Caso Alì: «Rimane l’amarezza e una netta sensazione, una certezza, che tanto di più e meglio si poteva fare. Si doveva fare»
A due anni dalla presentazione del progetto, con il voto notturno del Consiglio comunale, si chiude dunque l’iter di approvazione della variante per consentire al gruppo Alì di poter costruire il grande Hub logistico su 15 ettari di terreno agricolo a Granze di Camin. Al contempo si avvia un lungo e incerto percorso di rigenerazione della caserma Romagnoli, “sbloccato” a pochi giorni dal voto per compensare l’ennesima colata di cemento concessa a privati.
Tanto è stato detto e scritto in questi mesi sulla vicenda, partita molto in sordina e divenuta un caso politico grazie a chi si è opposto sin da subito all’Hub logistico, operazione che nulla ha a che fare con lo sviluppo sostenibile di una città come Padova, che si fregia del ruolo di “Mission City” europea e che come tale punta alla neutralità climatica entro pochi anni.
Nel 2024, quando la crisi climatica dovrebbe imporci ragionamenti e scelte orientate alla tutela ambientale, che è anche tutela delle persone, subiamo, ancora una volta, le prerogative del mondo economico e produttivo, nel caso di Alì di un operatore della Grande Distribuzione Organizzata, che viene fatto passare per vittima delle lungaggini burocratiche della macchina pubblica, rea di tenere in ostaggio per lungo tempo le legittime ambizioni espansionistiche del gruppo. Su questo aspetto tutto il mondo della rappresentanza dei diversi player economici è stato coeso nel sottolineare a gran voce quanto Padova dovesse sentirsi lusingata dalle prospettive di un così importante investimento economico.
Di più, ancora una volta, subiamo la contrapposizione Ambiente vs Lavoro, ultima comoda spiaggia di chi non ha davvero intenzione di affrontare le complessità di una fase storica che impone ragionamenti nuovi e coraggiosi, di percorsi politici e di tutela trasversale che non puzzino di stantio perché tirati fuori dal vecchio armadio dei rassicuranti cliché.
E infine, ancora una volta, assistiamo ad una gestione discutibile da parte di chi dovrebbe condurre operazioni che proprio perchè complesse, necessitano di straordinari approfondimenti e riflessioni, ampi e trasparenti confronti che valorizzino i percorsi democratici, dando loro il tempo che necessitano. L’interesse pubblico, proprio perchè tale, va tutelato anche rendendo partecipe la città.
Rimane l’amarezza e una netta sensazione, una certezza, che tanto di più e meglio si poteva fare. Si doveva fare. Ripartiamo però dal dato che le istanze di sostenibilità ambientale nello sviluppo della nostra città rimangono una priorità per molte persone, evidentemente ancora non adeguatamente rappresentate ai diversi livelli. Ringraziamo chi si è battuto, ancora una volta, per dare concretezza a quelli che per alcuni rimangono obiettivi rinunciabili, ma per molti altri sono le linee guida dell’agire collettivo per il presente e il futuro.
Francesco Tosato, Presidente Legambiente Padova