Solidaria 2022: l’esperienza.

La testimonianza di un volontario ci racconta “la Solidaria del desiderio”. 

 

 

Ho collaborato a Solidaria 2022 come volontario per il CSV di Padova e Rovigo e qui racconto la mia esperienza, un racconto che è anche il tentativo di rispondere ad una mia domanda: il programma proponeva eventi molto diversi: teatro, danza, musica e recitazione, dibattiti, incontri con esperti, cene e degustazioni. Qual è il filo conduttore che lega tutto questo con il volontariato e con il tema ‘Desiderio’ che è titola questa edizione di Solidaria?

Martedì 20 Settembre Orto Botanico visita guidata (e ragionata) con Telmo Pievani

Luca Marcon presidente di CSV Padova e Rovigo nell’introduzione all’evento, anticipa che il CSV a breve collaborerà ad una ricerca dell’Università di Padova sulla aspettativa di vita del volontario. Sembra infatti che il volontario viva più a lungo e la ricerca potrà dare un riscontro oggettivo in termini qualitativi e quantitativi. Il volontario ha una vita ricca, si mette in ascolto dell’altro e riceve, di solito, molto più di quanto dà. Anche questo contribuisce al suo stare bene. E, probabilmente, anche il fisico ne beneficia.

E l’Orto Botanico? In un’ora che è corsa velocissima il professor Pievani ci ha guidato nel passato, nel presente e nel futuro dell’Orto Botanico, dell’ingegno umano, della natura e delle piante più significative presenti. Percorso affascinante che ha regalato emozioni e stupore nel sentire che proprio in quel luogo si sono svolti eventi che hanno cambiato la vita dell’uomo. Si scelgono e si cambiano le piante per renderle ‘migliori’ ma forse sono loro che cambiano l’uomo e lo rendono ‘migliore’. E quando l’uomo abbandona l’intenzione esclusivamente utilitaristica e predatoria e si avvicina all’ambiente e lo ascolta entrando in simbiosi, ne beneficia.

Ecco il punto che ho colto dall’incontro: l’uomo ha il desiderio di essere felice, di migliorare la propria vita e, possibilmente, la vita degli altri; l’approccio che ha nei confronti dell’altro e dell’ambiente in cui vive, specie la natura, decide molto su questo aspetto.

Venerdì 23 Settembre Il Grande Inquisitore

Lo spettacolo con testo tratto da Dostoevskij, narrato da Emidio Clementi, con le musiche originali di Stefano Pilia e Ensemble Concordanze è di una potenza evocativa notevole. Il vecchio monaco che si ferma a colloquiare con un illustre interlocutore – forse la sua stessa coscienza che lo interroga – rappresenta chiunque si adopera per il bene di se stesso e degli altri.

Il fare gratuitamente, come avviene per il volontario, è frutto di una vocazione, di motivazioni, di principi più o meno consci e più o meno ragionati e giustificati. E se durante il suo operato si scorda o volutamente modifica questi principi? E se diventa lui il solo metro del suo operato tanto da diventare autoreferenziale? E cosa accade quando incontra le debolezze, la libertà, le necessità dell’altro? Si ricorda sempre di essere al servizio?

La svolta per il vecchio monaco inquisitore di Dostoevskij avviene alla fine del racconto, quando un gesto d’amore ricevuto – imprevisto e totalmente gratuito – ribalta il destino terribile che il monaco aveva deciso: la morte per l’altro e per sé la lucida pazzia del delirio di onnipotenza.

Il desiderio di amore, che viene sempre tenuto vivo da gesti gratuiti donati e ricevuti è ciò che ricorda sempre chi siamo, chi è l’altro e cosa vuol dire mettersi al servizio.

Sabato 24 Settembre Lo scambio ineguale – L’associazione Murialdo dialoga con Gianni Belloni

Welfare, servizio sociale, inclusione, disuguaglianza, giustizia sociale sono i temi del dialogo che al Centro Diurno dell’Associazione Murialdo il giornalista Gianni Belloni intreccia con il responsabile Gianluca Brambilla, con l’educatrice Elisabetta Frison e con tutti i presenti, in particolare ponendo l’attenzione sulla dicotomia esistente tra i concetti di cui tutti parlano e le pratiche che nella vita di tutti i giorni incarnano tali concetti in volti, relazioni, storie personali, dolori e necessità.

Per trattare alla pari l’altro è necessario chiedersi quali azioni e quali comportamenti assicurano la dignità della persona. La via maestra è che la persona sia protagonista e non si senta mai un ‘assistito’. Come? Ecco il progetto che va pensato singolarmente per ognuno: il lavoro, la continuità degli impegni che danno gratificazione, i diritti e i doveri, la vita di relazione che fa uscire da se stessi. Insomma, tutto ciò per cui c’è pienezza di vita e per cui vale la pena alzarsi dal letto e uscire di casa ogni mattina.

Il volontario è – dovrebbe essere – un esperto di relazioni e di volti, perché gli interessano poco i concetti, gli interessano le persone. E spesso deve avere l’umiltà di fare un passo di lato quando capisce che buon cuore e buona volontà da soli non sono più sufficienti. Accade quando il volontario deve acquisire competenze e abilità per diventare un professionista, chiamato a dare risultati di efficacia misurabili, ma nel suo intimo resta e desidera rimanere sempre un volontario. Non dimentica mai la sua vocazione e i principi etici che guidano la sua azione e dalla dualità vocazione-professione nasce un tipo di intervento sociale assolutamente originale che diventa modello anche per molti altri.

Domenica 2 Ottobre Festa del Volontariato e della Solidarietà di Padova

Non è facile accogliere e organizzare la presenza di 200 associazioni nelle stessa piazza. Il tempo è limitato e la giusta attenzione va data a tutti. Ci si rimbocca le maniche e ci si occupa delle cose più pratiche: assegnare gli spazi, dare indicazioni e fornire informazioni, risolvere piccoli disguidi, aiutare l’associazione ad allestire lo stand. E poi ci sono le bande musicali, le majorettes, gli spazi di gioco e di sport, gli spazi per le feste e per le esibizioni.

Il tutto però con il sorriso, chiamandosi sempre per nome e con una pazienza mai attendista, ma attiva e operosa. Quella pazienza che fa accadere le cose, quella pazienza che parla di ‘noi’, quasi mai di ‘io’. Questo è lo stile del volontario, e sembra più una caratteristica che una abilità imparata con il tempo e l’esperienza.

Non è sempre facile passare dall’io al noi, spesso l’umanità mostra la sua faccia meno piacevole e il noi diventa quasi invisibile, sopraffatto da tanti io distinti e il più possibile distanti. E allora è utile fare un passo intermedio: dall’io al tu. E insieme costruiamo il noi.

Come volontario tra volontari, il mio desiderio di imparare è stato in qualche modo esaudito: mi sono messo al loro servizio e anche stavolta, come in molte altre occasioni, ho ricevuto molto molto di più di ciò che ho donato.

Ringrazio Guido, Anna, Mario, Giovanna, Alessandra, Niccolò del CSV e i volontari del CSV con i quali ho condiviso quest’esperienza.

Luca Banzato, Redazione Ecopolis