Sul Piazzale S. Croce si apre il Santuario di S. Leopoldo Mandic, che qui visse e operò tra il 1909 e il 1942 (vedi qui).
La chiesa, legata da sempre alla comunità dei Frati Cappuccini, fu edificata per la prima volta nella seconda metà del ‘500, ma nel corso della storia subì due tragiche distruzioni: nel 1825, a causa delle soppressioni napoleoniche e nel 1944 in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
La ricostruzione attuale, realizzata a navata unica con due cappelle per lato e soffitto ligneo, fu realizzata nel 1947
dagli architetti Giovanni Morassutti e Stanislao Ceschi. Oggi, per chi voglia visitare e conoscere lo splendore raccolto all’interno di questo edificio religioso, segnaliamo l’utile guida: “Padova, Santuario S. Leopoldo Mandic” realizzata da Frate Flaviano Giovanni Gusella, Rettore del santuario (per le pubblicazioni dei frati è possibile rivolgersi direttamente al santuario.
Lo scritto, partendo dalla storia dell’insediamento dell’Ordine Francescano dei Cappuccini a Padova, racconta le fasi di sviluppo del convento e della chiesa e, attraverso lo spirito e la figura di S. Leopoldo, accompagna il visitatore nella scoperta del considerevole patrimonio artistico qui raccolto dal XVI secolo ad oggi: dipinti, sculture, mosaici, vetrate istoriate e molto altro.
Per esempio, non possiamo certo rimanere indifferenti davanti al magnifico portale d’ingresso in bronzo, realizzato nel 2012 da Albano Poli su progetto di Guido Visentin, opera raffigurante l’Annunciazione, la Trasfigurazione e modelli di vita consacrata.
Oppure quando, una volta giunti all’interno, i nostri occhi si posano al di sopra della porta d’accesso per osservare tre preziosi dipinti: a sinistra La Trasfigurazione di Gesù con i santi Francesco e Antonio del pittore Dario Varotari (XVI sec.) al centro la tela San Leopoldo e la Parona Benedetta nella gloria di Benito Tiozzo (del 1989) e a destra l’Incoronazione della Vergine, di autore sconosciuto (XVI sec).
Consultando la guida veniamo poi condotti verso le cappelle laterali, dove possiamo ammirare, tra le numerose tele menzionate, Il Martirio di Santa Caterina d’Alessandria (XVII sec.) di Alessandro Varotari, detto il Padovanino, La Presentazione della Vergine al tempio (XVII sec.) di Giovanni Battista Pelizzari e altre opere di Benito Tiozzo. Degna di nota, nel transetto della chiesa, è La Santa Famiglia dopo il ritrovamento di Gesù, opera di Palma il Giovane (XVI-XVII sec). Un nuovo impianto luci che ha donato maggior risalto ai tesori artistici presenti nel Santuario è stato realizzato grazie al sostegno della “Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo”, in questo modo è possibile godere ancor meglio dell’insieme.
Lo scritto del Gusella, fornendo altre informazioni su tele, bassorilievi, sculture e apparati sacri, prosegue nella esauriente panoramica, illustrando i locali interni ed esterni dell’edificio e quelli dedicati alla devozione e al culto di S. Leopoldo.
Alla fine della visita, dopo essersi accostati alla spiritualità e alle bellezze del luogo, ci si ritrova a pensare alle infinite sfaccettature della realtà padovana meritevoli di scoperta e diffusione; volti capaci di emozionare e orientare verso la realizzazione di panorami differenti, meno caotici e più a misura d’uomo.
Andrea Cappellari – redazione ecopolis
Per visite e informazioni sul Santuario di S.Leopoldo vedi qui