Le anticipazioni sulla “Legge di stabilità 2016” hanno suscitato una vera alzata di scudi in merito al riconoscimento delle esenzioni Imu e Tasi per la “prima casa” anche a palazzi, castelli e ville vincolate. Per mantenere obiettività di giudizio, urge liberare il campo da equivoci.
Il primo equivoco è confondere i castelli e le ville vincolate con gli immobili di lusso. […] Corre una bella differenza tra una villa moderna all’Argentario o in Costa Smeralda e una dimora vincolata del 1500 isolata nella campagna toscana o marchigiana; così pure un grattacielo in classe energetica AAA a Milano non è un palazzo storico del 1300. E via esemplificando.
Eppure moderno e antico, cultura ed economia sono indifferenti per il Catasto […]
Per tutelare e valorizzare il patrimonio storico e artistico è prioritario distinguere tali beni fin dall’accatastamento. Né ha senso equiparare gli immobili vincolati alle prime case. Gli immobili vincolati devono avere un regime speciale in ragione del loro interesse culturale, a prescindere dalla loro destinazione a dimora, per il turismo, a museo o come sede aziendale.
Da qui nasce la proposta, recepita dal MIBACT (Franceschini, Beni Culturali), di creare un gruppo catastale ad hoc per gli immobili vincolati. Il che avverrebbe a costo “zero”: basterebbe anteporre il prefisso “V” (come “vincolato”) alla loro attuale classificazione. […]
Altro equivoco è che siano degni di tutela solo i beni storici in proprietà pubblica e non anche quelli in proprietà privata. L’Artbonus prevede la detrazione dalle imposte per i privati che diano erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico. Viceversa, lo Stato ha “bloccato” il finanziamento di 100 milioni di euro spettante ai privati che hanno restaurato i propri immobili storici aperti alle visite. […]
D’altra parte, per gli immobili vincolati non si chiedono “agevolazioni”, ma misure “compensative”. […] La deduzione fiscale del 100% dei costi certificati di manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili vincolati, come accade in Francia, consentirebbe ai proprietari di investire risorse che alimenterebbero il turismo, le imprese di restauro e il settore agro-alimentare. E l’indotto ripagherebbe l’Erario con gli interessi.
La valorizzazione turistica di ville, castelli e palazzi statisticamente si basa su di un rapporto uno a quattro: 1 euro che entra in una villa che fa attività turistica corrisponde a 4 euro che incassa il territorio con l’indotto. I soli Castelli della Loira producono entrate annue imponibili per un miliardo di euro con 7,5 milioni di visitatori. Nel nostro Paese fiorirebbe un turismo culturale tale da porsi tra le prime voci del PIL nazionale, con un enorme incremento della manodopera giovanile.
Gli immobili storici vincolati si calcola siano circa 30.000, mentre le abitazioni in Italia sono 62,5 milioni (il Sole 24 ore). Le dimore storiche vincolate rappresentano dunque una percentuale marginale del patrimonio immobiliare del Paese; ma ne rappresentano l’identità culturale, un bene immateriale enorme non prezzabile e non replicabile.
Ebbene, queste case antiche, nella stragrande maggioranza, […] sono elefanti bianchi, immobili senza mercato. Un Castello sulle colline padovane, ex reggia asburgica, con affreschi di incredibile valore culturale, circondato da 26 ettari di querce e castagni secolari, ha visto andare deserte sette aste. Molti lo visitano, nessuno lo vuole.
Se il regime di vincolo imposto dallo Stato ai Beni Culturali non potrà essere onorato dai detentori di ville e castelli questi verranno abbandonati e periranno. E il Paese avrà perduto per sempre una risorsa unica e straordinaria. […]
Alberto Passi, Presidente Associazione Ville Venete
sintesi a cura di Redazione di ecopolis
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