SUI COLLI SI CONSUMA UN CONFLITTO TRA RUOTE E SCARPONI

Come conciliare passione e rispetto nei Colli Euganei? Ne abbiamo parlato con Tiziano Giachelle, presidente del Gruppo Ciclo Escursionistico della Sezione C.A.I. di Padova

 

Immaginate un sentiero sui Colli Euganei stretto e tortuoso. Da una parte, un ciclista sfreccia in discesa a tutta velocità, dall’altra, un escursionista, zaino in spalla, arrancando in salita cerca un po’ di pace e tranquillità. Lo scontro appare inevitabile: un urlo, un’imprecazione, e l’eco della discordia risuona tra le valli. Questa scena, purtroppo, si ripete sempre più spesso nei nostri sentieri e negli ultimi anni, in particolare con l’avvento delle e-bike, gli incidenti sui sentieri di montagna sono notevolmente aumentati. Un dato allarmante che ci invita a riflettere sulla necessità di una maggiore convivenza e rispetto reciproco nei nostri sentieri, ma come conciliare la passione per le due ruote con il desiderio di camminare in pace tra i boschi?  Recentemente l’Ente Parco Colli, anche alla luce dell’art 41 della Costituzione secondo cui l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità umana o “all’ambiente, ha vietato gare di MTB all’interno di aree di riserva del parco, scatenando però forti proteste da parte dei bikers, che si sono visti privare di spazi per lo svolgimento di attività ludiche.

Sul tema abbiamo interpellato Tiziano Giachelle,  presidente del gruppo ciclo escursionistico del C.A.I. di Padova:   «Conoscere, frequentare e conservare le montagne, difenderne l’ambiente, sono i principi su cui si basa il sodalizio. Il Club Alpino Italiano si assume quindi l’obiettivo di rappresentare, a tutti i livelli ed in ogni circostanza, l’esempio di come sia possibile avvicinarsi alla montagna e viverne le bellezze senza in alcun modo degradarne il significato, secondo il principio generale che la montagna è il fine e non il mezzo. La bicicletta quindi rappresenta un altro modo di fare escursionismo, cioè si sostituiscono le scarpe da trekking con la mtb, ma la filosofia è la medesima, cioè scoprire il mondo, portando con se una preparazione varia e approfondita che consenta di affrontare con serenità e in sicurezza il percorso. Mi spiego meglio, per affrontare un’uscita in ambiente montano o comunque naturale è necessario essere consapevoli delle proprie capacità, ma anche possedere un bagaglio di conoscenze tecniche indispensabili in attività di questo tipo, che vanno dalle basilari nozioni di meccanica a quelle relative all’uso di cartina e bussola e del GPS, passando per l’alimentazione e l’abbigliamento, senza scordare le tecniche di guida che devono essere le meno impattanti possibili sull’ambiente e sicure sia per il ciclista che per eventuali altri soggetti che si potrebbero incontrare durante le escursioni. Prima di tutto bisogna sfatare un preconcetto e cioè l’uso del mezzo meccanico di per sé, non crea alcun problema al terreno naturale, purché le ruote continuino a girare. Chiaramente per fare ciò è necessario affinare la propria tecnica di guida, specialmente oggi perché le biciclette hanno ruote di maggiori dimensioni rispetto al passato e nel caso di quelle a pedalata assistita anche dei pesi maggiori e quindi teoricamente più impattanti nel caso non si sappiano usare adeguatamente. È evidente che mezzi del genere, potrebbero creare dilavamento del terreno in caso di frenate prolungate, specie se un percorso viene affrontato spesso e da un numero consistente di ciclisti. Va poi considerato che in determinate condizioni su sentieri umidi o dal fondo morbido, anche una tecnica di guida perfetta, potrebbe alla lunga creare dei solchi  e quindi dei danni ambientali. Anche per questo il CAI, evita il down hill, o percorsi da enduro di una certa difficoltà, mentre sui Colli Euganei purtroppo è frequente vedere chi pratica questi stili e, a volte, che i ciclisti non tengono in alcun conto i sentieri esistenti, anzi creano nuovi percorsi in discesa tra la boscaglia e i danni sono evidenti. Succede anche di vedere che alcune persone per il piacere di fare una discesa adrenalinica vi si buttano pur essendo del tutto impreparate o con biciclette inadeguate affrontando percorsi ad alta valenza tecnica, finendo spesso per infortunarsi e impegnando il soccorso alpino in recuperi che potevano essere evitati. Altro aspetto da considerare organizzando una escursione è il carico antropico che in caso di gruppi troppo numerosi potrebbe causare dissesti su terreni poco rocciosi e sulla vita della fauna».

Quindi, per raggiungere lo scopo di una frequentazione consapevole il gruppo Ciclo Escursionistico del CAI di Padova da 10 anni opera  su più livelli:

  • organizzando delle gite aperte ai soci e ai non soci per la cui preparazione gli accompagnatori si attengono alle norme e regolamenti del CAI, che in sintesi prevedono la salvaguardia dell’ambiente e dei suoi fruitori siano essi uomini o animali;
  • allestendo in accordo con gli enti preposti una cartellonistica che richiami il rispetto dell’ambiente e delle persone;
  • proponendo delle giornate di avvicinamento alle tecniche di guida che in futuro verranno sostituite da corsi per un uso della bicicletta sicuro, consapevole e rispettoso.

In definitiva gli ingredienti principali per far coesistere escursionisti e ciclo-escursionisti  sono il rispetto, il buon senso e la preparazione, tutti elementi indispensabili per condividere i sentieri in armonia.

Davide Bettin