Lo scorso 8 luglio Legambiente-Salvalarte segnalava in forma scritta all’Assessore all’edilizia monumentale Luisa Boldrin, un parziale crollo di alcuni frammenti dalla terza arcata del ponte romano di San Lorenzo, causato da infiltrazioni d’acqua.
Salvalarte ha più volte informato l’assessore Boldrin circa il cattivo stato di manutenzione e di fruibilità del monumento, nonché le difficili condizioni nelle quali operano i volontari, a causa delle infiltrazioni d’acqua negli intradossi delle arcate.
Abbiamo provveduto a presentare anche due segnalazioni scritte nel dicembre 2012 e nel marzo 2013.
Alla segnalazione è seguita la chiusura del ponte romano senza alcuna segnalazione all’associazione che, sulla base di una convenzione non onerosa tra la stessa ed il Comune di Padova, ha permesso nel solo ultimo anno, a 1500 visitatori di poter fruire gratuitamente della visita al ponte interrato tramite l’accesso da piazza Antenore.
L’assessore Luisa Boldrin ha tranquillizzato la cittadinanza solo attraverso la stampa locale, citando il buon esito dei primi accertamenti da parte dei tecnici circa l’assenza di rischi e problemi strutturali, riservandosi ulteriori chiarimenti a seguito di tutti gli interventi necessari.
Esclusi da qualsiasi comunicazione ufficiale, Salvalarte – Legambiente, il 5 agosto scorso, ha richiesto, a norma della legge sulla trasparenza, gli esiti degli accertamenti sullo stato del ponte e della sua sicurezza, al fine del ripristino del servizio di apertura da parte dei volontari. Ma l’amministrazione non ha risposto.
Tale richiesta è stata sollecitata il 25 settembre al settore Edilizia Pubblica, per consentire la riapertura alle scolaresche, che hanno fatto richiesta per poter visitare il ponte, ma ad oggi tutto tace.
Siamo amareggiate, noi insieme ai agli oltre 70 volontari che gratuitamente garantiscono le aperture della rete di monumenti cittadini cossiddetti minori, dall’atteggiamento di chiusura. Chiediamo pubblicamente una risposta dall’assessore Boldrin, la quale pare essere disinteressata ad un monumento del 40 a.c. ed al lavoro dei volontari che sono pronti a riprendere il servizio.
Tiziana Mazzuccato e Katiuska Cemin, coordinatrice di Salvalarte e responsabile volontari Ponte San Lorenzo
E’ veramente inammissibile un tale atteggiamento da parte dell’amministrazione comunale, i cittadini hanno il diritto di conoscere la situazione dei monumenti della città che sono patrimonio collettivo e non proprietà del Comune che ha il dovere di informare, provvedere alla custodia e manutenzione di tutti i siti della città e renderne possibile la fruizione. Questo silenzio è ingiustificato e mi unisco all’amarezza di Tiziana e Katiusca.
Sandra Fant
E Vi meravigliate: è sufficiente pensare a come è stata gestito il problema della Cappella di Giotto, il PP1, l’auditorium, il mura della stanga, il contesto urbano e la sicurezza dei cittadini!
Certamente per i ns amministratori è difficile comprendere l’importanza di salvare qualcosa a cui loro non tengono! Per loro l’unica cosa da salvare e’ la poltrona di cui si sono appropriati, e malgrado noi, siedono!!!
Un ponte romano del 40 A.C. con tre maestose arcate che va in rovina?
Amministrazione patavina : “E che vuoi che sia! Ce ne son ancora altri di ponti romani a Padova, e anche di medievali, e anche di avveniristici di ultimissima fattura, andate a vedervi quelli!”.
E’ vergognoso constatare come, sempre più spesso, attività di volontariato e/o di sussidiarietà siano de facto frenate e disincentivate dalla cattiva gestione di amministratori locali, a causa di “incapacità” amministrativa o peggio per “precisa volontà politica” di ostacolare la partecipazione dei cittadini.
A Padova, e non solo qui, nascono sempre più gruppi di volontari e Associazioni che con maestria e buona volontà si mettono in moto per svolgere attività di sussidiarietà e cooperazione con gli enti pubblici (vedi Salvalarte in cui decine di persone tengono aperti Monumenti altrimenti destinati al dimenticatoio). L’impressione – e a volte non soltanto quella – è che per gli amministratori locali certe iniziative siano di intralcio, una seccatura dinanzi alle loro prerogative. Prerogative che certamente non hanno memoria alcuna del principio di sussidiarietà sancito anche dalla nostra Costituzione. Ebbene, questi amministratori compiono DOPPIO DANNO: oltre a non svolgere come dovuto i loro compiti impediscono ad altri di surrogare queste lacune. E la beffa è che nessuno li sanziona, anzi, fanno il bello e cattivo tempo, si arrogano il diritto di NON RISPONDERE ai cittadini, di non render conto con TRASPARENZA dei loro atti, dulcis in fundo si nascondo dietro le pieghe macchinose della burocrazia. Vili!
Ma finchè i più saranno SOLO e SOLAMENTE proni a rendere grazie…
Pro memoria : Art. 118
“Stato, Regioni, Province, Città Metropolitane e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarità”