Al via sabato 17 settembre la quinta edizione di Solidaria 2022, il festival di cui Ecopolis è media partner, che quest’anno punta sul “desiderio”.
Nel 2021 mi accorgo che esiste questa manifestazione, nel 2022 partecipo anche io come volontario. In attesa che inizi l’evento, condivido alcuni ‘dietro le quinte personali’ che ho vissuto come volontario ‘in training’ per rendere al meglio l’atmosfera che Solidaria riesce a creare.
Considero una grande opportunità essere volontario in una manifestazione sul volontariato. C’è la necessità di fare e la possibilità di riflettere su come lo fai, tenendo sempre bene a mente la dignità e l’umanità dell’altro con cui hai a che fare: per quanto ti è possibile agisci con l’altro più che per l’altro. E questo si declina in ognuna delle tre attività a cui noi volontari siamo chiamati a collaborare negli eventi a cui partecipiamo.
La prima attività è l’accoglienza: prima, durante e anche dopo l’evento. Ci sono le attrezzature da sistemare, le prenotazioni da controllare e informazioni da fornire, ma ciò che più conta non è l’efficienza e la professionalità, che pure ci devono essere in un evento organizzato in ogni dettaglio da tempo, ma il rapporto personale con chi si ha di fronte. Con il desiderio anche di raccontarsi e di ascoltare impressioni ed emozioni nate durante l’evento. Ecco l’importanza di restare presenti in ogni fase dell’evento, perché anche il lavoro comune prima e dopo sono veramente preziosi.
La seconda attività è la comunicazione. In ogni manifestazione pubblica è necessario dare la massima visibilità alla manifestazione stessa. Ci sono i giornali e le radio, ci sono i social media e il web e c’è il canale privilegiato che è il contatto personale. Tu sei convinto della validità di una proposta? Si? E allora che fai? Ne parli a chi ti è più vicino, inviti le persone, la proponi con convinzione. E soprattutto lo fai in prima persona e di solito con il sorriso, perché prima di tutto interessa a te, non perché devi convincere qualcuno. Se guardate al programma di Solidaria, una evidenza particolare è data a Solidaria on the balkòn: si svolge nei quartieri ed è aperta a tutti, i primi attori degli eventi sono i vicini, i famigliari, gli amici invitati personalmente a vivere insieme il senso di comunità e vicinanza. Ecco il senso ultimo e, a mio avviso, più vero della comunicazione.
La terza attività è il riscontro. Come volontari siamo chiamati a distribuire e raccogliere i questionari di gradimento compilati a fine evento. Ovvio che ci debba essere un riscontro su aspettative e gradimento: una manifestazione sul volontariato, fatta anche da volontari e che accoglie professionisti, esperti, artisti e molte persone, non è faccenda che si improvvisa. Volontariato non è dilettantismo e solo cuore e buona volontà, e per questo un riscontro strutturato è sempre opportuno. Ma ecco lo stile che supera la logica dei numeri e delle statistiche: hai voglia anche di spiegarmi a parole cosa ti è piaciuto o no e perché? Che emozioni hai provato? Hai ricevuto qualcosa di importante? Ti ascolto e parlo con te, mi fa piacere perché il dialogo è sempre un momento prezioso.
Penso che tutto questo non sia certo una novità per chi è un volontario di lungo corso come il sottoscritto, dove ‘il lungo corso’ per inciso, si riferisce all’età non certo alla capacità o ai risultati, ma continuare a dirsi che il volontario lavora ‘con l’altro’ prima che ‘per l’altro’ è per me molto importante.
E infine, che c’entra il ‘desiderio’ in tutto questo?
Io lo scopro durante Solidaria. Fatelo anche voi… ci vediamo a Solidaria.
Luca Banzato, Redazione Ecopolis
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