tecnica, ma noi del SI’ rispondiamo che la questione è tutt’altro che tecnica, è politica, e non solo di politica energetica.
Legambiente risponde punto per punto alle fuorvianti argomentazioni di chi non vuole la consultazione, e invitiamo ad andare a votare e ad arrivarci con le corrette informazioni.
Dicono che non è un voto contro nuove trivelle. Invece votare SI’ impedirà nuove trivellazioni. La legge attuale non consente che entro le dodici miglia marine siano rilasciate nuove concessioni, ma non impedisce, però, che a partire dalle concessioni già rilasciate siano installate nuove piattaforme e perforati nuovi pozzi. Un esempio concreto è dato dal caso di VegaB, la nuova piattaforma prevista nel canale di Sicilia, nell’ambito di una concessione già esistente e posta meno di dodici miglia da un’area protetta. Tale piattaforma, se vince il NO molto probabilmente sarà realizzata, per arrivare a fine vita del giacimento. Se vince il Si invece il titolo andrebbe a scadenza nel 2022, e quindi non ci saranno i tempi per realizzare il nuovo impianto.
Dicono che le moderne piattaforme non hanno impatti, ma non esistono attività industriali senza rischi e senza impatti, e questo vale anche per le estrazioni. Le attività in piattaforma possono comportare il rilascio di inquinanti, anche nel caso di estrazione di gas. Un eventuale sversamento di petrolio nel Mediterraneo poi sarebbe disastroso: secondo Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) le pur moderne tecniche di rimozione consentirebbero di recuperare al massimo non più del 30% del petrolio sversato. Infine la subsidenza, la cui prima causa è proprio l’estrazione del gas, mette già a rischio territori delicatissimi come la Laguna di Venezia e il Delta del Po.
Dicono che le piattaforme in mare danno un grande contributo al nostro fabbisogno. In realtà le piattaforme soggette a referendum (entro le dodici miglia) contribuiscono per meno dell’1% al fabbisogno nazionale di petrolio e per il 3% di gas, un contributo esiguo e ampiamente compensato dal calo dei consumi in atto negli ultimi dieci anni, pari al -33% di petrolio e -22% di gas.
Dicono che le rinnovabili costano ancora troppo. Le rinnovabili hanno introdotto la diversificazione e la concorrenza nel mercato dell’energia, permettendo di abbatterne il prezzo. Sono diventate via via più efficienti, tanto che rappresentano la prima voce di investimento nel mondo e in Italia coprono già il 40% del mercato.
Dicono che il SI farebbe perdere molti posti di lavoro. Ma la situazione lavorativa nel settore estrattivo rimarrebbe invariata rispetto a oggi perché il referendum vuole solo ripristinare la norma in vigore fino al 31 dicembre 2015. Piuttosto è bene sottolineare che il comparto è già in crisi da diversi anni nel mondo e in Italia per il crollo del prezzo del petrolio, invece il settore delle rinnovabili e dell’efficienza potrebbe generare almeno 600mila nuovi posti di lavoro.
Dicono che i soldi degli idrocarburi sono investiti in ricerca. Tutt’altro: il settore estrattivo in Italia riceve sussidi diretti e indiretti dallo Stato che ammontano a circa 2,1 miliardi di euro all’anno, godendo di diversi privilegi negati ad altri comparti, come testimonia il DOSSIER STOP SUSSIDI ALLE FONTI FOSSILI.
Insomma per promuovere e far sviluppare il settore energetico nel nostro Paese servono concrete politiche di investimento nelle rinnovabili, mentre tutti gli ultimi Governi e in particolare quello in carica ne bloccano lo sviluppo.
Per una puntuale e dettagliata disamina delle argomentazioni, leggi qui l’articolo su LaNuovaEcologia.
Legambiente Padova
(sintesi a cura di Annachiara Capuzzo, redazione di ecopolis)
Maratona informativa sul referendum – Legambiente sarà in Piazza sabato 9 aprile per informare sul referendum del 17 aprile. Banchetti informativi in piazza della Frutta (lato caffè Margherita) dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00
TRIVELLE ? SUBSIDENZA ! ESISTE UNA STAMPA ANTICA CON l’ACQUA ALTA A VENEZIA??? NO , perché gli ingegneri veneziani del ‘500 ed oltre non erano ladri né incompetenti e non c’era la subsidenza creata dall’uomo negli 100 anni ….GRIDATELO….basta sussurri da gatto con il topo in bocca !!!
…e come mai LEGAMBIENTE si sgancia dagli ordini del PD? farete anche “autocritica di libertà di pensiero e di scienza” sull’assurdità di difendere ancora gli inceneritori come quel mostro di Padova che secondo la stampa scarica solo (solo ???) 10 grammi l’anno di diossina che essendo non biodegradabile entra nella catena alimentare accumulandosi ogni anno ? 10+10+10+10+10+10 +10+10 +10 … grazie Zanonato!
…. e poi chi lo sa che “solo” 10 grammi equivalgono a 10.000mg pari a 10.000.000 microgrammi pari a 10.000.000.000 di nanogrammi pari a 10.000.000.000.000 picogrammi che è l’unità di misura delle diossine ambientali /alimenti ???
Quanti si sono laureati in “Ecologia Superficiale ” a Tirana insieme al Trota ?
Mi sono cancellato da anni da Legambiente per ovvi motivi…passando a G.P. solo per serietà scientifica e libertà di azione.
Dimostrate più professionalità ed indipendenza e chissà quanti come me ci potranno ricredere e finanziarvi liberamente senza pattuizioni politiche con nessuno !
Ciao ed auguri e comunque… grazie per esistere…. chissà se un giorno Casa Pound vi farà concorrenza?
Lucio