Una rivoluzione energetica per salvare il pianeta

La transizione ecologica in Europa passa anche dalla riqualificazione energetica delle nostre case.

 

 

La scarsa efficienza energetica dei nostri edifici ha un ruolo determinante per l’aumento delle emissioni di CO2 e l’aggravarsi degli effetti della crisi climatica che stiamo vivendo.
L’efficientamento energetico, promosso anche dal governo italiano tramite gli incentivi fiscali di cui tutti possono usufruire agevolmente, è urgente e ha un potenziale enorme per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050: il 40% dell’energia consumata nell’UE è infatti destinata agli edifici, i cui consumi producono il 36% delle emissioni di CO2. L’ultimo rapporto dell’IPCC  ha messo in relazione più volte la correlazione tra efficientamento energetico degli edifici e una drastica riduzione delle emissioni di CO2.

Come ricorda META, il canale dello European Environmental Bureau, migliorare la performance energetica degli edifici è necessario, oggi più che mai, anche alla luce delle recenti politiche adottate dall’UE (REPowerEU) per ridurre la dipendenza dal gas russo prima del 2030. Gli aumenti dei prezzi dell’energia cui abbiamo assistito nel corso dello scorso inverno dimostrano come l’inefficienza energetica degli edifici colpisca soprattutto i più vulnerabili: a causa delle bollette più alte e dei numerosi isolamenti domiciliari della quarta ondata di COVID-19, una famiglia europea su quattro si è trovata a rischio di povertà energetica.
Nel dibattito europeo, la Direttiva sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD) può rappresentare uno strumento molto efficace per implementare nei singoli paesi dell’UE dei criteri comuni per l’efficientamento energetico sostenibile. Secondo lo European Environmental Bureau, importante network di organizzazioni ambientali presenti in più di 35 paesi, la Direttiva dovrebbe rivedere quei sistemi di riscaldamento e raffreddamento che dipendono dai combustibili fossili per promuovere esclusivamente sistemi basati sulle energie rinnovabili già esistenti (come i sistemi a pompe di calore) per ridurre le emissioni di CO2, migliorare la qualità dell’aria, tutelare quei cittadini europei che hanno pagato maggiormente l’aumento dei prezzi dell’energia.
Un approccio all’energia basato sulla sufficienza e non sugli sprechi – secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC –  permette di ridurre l’utilizzo che facciamo delle risorse naturali nel ciclo di vita degli edifici (e la nostra impronta ecologica), di godere di un sistema di riscaldamento e raffreddamento più performante e adatto ai nostri bisogni.
Fondamentale è poi la necessità di richiedere nella direttiva impegni vincolanti, per esempio prevedendo, per ogni edificio, l’utilizzo di almeno il 15% di materiali circolari. La riforma dovrebbe prevedere anche un impegno a raddoppiare l’utilizzo di questi materiali entro il 2030.

L’elaborazione della Direttiva sull’efficienza energetica (EPBD) è appena iniziata ed è possibile che assuma in futuro un ruolo più decisivo per rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla dipendenza dal gas russo. È necessario che l’energia delle nostre case diventi, da importante responsabile delle emissioni di CO2 quale è oggi, un motore per la riconversione ecologica delle nostre società.

Puoi leggere l’articolo integrale su meta.eeb.org

Andrea Maiorca, redazione Ecopolis
Foto di ©animaflorapicsstock/123rf